Catania-Catanzaro 3-1: Media inglese e duelli rusticani

L'eroe di giornata Biagianti e colui che ha acceso la miccia: il capitano giallorosso Di Bari

L'eroe di giornata Biagianti e colui che ha acceso la miccia: il capitano giallorosso Di Bari 

In un match condizionato dall'eccessivo nervosismo il Catania si conferma squadra implacabile tra le mura amiche.

Sono stati necessari due mesi abbondanti e 13 giornate di campionato, ma alla fine il Catania ce l'ha fatta: è entrato in zona playoff. Il principale e forse massimo obiettivo stagionale (a causa della penalizzazione) è temporaneamente raggiunto. Ma la classifica è cortissima: soltanto due punti più giù stazionano le squadre che si trovano in zona play-out. E allora è palese che non si sia fatto ancora nulla e che la strada sia piuttosto lunga. Ciò nonostante, non si può non rimarcare come la perfetta media inglese che contraddistingue il cammino dei ragazzi di Rigoli da Taranto in avanti costituisca una base perfetta sulla quale continuare a costruire quel progetto di rimonta che una piazza come Catania deve legittimamente coltivare. Playoff si, ma non basta: è necessario arrivare almeno al 6° posto, per poter sfidare nella prima fase della coda di stagione una squadra peggio piazzata. Se poi dovesse arrivare almeno un 4° posto, tanto meglio, perché eviterebbe un confronto con la seconda classificata di un diverso girone alla seconda fase. Forse ci stiamo spingendo troppo avanti. Ma c'è chi si proietta ancora più in alto. ”Playoff? Io voglio arrivare primo” parole e musica di un soddisfatto Pino Rigoli a fine partita. Mister, se ci credi tu, ti seguiamo. A patto di cominciare a suonare qualche sinfonia anche fuori casa. Ma ne riparliamo più avanti...

Pronti-via: progressi sotto il profilo del gioco
Chi si aspettava dei cambiamenti, tenendo conto della caratura inferiore dell'avversario, è rimasto deluso. Il tecnico di Raccuja schiera gli stessi 11 scesi in campo dal 1' allo “Zaccheria” contro il Foggia, riproponendo Mazzarani nella discussa e discutibile posizione di esterno offensivo. Anche Zavettieri non sorprende optando per la formazione annunciata, con la quale si ovvia alle assenze degli indisponibili Sabato e Sarao. Il fatto di proseguire nel solco tracciato se non altro implica un vantaggio: quello di rodare sempre più e sempre meglio i meccanismi tra i reparti. Biagianti e compagni lo dimostrano sin dal calcio d'inizio, passando in vantaggio alla prima occasione. L'1-0 del capitano è propiziato da una magia di Mazzarani che sarà anche “fermo”, ma quando vuole è in grado di risolvere da solo le partite (lo ha già dimostrato a Melfi). Il tacco smarcante viene sfruttato dallo sprinter Djordjevic, che mette in mezzo una rasoiata scaricata in porta dal numero 27 dopo il tentativo a vuoto di Paolucci. Il serbo al “Massimino” è sempre un attaccante aggiunto e con le sue caratteristiche permette di contare su una soluzione offensiva in più. Verrebbe da chiedersi perché in trasferta eviti di riproporre le stesse sgroppate, ma l'infortunio rimediato ad inizio ripresa probabilmente vanificherà tale interrogativo, ed è un vero peccato perché al momento nessun altro giocatore dell'organico è in grado di rimpiazzarlo al meglio.

Tavares, il 9 che manca al Catania. Menomale che Biagianti c'è...
Il vantaggio è uno shock per gli ospiti: dopo l'ennesimo miracolo stagionale di Pisseri, Prestia e soci subiscono le sfuriate della squadra rossazzurra. Il Catania dimostra di aver fatto grossi passi in avanti nel fraseggio, ricorrendo con più frequenza e sicurezza alle giocate di prima e ai lanci in profondità. Peccato che Di Grazia e Paolucci non siano in vena e sprechino le occasioni del possibile raddoppio. Ciò consente al Catanzaro di riorganizzarsi: se la squadra di Zavettieri sembra avere delle crepe nel reparto difensivo, quando tiene in mano il pallino del gioco mostra personalità, grazie alle trame dettate dal positivo Carcione e ai guizzi sulla sinistra dello sgusciante Cunzi. Non è un caso che sia proprio il numero 7 a lasciare sul posto Di Cecco (meno granitico del solito) e servire Tavares che prende il tempo a Bergamelli e realizza. La rete del numero 9 giallorosso è una dimostrazione ulteriore della grave lacuna della formazione etnea: basterebbe avere un attaccante in grado di far valere il proprio fisico e il fiuto del gol sotto porta per poter spiccare il volo. Ma prima che arrivi gennaio, bisognerà vivacchiare con gli uomini a disposizione...
Il gol subito sortisce al Catania lo stesso effetto che aveva rallentato gli avversari a inizio partita. La squadra improvvisamente diventa spaesata e non aiutano i primi scontri che incattiviscono il match e costituiscono il preludio a quanto accadrà nella ripresa. Giunge così come una manna dal cielo il 2-1 confezionato dai due leader Biagianti e Di Cecco, i quali avviano un'azione sulla fascia destra creando dal nulla i presupposti per battere a rete. E' bravo poi il capitano a mettere un bel pallone in mezzo e Mazzarani a inserirsi ed insaccare da opportunista, anche se, forse, partendo da posizione irregolare. Il nuovo vantaggio evidenzia due indiscutibili pregi di questo Catania: la voglia di vincere sempre e di non mollare mai (tra le mura amiche) e la capacità di far valere lo spessore dei suoi “senatori”.

