Catania-Lazio 3-1: commento "a caldo"

Capitan Izco sorprende Berisha e sblocca la partita al 1° minuto.

Capitan Izco sorprende Berisha e sblocca la partita al 1° minuto. 

Focus sulla tattica, pro e contro, migliori e peggiori in campo nel commento al match tra etnei e laziali.

Focus sulla tattica: Maran rilancia Alvarez e si copre nel finale; Reja rivoluziona il modulo mandando in confusione i suoi.
Dopo aver trovato continuità di risultati, Maran prosegue sulla strada tracciata a partire dal secondo tempo della partita con il Livorno: 4-3-3, con 10/11 uguali rispetto a quelli schierati a Parma. Davanti ad Andujar, linea difensiva composta da Peruzzi, dalla confermata coppia centrale Bellusci-Spolli, e completata a sinistra dal redivivo Pablo Alvarez, preferito sia ai giocatori di ruolo presenti nell’organico (Biraghi, Capuano e Monzon) che a Rolin che era stato schierato in tale posizione al “Tardini”; a centrocampo trio ormai inamovibile composto da Izco, Lodi e Rinaudo; solito tridente offensivo Barrientos-Bergessio-Castro.
Sorprende la scelta di Edy Reja di cambiare modulo, accantonando il 3-4-3 degli ultimi tempi per passare ad un 4-2-3-1 che, in verità, aveva provato, ma con le riserve, nelle ultime sedute di allenamento. Davanti all’albanese Berisha (ancora preferito a Marchetti, ufficialmente in panchina a causa di una pubalgia) spazio per Konko, Biava, André Dias e Radu; davanti alla difesa cerniera composta da Cristian Ledesma e da Biglia; trequarti folta, tecnica e veloce che prevede Candreva a destra, Mauri al centro e Lulic a sinistra a supporto dell’unica punta Klose, coi trequartisti chiamati a cambiarsi spesso la posizione.
Dopo aver sbloccato immediatamente la partita, il Catania è costretto ad operare la prima sostituzione del match già al 15’: Maran affronta la tegola dell’infortunio di Barrientos inserendo al posto del n°28 lo spagnolo Keko che si piazza sulla destra.
Al termine di un vivace primo tempo concluso sul risultato di 1-1, Reja effettua il primo cambio per la Lazio: fuori Biglia, ammonito, dentro Alvaro Gonzalez. Non cambia nulla sotto il profilo tattico.
Prova invece a cambiare qualcosa ancora Reja al 70’, quando i suoi sono ormai sotto di due reti. Fuori il difensore Biava e il centrocampista Mauri, dentro due punte, Brayan Perea e Keita Baldé. La Lazio passa un 4-2-4, con Radu accentrato in difesa al fianco di André Dias, Lulic abbassato nella posizione di terzino sinistro, Keita allargato in avanti sulla fascia sinistra, e Perea al fianco di Klose, con quest’ultimo che, in maniera atipica rispetto alle proprie caratteristiche, tende ad abbassarsi nel ruolo di trequartista. Gli altri mantengono le rispettive posizioni.
Dopo qualche minuto Maran decide di rinforzare la difesa sostituendo Castro con Rolin: si passa ad un 5-3-2 con lo stesso Rolin, Bellusci e Spolli che ergono il muro difensivo affiancati da Peruzzi a destra e Alvarez a sinistra. Davanti, Keko pur partendo dalla posizione di ala sinistra di fatto va ad affiancare Bergessio quando il Catania è in fase di possesso. L’ultima sostituzione al minuto numero 83: fuori Lodi, dentro Plasil, Rinaudo va a posizionarsi al centro della mediana, per il resto il modulo resta immutato. Si va avanti così fino alla fine con il match che si chiude con il 3-1 a favore del Catania.

Spolli realizza il gol del 2-1 



Cosa va: atteggiamento, gol, statistiche…miglioramenti su tutta la linea.
Innanzitutto un dato statistico: prolungato a 4 giornate il record di risultati utili consecutivi in questo campionato, e finalmente corredato da una bella vittoria contro una delle squadre più in forma del momento, che non perdeva in campionato da quando era subentrato Reja in panchina al posto di Petkovic. Vittoria che ha portato per un paio d’ore il Catania fuori dalla zona retrocessione, in cui si trova ininterrottamente dall’8a giornata.
Altro dato confortante è quello relativo ai gol segnati. Il Catania al termine del girone d’andata e al termine della gestione De Canio aveva il peggior attacco del campionato. Adesso per la seconda volta consecutiva è riuscito a realizzare tre gol in casa, lasciando ultimo il Chievo, in solitaria, in questa speciale classifica. Lo stesso si è fatto nei confronti del Sassuolo nella classifica della differenza reti. Graduatorie in cui il Catania staziona ancora al penultimo posto (stesso dicasi per quella dei gol subiti), ma i segni di ripresa delle ultime giornate, sotto ogni profilo statistico, sono evidenti. Da quando è tornato Maran in panchina manca soltanto una cosa: i gol fatti e i tre punti portati a casa nelle partite in trasferta. Per dare ulteriore ampiezza e slancio a questa continuità di risultati, la trasferta del prossimo turno contro il Chievo appare come una ghiottissima occasione.
Tornando alla partita di oggi, gli spunti di riflessione sono tanti. Innanzitutto la cattiveria agonistica e l’attenzione che ha accompagnato i ragazzi per tutti i 95’, che non è scaduta, come nella gara contro il Livorno, in autolesionistica irruenza. Si è riusciti a sbloccare subito il match e se dopo è subentrato il limite di non centrare il raddoppio prima della fine del primo tempo e farsi raggiungere proprio in extremis dalla capocciata di Mauri, il Catania è riuscito in ciò di cui non era stato capace nelle altre due occasioni in cui in questa stagione aveva subito il pareggio avversario dinnanzi al pubblico di casa. Ci riferiamo ai cinque minuti finali della partita col Genoa, e all’intero secondo tempo della sfida col Milan: in tali occasioni a seguito del pareggio subito i rossazzurri non avevano avuto la forza di riportare il match a proprio favore. Oggi sì, con grinta e convinzione, provandoci immediatamente dopo essere rientrati dagli spogliatoi alla fine dell’intervallo. E chiudendo la partita, di fatto, a mezz’ora dal termine.
I gol realizzati, poi, hanno messo in evidenza quante doti conservi il repertorio etneo: splendida azione manovrata con tre tocchi di prima in occasione del gol di Izco; freddezza sotto porta (di Spolli) sul solito calcio piazzato a regola d’arte di Lodi; imbucata centrale perfettamente imbastita dagli esterni Peruzzi e Keko, che hanno mostrato come il Catania, come lo scorso anno, possa e debba puntare parecchio sulle azioni di rimessa, specialmente nelle situazioni di vantaggio, considerando la predisposizione al contropiede dei rapidi esterni etnei, coadiuvati da interni di centrocampo “sette polmoni” come Izco e Rinaudo.

