Catania-Latina 1-0: Tre punti da "camaleonti"

Leto sulla via del pieno recupero...

Leto sulla via del pieno recupero... 

Sannino batte un insidioso Latina cambiando a più riprese lo scacchiere tattico. Giungono conferme da Leto.

La svolta dell’ultimo mese in numeri e statistiche
Mister Sannino, alla vigilia del match con il Latina, aveva rimarcato l’importanza della sfida in virtù di una situazione di classifica che vedeva il Catania più vicino alla zona playout che a quella playoff. Con la quarta vittoria nelle ultime quattro uscite casalinghe gli etnei non solo eguagliano il record di risultati utili consecutivi stagionale, fissato nelle prime tre uscite del nuovo allenatore (e caratterizzato in quel caso, però, da due pareggi ed una sola vittoria) ma riescono pure ad agguantare la parte sinistra della classifica, tanto agognata dal tecnico, portandosi a tre punti dalla zona playoff. La zona promozione diretta è invece lontana ancora 9 lunghezze. Ma al di là dei numeri i progressi che ha fatto il Catania nell’ultimo mese, dopo la batosta di La Spezia e a partire quindi dal successo interno col Vicenza, sono evidenti, come evidente è la mano di Sannino che pian piano sta riuscendo a plasmare la sua creatura, impresa che sembrava più che ardua fino a qualche settimana fa.

Leto sulla via del pieno recupero: l’ennesimo miracolo di Sannino
Sul piano individuale, la partita odierna aggiunge alla lunga serie di giocatori recuperati sul piano tecnico e psicologico Sebastian Leto. Segnali di ripresa si erano intravisti già contro il Varese, contro il Trapani erano arrivate le zampate nell’arco di una prestazione non del tutto convincente, e oggi si è visto finalmente un giocatore pronto a lottare come un leone ed a contribuire alla manovra in fase offensiva con sortite personali e fraseggi coi compagni. Meritati gli applausi riservati dal “Massimino” al momento della sostituzione, anche se l’impressione è che per recuperare al 100% l’argentino e sfruttarne il potenziale (cioè per farlo tornare ai “fasti” greci) è necessario che sul piano della forma fisica e dello slancio atletico si registrino ulteriori progressi. Leto come dicevamo è solo l’ultimo di una lunga serie di giocatori discussi in precedenza e riabilitati dall’ex tecnico del Watford: basti pensare a Capuano, ormai sdoganato centrale; a Monzon, che ha imparato “l’arte” del sacrificio e dell’attenzione in fase difensiva; a ex oggetti misteriosi come Escalante e Sauro che, chiamati in causa in situazioni di emergenza, si stanno ritagliando il loro spazio nell’11 titolare. Se riprende a girare a pieno regime pure Almiron, si può guardare con più tranquillità agli altri recuperi e al tempo che dista dal mercato di riparazione, e in tal senso il mese che attende i rossazzurri rappresenta l’esame per certi versi definitivo del lavoro svolto la scorsa estate dall’A.D. Cosentino: anche nella migliore posizione di classifica raggiungibile dal Catania non si potrà comunque dire, come si era annunciato ad agosto, che la rosa, complessivamente considerata, fosse all’altezza del compito di ammazzare il campionato, e dei ritocchi saranno in ogni caso necessari. Ma il lavoro di Sannino sta smentendo pian piano anche i più convinti detrattori: questi ragazzi non possono certo lottare per non retrocedere, e la sequenza di infortuni, della cui responsabilità la società non è comunque immune, ha inciso in larga misura sulle difficoltà patite nei primi due mesi.

