Catania-Catanzaro 4-1: Piglio da "big"

Gli 11 scesi in campo oggi: i possibili titolari di stagione?

Gli 11 scesi in campo oggi: i possibili titolari di stagione? 

Nessuna squadra, nel girone C, vanta il passo del Catania: perché limitarsi alla salvezza? Si può e si deve puntare più in alto

Il Catania, grazie alla roboante vittoria conquistata oggi al “Massimino” al cospetto degli encomiabili 11845 spettatori accorsi, e alla miglior differenza reti che vanta nei confronti di Martina Franca e Lupa Castelli Romani, si assesta al di sopra della zona playout, e senza penalizzazione continuerebbe a stare in vetta alla classifica (addirittura in solitaria, grazie alla sconfitta della Casertana maturata sul campo di Cosenza). Tutto questo dopo appena venti giorni di campionato. Inutile ribadire quanto abbiamo già sottolineato praticamente al termine di ogni partita sin qui disputata dai rossazzurri. A questo punto possiamo anche spingerci oltre, analizzando quali sono le prospettive che questa squadra sembra essere in grado di realizzare.

Questo Catania, in questo campionato, non può limitarsi alla salvezza…
Il Catania sin qui ha incontrato avversarie di ogni genere: dalla tipica squadra materasso come l’odierno Catanzaro, all’ambizioso ma “frenato” Lecce, passando per i combattivi Matera e Monopoli e la gradevole Ischia. Con la “scusa” degli impegni infrasettimanali e la forte propensione al turnover mostrata da Pancaro, inoltre, abbiamo avuto modo di vedere all’opera quasi tutti gli effettivi. Ce n’è abbastanza, insomma, per fare un primo, pur inevitabilmente prematuro, bilancio stagionale: il Catania ha già annullato la penalizzazione, è già al di sopra della “zona pericolo”, e fin qui ha mostrato una qualità (e quantità di scelta) superiore alla media delle avversarie incontrate. Per questi motivi - anche se nel calcio da un momento all’altro tutto può cambiare - ci sembra di poter dire con discreta sicurezza che questa squadra non può fissare come obiettivo stagionale la salvezza. Perché la superiorità tecnica rispetto ad almeno la metà delle compagini del girone C sembra talmente evidente da non ritenere fondato il rischio di tornare nell’inferno da cui gli etnei sono partiti meno di un mese fa. D’altro canto, al momento non ci si può neanche sbilanciare a tal punto da ipotizzare un sicuro approdo nella parte altissima della classifica, perché altre squadre già abituate alla categoria come Andria, Ischia e Paganese stanno facendo bene; perché non bisogna mai sottovalutare le sorprese, e in quest’ottica è apprezzabile il cammino fin qui compiuto dalle altre siciliane del girone (la neopromossa Akragas e il ripescato Messina); perché ci sono pur sempre le “big” Benevento, Lecce e Foggia che, indipendentemente dall’andamento attuale, sono attrezzate per un campionato di vertice. Per questo motivo è necessario volare basso e mantenere umiltà e concentrazione, altrimenti non si potrà sopperire al gap della penalizzazione che consente a tutte queste squadre di precedere il Catania in classifica. Chi fino alla scorsa giornata teneva lo stesso passo degli etnei (anche se non ha dovuto scontare ritardi di preparazione e tour de force dettati dai recuperi) è invece la Casertana, guarda caso prossima avversaria dei rossazzurri. Sull’importanza di questa partita torneremo però dopo, al termine del pezzo, perché intanto è doveroso rimarcare la splendida gara disputata dai ragazzi di Pancaro.

La formazione odierna: una possibile anteprima dei titolari di stagione
Il tecnico del Catania ancora una volta cambia più di metà formazione rispetto all’impegno precedente. Scelta scontata in quanto contro il Cosenza, a loro volta, erano scesi in campo buona parte dei giocatori che avevano riposato a Lecce. Rispetto alla gara coi silani possiamo però affermare che oggi erano presenti più “titolari”, se di titolari possiamo parlare in una squadra allenata dall’allenatore di Acri. L’impressione infatti è che di gente come Scarsella e Castiglia difficilmente si farà a meno (e infatti le due mezzali hanno riposato finora soltanto in occasione degli impegni infrasettimanali); più “alternabili” tra loro appaiono, invece, Musacci e Agazzi (anche oggi il mister ha confermato l’abitudine di inserire a partita in corso il giocatore che, tra i due, è partito dalla panchina, per far rifiatare l’altro); in difesa, out Ferrario per infortunio, la coppia Pelagatti-Bergamelli sembra quella maggiormente consolidata (Bacchetti dopo Matera è sparito, mentre Bastrini paga il ritardo di condizione con cui ha iniziato la stagione: scalzare uno dei due colleghi non sarà impresa facile); stante l’impiego fisso di Nunzella a sinistra, Tino Parisi sull’altro versante ha dimostrato di essere, al momento, più in palla di Garufo; in avanti c’è semplicemente l’imbarazzo della scelta, ma l’impressione è che non si possa fare a meno di Russotto e Calil, che se in giornata coi loro lampi e le loro giocate sono in grado di indirizzare le partite nel modo migliore, mentre gli altri, da Falcone a Calderini passando per Plasmati e i vari giovani, tornano utilissimi nella rotazione e nei possibili cambi in corsa. In generale possiamo ribadire quindi che oggi abbiamo ammirato un potenziale 11 titolare, e per la facilità imbarazzante con cui il Catania ha dimostrato di sapersi sbarazzare del Catanzaro, quasi quasi c’è da rimpiangere l’eccessivo turnover applicato da Pancaro contro il Cosenza: forse sarebbe bastato schierare un paio di titolari in più mercoledì scorso per portare a casa il bottino pieno in entrambe le occasioni. Ma non avremo mai la riprova, e c’è anche da considerare che se i “titolari” odierni hanno girato così bene è anche perché buona parte di loro si è risparmiata la fatica del match infrasettimanale.