Peruzzi insacca il definitivo 3-1 



Cosa non va: unica disattenzione generale, gol subito.
Se partita perfetta non è, al di là dei fisiologici errorini in appoggio che capitano sempre anche “alle migliori famiglie”, poco ci manca. E probabilmente lo sarebbe stata se si fosse acquisito il risultato con maggiore tranquillità, riuscendo cioè a chiudere la partita prima che gli avversari riuscissero a pareggiare. Nessun particolare indice puntato, comunque, in riferimento al gol di Mauri: tutta la squadra etnea è presa in controtempo dal movimento di Konko sulla destra. Da Castro, in ritardo in copertura su Candreva, ad Alvarez, che non riesce a contenere il terzino avversario, per arrivare a Lodi (a cui dovrebbe spettare il compito di chiudere gli inserimenti del trequartista Mauri) e chiudere su Bellusci sorpreso dalla conclusione del capitano biancoceleste. Anche Andujar, che da l’impressione di poter bloccare il pallone respingendolo, poteva fare ben poco, considerando la breve distanza da cui Mauri ha colpito la sfera.

Migliori in campo: Rinaudo e Candreva.
Scelta difficile quest’oggi. Si è visto il Peruzzi migliore della stagione, che ha coronato col gol, come Izco, una prestazione encomiabile per generosità e corsa, e persino lucida in zona gol. Sulla stessa falsa riga Keko, entrato “a freddo” dopo soli 15’. I centrali hanno mostrato attenzione, liberando spesso senza fronzoli l’area dai palloni che arrivavano dalle fasce. Bergessio ha garantito la consueta mobilità e aggressività che apre gli spazi agli inserimenti dei compagni, e Castro, tra alti e bassi, sta continuando a crescere. Ma a parere di chi scrive, una spanna sopra tutti, per velocità, grinta e anche qualità, è Fabian Rinaudo. E non è una novità per un giocatore ormai divenuto l’idolo del “Cibali” ad appena un mese dal suo arrivo. Complimenti a lui e a chi l’ha portato qui nonostante, ricordiamo, non fosse titolare fisso nello Sporting Lisbona.
Prestazione incolore per la Lazio di Reja. Discreta prova di Konko che ha difeso bene ed ha fornito un ottimo contributo in fase di ripartenza, come dimostrato dall’assist per il gol di Mauri. Lo stesso Mauri, appena rientrato dalla squalifica per calcioscommesse, al di là del gol è parso ancora lontano dalla forma migliore. Probabilmente tra tutti si è salvato Antonio Candreva: l’esterno destro biancoceleste, candidato per un posto tra i 23 che andranno in Brasile a giugno, ha fornito una prova di sostanza ed ha cercato sovente di creare la superiorità numerica sulla fascia destra, smarcando Konko in occasione dell’azione che ha portato al gol dei suoi.

Rinaudo festeggia Spolli dopo il gol 



Peggiori in campo: Lodi e Lulic.
Oggi è letteralmente impossibile scegliere un “peggiore” tra gli etnei. Ma qualcuno bisogna pur selezionarlo, e anche se la scelta di Ciccio Lodi farà discutere, analizzando il match si nota come sia stato tra i 14 schierati da Maran il giocatore che ha potuto esprimere meno le proprie qualità, perché ingabbiato a dovere dal centrocampo predisposto da Reja. Nonostante il n°10 non abbia potuto guidare da protagonista il giro palla come in altre occasioni, va ricordato comunque che ha messo sulla testa di Spolli il pallone del 2-1 e garantisce con la sola presenza il perfetto equilibrio per l’assetto tattico del Catania di Maran.
Nella Lazio la lista degli insufficienti è lunga. A partire da Klose, che paga più le colpe dei suoi compagni che non l’hanno mai servito a dovere, proseguendo per gli incerti centrali Biava e Dias, e gli impalpabili mediani schierati a giro da Reja. Va comunque segnalata la brutta prova di un nervoso Lulic, che non ha mai punzecchiato a dovere la difesa rossazzurra sulla fascia sinistra.