Latina: per la cadetteria una formazione atipica…in positivo
Al di là dei mini-bilanci di varia natura che restano comunque prematuri, bisogna entrare nel merito della partita odierna. E bisogna innanzitutto rendere onore a un Latina che di certo non merita la deprimente ultima posizione di classifica, occupata in virtù del pessimo avvio di stagione targato Beretta. La squadra laziale è una formazione atipica, un po’ come il Catania, per il campionato cadetto. Finora al “Massimino”, oltre alla tradizionali squadre ospiti in formato “catenaccio e contropiede”, si erano viste squadre grintose, organizzate tatticamente, talora anche spregiudicate, come Lanciano, Modena, Pescara, Bari; ma nessuna di loro è venuta a giocarsi la partita a Catania puntando sul fraseggio come hanno provato a fare i nerazzurri, dotati di numerosi elementi abili in fase di palleggio, su tutti i positivi Crimi, Pettinari e Viviani. Tanta qualità, preferita alla quantità che in genere abbonda nelle formazioni di Serie B, che però non ha pagato. A conti fatti il Catania porta a casa 3 punti grazie alla prodezza (l’ennesima) del proprio bomber, Calaiò, riesce a sfiorare il raddoppio con contropiedi splendidamente orchestrati ma non concretizzati dai vari Rosina ed Escalante, ma non domina, e soffre fino al fischio finale, coi brividi dettati dalle conclusioni dal limite e dai vari cross buttati in mezzo dagli ospiti.

Un Catania “camaleontico”
Anche nell’andamento della gara incidono parecchio le scelte di Sannino. Il tecnico decide di abbandonare il 4-4-2 “duro e puro”. Già a Trapani si era notato che col rientro di Almiron questa squadra potesse permettersi senza troppi rischi, e con maggiori vantaggi in fase offensiva, di giocare col 4-3-3. Ma è un 4-3-3 atipico. Perché Leto non ha il passo per giocare tutta la partita sulla fascia, e allora ecco il n°11 che si accentra, affiancando Calaiò, con Escalante che viene allargato sulla sinistra per coprire la zona, riportando lo scacchiere alle sembianze del 4-4-2. Nel secondo tempo, poi, ulteriore sorpresa: forse per aiutare Sauro, in difficoltà sulle sortite di Pettinari e sulle sovrapposizioni di Rossi dal suo lato, Sannino decide di liberare Rosina dal gravoso onere di raddoppio, e schiera i suoi quasi a specchio. La difesa passa a 3, con Sauro accentrato al fianco di Rolin e Capuano; sulle fasce vanno Escalante a destra e Monzon a sinistra, che si alzano o si abbassano a seconda delle esigenze; Almiron e Rinaudo garantiscono filtro e ripartenze; Rosina giostra tra le linee della trequarti permettendo a Leto e Calaiò di svariare da una parte e dall’altra. E’ un modulo con cui il Catania soffre di più sulla trequarti, ma grazie al quale mette i suoi nelle condizioni di chiudere il match in contropiede, senza tuttavia riuscirci. E’ comunque sintomatico del gran lavoro del mister il fatto di cambiare pelle due o tre volte a partita in corso senza risentirne a tal punto da compromettere il risultato. La gestione “camaleontica” del match, se confermata in futuro, può senz’altro rappresentare un’arma in più.

A Terni l’ennesima prova del nove
Conclusa l’analisi del match odierno non ci resta che ripetere il solito ritornello che precede una partita in trasferta. Alla vigilia delle gare con Avellino e Trapani l’imperativo era quello di sbloccarsi in trasferta, partendo almeno dal presupposto di limitare i danni e non perdere, come si era fatto quasi sempre fino ad allora. Al “Provinciale” di Erice i rossazzurri hanno dimostrato carattere, rimontando una partita difficile e rischiando pure di vincerla. A Terni si andrà ad affrontare una formazione sulla carta meno ostica, che ha finora stentato e si ritrova in zona playout, ma pur sempre a soli tre punti dagli etnei. Ancora una volta Sannino dovrà inventarsi qualcosa, viste le squalifiche in arrivo per Escalante e Capuano. Ma dalla sua avrà Spolli e, forse, anche Castro. L’ennesima prova della verità è alle porte.