Russotto e Calderini vanno a nozze coi buchi sulle fasce lasciati dagli esterni catanzaresi
Ma com’è maturata questa vittoria? In buona misura per la superiorità dei rossazzurri, certamente. Ma in parte anche per la disposizione e l’atteggiamento iniziale voluto dal tecnico ospite D’Urso. Chi pensava di assistere a un Cosenza 2.0, almeno per i primisssimi minuti, si è sbagliato. E’ vero che il 3-5-2 dei calabresi in fase difensiva si trasformava in un 5-3-1-1, ma è altrettanto vero che i tornanti Giampà e Squillace hanno dimostrato per tutta la partita di gradire maggiormente la fase di spinta. Non a caso Russotto e Calderini hanno fatto il bello e il cattivo tempo per tutto il primo tempo, riuscendo a trovare con grande facilità spazio e incursioni sulle fasce. Inoltre il movimento con cui Calil si abbassava e veniva incontro ai mediani ha permesso di eludere lo schermo dei tre centrali giallorossi favorendo l’inserimento dei centrocampisti. Con queste condizioni il gol non poteva tardare ad arrivare, e già al 1’ solo un buon intervento di Scuffia ha negato a Russotto la gioia personale. Con un azione avvolgente, finalizzata da Calderini (ancora una volta freddo ed elegante sotto porta) gli etnei hanno evitato che si ripetesse il copione visto mercoledì. E hanno potuto sfruttare gli ulteriori spazi concessi da un Catanzaro alla frutta che non riusciva a spingersi in avanti con costrutto: Razzitti, unica punta, ha finito per innervosirsi troppo presto a causa del suo isolamento; Taddei, sulla carta il playmaker avanzato, nettamente annullato dalla mediana etnea (in particolar modo dal “gladiatorio” Castiglia). La disattenzione e la superficialità dei difensori del Catanzaro ha poi fatto il resto, e ne hanno approfittato prima Calil, imbeccato astutamente da Nunzella direttamente da rimessa laterale, e poi, quasi inconsapevolmente, Musacci. La partita è finita sostanzialmente li, ma nei secondi 45’, in mezzo a tanta “melina” rossazzurra, i ragazzi di Pancaro hanno confermato di non essere mai sazi, e con l’ingresso del pungente e motivato Falcone hanno trovato, su calcio d’angolo, il guizzo del 4-0, sfiorando in qualche altra circostanza il pokerissimo.

A Caserta esame di maturità
Adesso, due meritati giorni di riposo per Parisi e compagni, anche grazie al posticipo del prossimo match con la Casertana, che si giocherà lunedì 19, in serata. Partita assai importante, dicevamo. Perché la Casertana, non tenendo conto dello scivolone odierno, è stata fino ad oggi, dopo il Catania, la squadra più convincente del campionato. Ha un punto in meno dell’Andria ma fino alla scorsa giornata è stata più continua dei pugliesi (i quali non conoscono mezze misure: o vincono, o perdono) e vantava la difesa meno perforata del campionato (primato che da stasera spetta invece al Messina). La squadra di Romaniello attua un 3-5-2 dal gioco gradevole, non troppo spettacolare ma al tempo stesso concreto, che valorizza l’assortito tandem d’attacco De Angelis-Negro (quest’ultimo un ex, che però non ha mai esordito in prima squadra). Un test probante, peraltro lontano dalle mura amiche, che se fosse superato positivamente dai rossazzurri dimostrerebbe che questi ultimi non possono precludersi ulteriori “imprese”. Sognare, si sa, non costa nulla, e con questi ragazzi è anche più facile. A patto di non concedersi pause e distrazioni…e questo Pancaro lo sa bene.