Catania-Lazio (1-0): Fratel Ni gol!!!

"Fratel Nicola", monumentale al "Massimino"... 

Il commento al match del "Massimino" tra etnei e capitolini. I temi "caldi": febbre a 41; E Legro...daje!!! Vedi Napoli e poi sogni...

Febbre a 41
Non pensavo di giungere a dirlo nel corso di questa stagione, tuttavia non posso esimermi. Anche autocastrandomi, autoflagellandomi, autocinturandomi (di castità...), non potrei proprio ammanettare un sogno. Il sogno di tutti, il sogno che diviene anche il mio. La vittoria sofferta, ma meritata, ottenuta oggi dai “Montella Boys” sulla Lazio terza in classifica iscrive di diritto il Catania, sesto a quota 41, almeno per il momento, al partito “europeo”, cui fanno parte Inter e Roma, entrambe attestate nella stessa posizione di graduatoria, sebbene i giallorossi debbano ancora giocare il “Monday night” con il Genoa di Pasquale Marino. Ora, considerato come logica imporrebbe che la Coppa Italia possa e debba essere assegnata a una tra Juve, Milan o Napoli, ecco che questo benedetto sesto posto si trasformerebbe in oro colato. Oro dell'Unione. E nel ballo c’è pure il Catania, lo dicono i numeri: tanto per dire i rossazzurri si trovano secondi per bottino di punti conquistati (18) nel girone di ritorno dietro al Milan capolista. Lo dice soprattutto il gioco. E già, perché quella etnea, senza tema di smentite, è fra le compagini che esprimono il miglior calcio in questo campionato. Tutto merito di Montella, l’allenatore del momento. Adesso tutti lo vogliono, tutti lo cercano. Ma è del Catania. E ha un altro anno di contratto... Ancora una volta da sottolineare la bravura della società capitanata dal presidente Pulvirenti e ottimamente gestita da Pietro Lo Monaco, i quali lo hanno cercato, voluto, coccolato e, rimarchiamolo sempre, messo in condizione di esprimere tutto il suo potenziale. Lo stesso A.D. etneo ripete spesso come "il vento non si possa fermare". Vero, ma altrettanto bene si potrebbe replicare come nemmeno i sogni possano essere “arrestati”; e in questo frangente i sogni galoppano a briglia sciolta, i tifosi fibrillano, traboccano di testosterone, debordano, tracimano, giacché mai nella sua storia, a metà marzo, il Catania si era ritrovato in una situazione di classifica similare. E dato che i sogni non possono essere chiusi in gattabuia, a questo punto proviamoci, ma sempre con serenità, umiltà, senza isterismi o sbornie orgasmiche, nella consapevolezza che, in ogni caso, si sta facendo qualcosa di straordinario, in alcun modo fatto in passato. Ah, dimenticavo, la salvezza ormai è cosa quasi fatta anche dal punto vista matematico. Il “quasi” è messo lì solo per scaramanzia, ovviamente...

