Catania-Crotone 1-1: Fantasmi scacciati solo in parte

Castro esulta dopo il gol

Castro esulta dopo il gol  

Un Catania bello e sfortunato per 45’ soffre oltremodo nella ripresa per evitare una sconfitta suicida.

Epilogo a sorpresa per un match anomalo. La classica partita stregata per la squadra di casa che subisce gol all’inizio su calcio piazzato e poi, pur sfiorando a più riprese il pareggio, non trova mai la via della rete. Poi, in pieno recupero, ecco la zuccata del giocatore più discusso e beccato dal pubblico, e per poco non arriva pure il gol del clamoroso 2-1. Ma c’è poco da sorprendersi: in Serie B tutto ciò è ordinaria amministrazione, e solo le compagini in grado di sbrogliare simili matasse hanno il physique du role per arrivare lontano. E il Catania, ad oggi, deve continuare a lavorare per fare il salto di qualità, non solo in trasferta, dal momento che nessuna partita è scontata, neanche contro l’ultima della classe.

Nel primo tempo persino il pari starebbe stretto agli etnei
In avvio di partita i rossazzurri pagano forse un po’ di presunzione. Drago sorprende Marcolin schierando numerosi giovani rincalzi, in ogni reparto, e inventandosi Dezi (centrocampista di costruzione e inserimento) in posizione di esterno sinistro. I calabresi intelligentemente rinunciano ad aspettare il Catania perché, essendo tecnicamente inferiori, sono consci del fatto che prima o poi il gol lo prenderebbero. E partono a mille proprio per sorprendere gli etnei che, un po’ attoniti, inanellano l’errore di Belmonte (che costringe lo stesso n°26 a ripiegare in angolo) e l’indecisione della retroguardia sul susseguente corner che consente a Torregrossa di girarsi indisturbato e sbloccare la partita. Si mette, insomma, nel miglior modo possibile per gli ospiti che avevano preparato il match esattamente così, per approfittare delle proprie qualità e della notevole velocità di elementi come Stoian, Suciu e Maiello in fase di ripartenza. In verità dal gol dello 0-1 sino al fischio finale i pitagorici faranno solo il solletico ad un Catania affamato e si avvicineranno dalle parti di Gillet soltanto un paio di volte. La formazione di Marcolin, per la prima volta sotto in casa, dimostra ottime capacità di reazione, non concedendo nulla all’irruenza ed insistendo sul ragionato possesso di palla voluto dal tecnico, grazie al quale si aprono diversi spazi sulle fasce, in particolar modo a sinistra dove Mazzotta, al solito, è un treno. Su due iniziative dell’ex crotonese il Catania colpisce la traversa (con Sciaudone e Maniero) e a fine primo tempo conta pure un gol sfiorato da Schiavi e un paio di episodi più che dubbi in area di rigore. In soldoni, quando le squadre rientrano negli spogliatoi anche il pareggio (mancato) starebbe stretto alla compagine etnea. E ciò fa ben sperare sulla ripresa…

Nella ripresa finisce la benzina, ma nel finale sbuca Castro
Anche perché in molti pensano che il Crotone non potrà reggere per tutti i 90’: non solo il forcing dei padroni di casa, ma anche l’intenso ritmo mostrato dai suoi in fase di pressing. Nei secondi 45’, in realtà, i tifosi rossazzurri si trovano di fronte ad una sorpresa negativa: anche il Catania, che ha speso molto per conquistare il pari nella prima frazione di gioco, ha finito la benzina, e non riesce a rendersi pericoloso dalle parti di Cordaz. Urgono dei cambi, e il primo operato da Marcolin fa discutere sino al secondo minuto di recupero: Castro per Maniero. L’ex attaccante del Pescara, pur avulso dalla manovra e ben contenuto dai centrali ospiti, non era parso stanco, e togliere una punta per inserire un centrocampista offensivo mentre sei sotto di un gol è quantomeno opinabile. Marcolin in realtà si rende conto che gli uomini di Drago hanno ostruito le vie centrali e punta sul “Pata” per allargare il gioco e incoraggiare gli inserimenti. Il problema è che l’argentino non ne azzecca una: controlli, fraseggi, cross. E il pubblico si spazientisce. Così a un quarto d’ora dal termine il tecnico bresciano si gioca la carta Martinho, al rientro dopo due mesi di assenza. Il brasiliano ha poco tempo e modo di farsi notare nel disordinato trambusto generale, ma è autore di una sortita personale che per poco non consente a Calaiò di realizzare il gol del pari. Quando tutto sembra perduto e persino la tardiva espulsione di Suciu pare velleitaria, ecco svettare qualcuno in mischia su calcio d’angolo col pallone che si deposita sull’angolino opposto. Quando i giocatori liberano l’ignoto realizzatore dal festante abbraccio, ecco la sorpresa generale: Castro! Proprio lui toglie le castagne dal fuoco a una squadra che stava per sprofondare all’ultimo posto in classifica, pur con una partita in meno.

La classifica delicata richiede punti e continuità
Il punto conquistato in extremis, in realtà, non è che faccia saltare di gioia. Pur con tutte le attenuanti del caso (sfortuna, arbitraggio) la sfida contro l’ultima della classe era da vincere senza se e senza ma, per allontanarsi un minimo dalla zona caldissima, in cui adesso invece il Catania resta, con un solo punto di vantaggio sul terz’ultimo posto. E la partita in meno non può incoraggiare finché non arriverà il segnale in trasferta che la piazza, da inizio campionato ad oggi, non ha ancora visto. E’ vero anche, però, che sotto il profilo del gioco e della personalità, l’italianizzato Catania di Marcolin ha convinto e merita fiducia, purché la stessa sia ripagata da una prestazione all’altezza e soprattutto da un risultato in quel di Pescara domenica prossima. Gli abruzzesi all’Adriatico non sono dei fulmini da guerra, hanno vinto finora soltanto 3 delle 12 gare disputate (record negativo per il campionato di quest’anno) ed hanno perso 4 volte. Si tratta inoltre di una squadra votata all’attacco, dotata di buoni elementi come Melchiorri, Pasquato, Politano, Bjarnason, ma un po’ “ballerina” in difesa. Insomma, è il profilo ideale di team contro cui questo Catania può sperare nel colpaccio. Ma tra il dire e il fare…