Di Bari, che combini? A D'Apice sfugge di mano la situazione
Il secondo tempo si apre con il problema fisico di Djordjevic. Sin dall'inizio della ripresa era stato mandato a riscaldarsi Tino Parisi, segno che le condizioni del serbo destavano già qualche preoccupazione. Perché rischiarlo ulteriormente? Che si tratti di negligenza o meno, il danno resta e lo si dovrà affrontare a partire da Francavilla Fontana. Magari potrebbe essere l'occasione per accelerare la firma del contratto di Giovannino Marchese (il quale, comunque, non può procedere in tal senso fin quando il Catania non libererà un posto “over” attraverso una rescissione).
Per i primi 15', il match dice francamente poco e niente. Zavetteri prova a dare più pepe alla propria trequarti inserendo Giovinco per l'impalpabile Van Ransbeeck, ma subito dopo arriva l'episodio che cambia il volto alla partita. Di Grazia resta a terra dopo un contrasto e capitan Biagianti, non senza polemiche, manda il pallone fuori, lamentandosi con gli avversari che non hanno fatto altrettanto quando avevano il possesso della sfera. Non si tratta della prima circostanza in cui il gioco viene interrotto per un simile motivo e gli animi sono tutt'altro che tranquilli. A surriscaldarli e comprometterli definitivamente ci pensa il “poco prudente” (eufemismo) Di Bari, che è pure il capitano delle aquile, non restituendo la palla al Catania. L'azione prosegue e i rossazzurri cedono alla provocazione, cominciando ad entrare duro sui rivali. Appena Cunzi si rende protagonista di una sceneggiata plateale a seguito di un “incidente” con Di Cecco, scoppia il finimondo. La situazione sfugge di mano al sig. D'Apice che non riesce a far riprendere il gioco prima che trascorrano addirittura 6' e caccia dal terreno di gioco un calciatore per parte: Prestia e Bergamelli. La sanzione assume carattere più dimostrativo che punitivo, dal momento che non si capisce quali siano le maggiori colpe dei due rispetto a quelle degli altri compagni, altrettanto “caldi” in quei frangenti. A gettare benzina sul fuoco ci pensa Prestia, palermitano di nascita, che non manca di far notare la propria fede calcistica ai tifosi rossazzurri, scatenando un nuovo parapiglia nel tunnel che conduce agli spogliatoi. Prima che la partita ricominci sul serio si conta un altro espulso, Pino Rigoli, il quale è costretto ad osservare la prosecuzione dietro le barriere che dividono la tribuna dalla pista d'atletica.

L'espulsione di Prestia e Bergamelli 



Il festival delle espulsioni e dei miracoli di Pisseri
In queste condizioni, potrebbe succedere di tutto. Gli etnei si cautelano inserendo Bastrini per Mazzarani, ma è ancora una volta Biagianti a lasciare il segno avviando con grinta e caparbietà l'azione del 3-1: il capitano, dopo aver allargato il gioco sulla sinistra per Fornito, raccoglie il traversone del compagno facendo da sponda per l'accorrente di Grazia. Il destro del numero 23 non è irresistibile ma angolato ed efficace. Il 3-1 sa di liberazione e anche di sfogo dopo una decina di minuti di ordinaria follia. C'è però tempo per altre emozioni, non proprio positive per i sostenitori di casa. L'eroe di giornata di Biagianti commette uno svarione permettendo a Cunzi di partire indisturbato verso la porta difesa da Pisseri. L'estremo difensore del Catania ipnotizza l'avversario ed elude il suo tentativo di pallonetto. Non ce ne vorrà l'ad Lo Monaco, ma gli 8 in pagella sono ampiamente giustificati. Neanche il tempo di riprendersi ed ecco un'altra “cappellata”: stavolta il protagonista è Drausio. Il difensore brasiliano rovina una prova positiva (l'ennesima, testimoniata anche dall'apprezzamento del pubblico) ed è costretto a fermare un attaccante ospite lanciato a rete dal suo errore. D'Apice estrae il suo quarto cartellino rosso e i due gol di vantaggio cominciano a non essere più così rassicuranti. La panchina etnea reagisce prontamente inserendo il centrale De Santis per Di Grazia. Nel finale il Catania controlla senza troppe difficoltà gli assalti degli uomini di Zavettieri, anche grazie alla sicurezza ostentata da Pisseri nelle uscite, e con un paio di contropiedi riesce a ristabilire la parità numerica con la seconda ammonizione di Di Bari (sarà stato il karma?) e provocare addirittura la sesta espulsione di giornata grazie ad una bella galoppata di Parisi fermata in modo tutt'altro che ortodosso da Pasqualoni.

A Francavilla Fontana difesa da inventare
Domenica prossima ennesima “prova del nove” in trasferta. Si sfiderà la Virtus Francavilla, matricola fino a un certo punto, tenendo conto del fatto che i pugliesi sono appaiati al Catania a quota 15 e devono ancora disputare la loro tredicesima partita (in programma domani, alle 20.45, in quel di Taranto). A Francavilla Fontana, Rigoli dovrà fare a meno di Drausio e Bergamelli e probabilmente anche di Djordjevic. Se emergenza doveva essere, forse è un bene che il reparto colpito sia stato quello arretrato perché è indubbiamente quello in cui si dispongono le migliori risorse, anche fra le alternative. La coppia centrale De Santis-Bastrini dovrebbe garantire un'affidabilità più che sufficiente mentre sulla sinistra potrebbe essere riproposto Parisi ed è pronto anche Nava. Quel che è certo è che non saranno più tollerabili barricate come quelle viste a Foggia, o prove scialbe come quella di Melfi. Per completare il processo di crescita e puntare a un campionato davvero interessante, l'appuntamento con la vittoria esterna non può più essere ulteriormente rimandato.