E Legro...daje!!!
Tatticamente il Catania ormai ha una sua veste ben definita. Privo di Motta, Montella ha comunque riproposto il 4-3-3 “sbarazzino”, inserendo Bellusci a destra e, soprattutto, recuperando il fondamentale Almiron in mezzo al campo. Si gioca sempre così, cercando di imporsi su tutto e tutti. Anche questa una rivoluzione copernicana mai applicata a Catania. Segno di una consapevolezza di sé finalmente rinvenuta, di una maturità raggiunta. E si vincono anche gare complicate, sofferte, come quella con la Fiorentina o questa odierna al cospetto del “copertissimo” sodalizio biancoceleste allenato dal solito catenacciaro Reja, un ex di certo non troppo rimpianto alle falde dell’Etna. Il simbolo di questa raggiunta maturazione è “fratel Nicola”, al secolo Nicola Legrottaglie, da oggi "Fratel Ni...gol" o, solo per i Laziali, “Legro...daje”!!! Immenso, monumentale. La sua serenità, la sua esperienza e la sua capacità di essere decisivo pure in zona gol stanno facendo grande il Catania. Quando si dice che, fondamentalmente, la differenza fra “questo” Catania e quelli precedenti, a parte “mago” Montella, porta due nomi, Legrottaglie e Almiron,m non si dice una fesseria, ma una verità assoluta. Contro la Lazio il recuperato Sergio, come naturale, non ha potuto dare il suo contributo consueto, e allora Nicoluccio si è messo tutti sulle spalle e ha deciso di risolvere tutto lui. Prima, salvataggio decisivo su Klose, poi rete da favola (la quarta rete stagionale) a 10’ dalla fine, a distruggere le speranze di punticino dei micragnosi ospiti. Una favola vera e propria, firmata da un vecchio bucaniere di 35 anni dato da molti per finito. da molti, non da tutti. Meno male, soprattutto, non da Lo Monaco e Pulvirenti... Peraltro, mi fanno specie le desuete dichiarazioni di fine gara "al veleno" del sempre signorile allenatore goriziano, il quale, probabilmente obnubilato dai fumi di una sconfitta assai dolorosa, si è lasciato andare ad oppiacee riflessioni riassumibili nelle due “minchiate” (mi si perdoni l’affettuoso sicilianismo ormai divenuto internazionale) seguenti: sconfitta immeritata, se c’era una squadra che doveva vincere è la Lazio. Ora, tralasciando la tattica a dir poco “italianista” della Lazio (una squadra che, terza in classifica, viene a Catania a giocare sistematicamente con 9 uomini dietro la linea del pallone...), si potrebbe facilmente rispondere al simpatico Edy con le controdeduzioni a seguire: ma come, mister, non era lei in panchina quando Gomez, a un metro dalla porta, falliva clamorosamente di testa una rete più facile da siglare che da sbagliare? Non era lei in panchina quando Bergessio sfiorava il palo, sempre con una bella inzuccata? Non era lei in panchina quando Almiron, splendidamente imbeccato dal “pitu” Barrientos, invece di tirare a botta sicura a tu per tu con Marchetti, pensava bene di inventarsi un dribbling pazzesco? Non era lei in panchina quando Nicoluccio sfondava la porta biancoceleste? Se a tutto ciò contrapponiamo una discreta occasione di Mauri nel primo tempo, ma non clamorosa come quelle rossazzurre, e un paio di buone palle per Klose nella ripresa, fra l’altro ben contrate da Spolli e Legrottaglie, non mi pare che si possa dire che la Lazio meritasse di vincere... Anzi, forse la palla più pericolosa per la Lazio può essere considerato il clamoroso “autopalo” di Lodi nel finale, su un cross innocuo di Mauri dalla sinistra. Mister, mister, suuu, riprendiamoci... Invece, il pur bravo tecnico biancoceleste dovrebbe pensare a come Montella, nella ripresa, mettendogli Llama a sinistra su Scaloni, gli abbia vinto serenamente il match, senza che lui abbia potuto replicare nulla, se non ammassare tardivamente punte su punte (Rocchi, Kozak) nell'area di rigore ben sorvegliata dal sempre sicuro Carrizo, un ex capace di prendersi una bella rivincita su chi non ha creduto in lui. Buon per i tifosi etnei, ben 18.000, presenti al “Massimino”, finalmente pieno!!! E che cavolo, questi ragazzi, per tutto quel di straordinario che stanno facendo, meritano di potersi esibire in un “catino” ribollente di tifo. Direi che quasi lo pretenderebbero...

Vedi Napoli e poi sogni...
Come detto sopra, ormai non è più il momento di nascondersi, bisogna giocarsela fino in fondo, dando tutto. Il Catania è sicuramente atteso da due prove difficilissime, quasi “impossibili”: Napoli al “San Paolo” e Milan al “Massimino”. "Quasi" impossibili, perché questi ragazzi hanno dimostrato sul campo di potersela “spaciare” con tutti. L’importante è non montarsi la testa. In terra partenopea, domenica prossima, la truppa di Montella troverà una squadra avvelenata dalla dolorosa sconfitta in Champions e allo stesso tempo desiderosa di raggiungere il terzo posto utile per ritentare l’avventura nella massima competizione europea. Ci sarà da lottare con il coltello fra i denti, mentre noi continuiamo a sognare a “denti stretti”... Let’s go, Liotru, let’s go!!!