Catania-Carpi 0-2: Agghiacciante giro di boa

Calaiò predica nel deserto...

Calaiò predica nel deserto... 

La capolista vince con cinismo e condanna i rossazzurri a chiudere il girone d'andata in zona playout.

Sconfitta prevedibile, annunciata, che matura in un match in cui il Carpi, autentico dominatore del campionato dall'alto dei 43 punti con cui chiude il girone d'andata, in realtà non entusiasma. Gli emiliani hanno disputato la stessa partita che i vari Spezia, Frosinone, Modena hanno giocato contro i rossazzurri in questa stagione: squadre ordinate, con pochissimi fronzoli, che cercano di colpire, riuscendoci, non appena si presenta l'occasione giusta. Senza concedere troppo allo spettacolo. Un Carpi decisamente meno sbarazzino di altre squadre della cadetteria, come Pescara, Virtus Lanciano, Trapani, che attuano un gioco più offensivo, più propositivo, più spettacolare...ma meno redditizio. E quest'analisi generale sul campionato e sui risultati prodotti anche dalle avversarie deve far riflettere parecchio. Non che servisse quest'ulteriore dimostrazione, ma il dato di fatto inconfutabile è che in B comandano i muscoli, le motivazioni, la diligenza, la disciplina. Fattori su cui Sannino aveva insistito restituendo convinzioni e punti (trasferte escluse) agli etnei. Fattori che sembrano invece mancare del tutto al giro di boa.

Situazione di classifica che richiede passi indietro e “mea culpa”
Giro di boa al quale ci presenta nella seguente situazione: 21 punti, frutto di 5 vittorie, 6 pareggi e ben 10 sconfitte (il Catania è la squadra che ha perso più partite insieme a Bari e Crotone), quarto miglior attacco con 31 gol fatti ma seconda peggior difesa con 35 subiti, 19° posto su 22 (ad oggi i rossazzurri disputerebbero i playout contro il Varese). Questo, invece, il prospetto delle distanze: -22 dal primo posto, -13 dalla zona promozione diretta, -9 dalla zona playoff, -2 dalla salvezza, +0 sulla zona retrocessione diretta (scansata grazie alla miglior differenza reti nei confronti del Crotone). Numeri impietosi che nessuno poteva aspettarsi a inizio stagione. Che bocciano categoricamente un progetto che la società, attraverso tutte le sue componenti, ha sempre difeso e sostenuto. Ma adesso è lecito aspettarsi un passo indietro, se non altro nelle dichiarazioni. A inizio stagione si poteva avere fiducia sulla squadra costruita e considerarla in grado di vincere il campionato. Dopo un girone d'andata del genere sarebbe onesto ammettere che tale previsione fosse sbagliata. E che non si può tirare in ballo il fattore sfortuna invocando l'handicap degli infortuni a catena. Sui 25 infortuni muscolari in quattro mesi si deve necessariamente nascondere la responsabilità di qualcuno, ma ad oggi la piazza non ha ricevuto spiegazione alcuna. Non ha ricevuto neanche comunicazioni sul fronte disciplina: dopo l'espulsione in panchina di Leto, oggi ecco quella di Monzon, direttamente nel tunnel degli spogliatoi a fine partita. Le indiscutibili multe sono state o saranno comminate? Ai posteri l'ardua sentenza.

Giovani: il solo Odjer sembra pronto ed utile alla causa
Su ciò su cui la società dovrebbe intervenire, approfittando della pausa invernale, torneremo dopo. Come in occasione della scorsa partita (il match col Cittadella) ci sembra prima di tutto opportuno analizzare gli spunti offerti dall'incontro odierno, nella prospettiva che possano tornare utili nelle settimane che seguiranno. Partiamo ancora una volta dai giovani. In questo girone d'andata, “grazie” alle numerose assenze che si sono registrate partita dopo partita, abbiamo avuto il modo di osservarne parecchi, e possiamo tracciare adesso un bilancio parziale. Partendo dagli assenti: Aveni e Barisic, aggregati alla prima squadra da inizio stagione, rispettivi contrattempi fisici a parte, non sono mai stati presi in considerazione, e non essendo stati convocati contro il Carpi c'è da pensare che siano definitivamente fuori dai giochi. Nelle ultime partite, infatti, dove si sono liberati vari posti nel settore offensivo grazie alle assenze dei vari Leto, Castro, Rosina e alla bocciatura di Marcelinho, Pellegrino ha preferito puntare su altri prospetti, in particolare su Rossetti (oltre che su Di Grazia e Piermarteri, rientrati nei ranghi). Proprio Rossetti, all'esordio da titolare, ha fornito una prestazione sui medesimi standard degli altri compagni della primavera, Odjer escluso. Se il ghanese pare infatti già pronto per essere utilizzato insieme ai “grandi”, tutti gli altri, da Parisi a Garufi passando per Ramos e gli stessi Rossetti e Piermarteri, hanno dimostrato di avere in prospettiva buone qualità, ma di peccare di esperienza, sotto il profilo emotivo, sul versante tattico, e anche di dover migliorare sul piano fisico. Il fatto di dover giocare in un clima disastroso sotto tanti punti di vista chiaramente non aiuta la crescita di questi ragazzi e tornano utili le prudenti dichiarazioni di Sannino che ammetteva di preferire spesso l'utilizzo di giocatori più esperti fuori ruolo per evitare che i ragazzi fossero sottoposti a prevedibili processi in caso di errori o cattive prestazioni.

Il solo Calaiò a tirare la carretta non può bastare
Per quanto concerne invece i componenti della prima squadra, sono pochi gli spunti offerti dal match odierno. Calello ha avuto nuovamente l'opportunità di mettersi in mostra e rispetto ad altre occasioni, se non altro, ha mostrato più grinta, dimostrando di trovarsi meglio con compiti di interdizione davanti alla difesa che non da mezzala chiamata ad inserirsi e suggerire in avanti. Castro pur non al 100% ha confermato l'impressione del “Tombolato”, giocando con più attenzione e dedizione rispetto a inizio campionato. Çani si conferma buon gregario anche a partita in corso, ma è chiaro che per puntare più in alto serve altro. Serve qualità, quella che al momento il solo Calaiò è in grado di garantire, non riuscendo a tirare la carretta da solo. Fa sicuramente discutere l'assenza di Marcelinho, che nella gestione Sannino, pur utilizzato col contagocce, non aveva demeritato, e che adesso è finito fuori dalle convocazioni.

La pausa unica speranza per riprendere la rotta smarrita
Adesso, finalmente, tre settimane di pausa. Alle quali ci si approccia con la speranza che la società riveda integralmente i propri piani. Troppi sono, infatti, gli interventi necessari: bisogna recuperare giocatori chiave come Rosina, attualmente out; bisogna “tagliare” definitivamente chi, per ragioni fisiche, tecniche, comportamentali o motivazionali, non è più utile alla causa (e purtroppo ce ne sono parecchi nell'organico etneo); bisogna intervenire massicciamente sul mercato e prendere giocatori esperti, in grado di garantire da subito un concreto apporto, evitando giovani scommesse straniere; probabilmente ci sarà anche da individuare un nuovo nocchiero, e anche questa sarà una scelta delicatissima e decisiva per il proseguo del campionato, in quanto in un ambiente depresso come quello etneo non serve soltanto un mago della tattica, ma soprattutto un motivatore. Se questa “rivoluzione” verrà attuata, si potrebbe tornare a sperare in una svolta. A partire dal match col Lanciano.