Catania-Bologna 2-2: una reazione che non basta

Il discusso e discutibile fallo di Maietta su Calaiò che regala agli etnei il rigore del pari.

Il discusso e discutibile fallo di Maietta su Calaiò che regala agli etnei il rigore del pari. 

Sotto il profilo delle ambizioni, nonostante le difficoltà e i meriti, dopo il pareggio il bicchiere è mezzo vuoto.

In una classifica estremamente corta e indecifrabile come quella di Serie B succede che anche un pari contro una delle squadre più blasonate finisca per ridimensionare, seppur temporaneamente, ambizioni e prospettive. Il Catania torna ad essere più vicino alla zona playout (sulla quale vanta 3 punti di distanza) che a quella playoff (lontana 5 punti). Dopo quattro vittorie consecutive in casa, l'ennesima vittoria sfuma contro la prima squadra che da due mesi a questa parte arriva al "Massimino" con lo status di frequentante della parte alta della classifica. E non è un caso. E' il segno che i rossazzurri, che grazie a Sannino hanno nel corso del tempo acquisito una certa fisionomia che ha garantito progressi sia sul piano del gioco che su quello dei risultati, devono compiere ancora quel salto di qualità che garantirebbe punti pesanti in trasferta e vittorie contro le "big" dell'attuale campionato. Allo stato attuale, nonostante gli sforzi di squadra e tecnico, ciò sembra estremamente difficile, anche se non impossibile.

Carattere e qualità permettono di giocarsela fino alla fine
La reazione mostrata oggi subito dopo lo 0-2 di Acquafresca, e mantenuta praticamente per quasi tutta la ripresa, è il segno che sotto il profilo caratteriale la squadra c'è (e d'altronde lo si era già visto contro il Trapani). Al carattere si aggiungono le doti individuali di tanti elementi dell'organico, capaci di guizzi in grado di risollevare partite messe male. E in questo senso non contribuiscono soltanto i soliti noti Rosina e Calaiò, ma anche gli "insospettabili", come Çani, autore di una grintosissima e meritevole prova, al di là del gol, e Chrapek, finalmente in palla dopo un inizio di campionato decisamente sottotono.
Il problema è che una squadra che punta a risalire in Serie A non dovrebbe cacciarsi frequentemente in situazioni da arrembaggio, e dovrebbe essere capace di completare le eventuali rimonte. In 11 contro 10 a Trapani non si è riusciti a farlo; oggi l'impresa è parsa più vicina, ma ha comportato dei rischi che per poco non compromettevano il pareggio negli ultimissimi minuti. Per fortuna un Frison in formato "Pantanelli-Genova 2005" ci ha messo più di una pezza salvando il risultato.

Sannino, perché non metti nessuno su Laribi?
Dall'analisi dell'andamento del match ci si può però sbilanciare sui motivi che hanno portato gli etnei a ritrovarsi sotto di due gol dopo 55 minuti e quindi in un certo senso costretti a sbrogliare la matassa. Il Bologna ha giocato col suo modulo base, il 4-3-1-2, che valorizza in particolar modo il trequartista Laribi, reduce dalla doppietta decisiva contro il Bari, che col suo movimento tra le linee sulla trequarti dà parecchi riferimenti ai mediani, e altrettanti rifornimenti alle punte, senza disdegnare soluzioni personali. Questo Sannino lo avrebbe dovuto preventivare. Ciò nonostante ha preferito confermare il 4-4-2 con Rosina ed Escalante posizionati in modo tale da non esprimere al massimo il rispettivo potenziale, e lasciando sostanzialmente solo il n°21 rossoblù, in quanto Rinaudo e Almiron giocavano qualche metro più avanti. In questo modo i mediani rossazzurri venivano costretti al faticoso rientro e i centrali difensivi si ritrovavano in inferiorità numerica non sapendo chi marcare prima tra lo stesso Laribi e le punte Acquafresca e Improta. E' così che nasce il gol dello 0-1, realizzato guarda caso da un interno di centrocampo, Zuculini, che approfitta dello "spaesamento" della retroguardia etnea e trova l'inserimento giusto, favorito da una chiusura non perfetta di Escalante e, soprattutto, dal solito ritardo nel rientro difensivo di Monzon dopo uno sprint in avanti.

Nella ripresa il canovaccio cambio solo dopo lo 0-2
Decidere di privilegiare l'identità di squadra rispetto alle contromosse nei confronti delle qualità degli avversari è segno di coraggio e personalità del tecnico, doti che però non sempre pagano. Dopo il primo tempo, in cui i rossazzurri avevano creato poco (a parte una ciabattata di Calaiò) e avevano continuato a rischiare sui ribaltamenti di fronte (Laribi, ancora lui, prima, ed Acquafresca e Improta poi) Sannino avrebbe potuto e dovuto ridisegnare la squadra, ben al di là del semplice cambio di fascia tra Escalante e Rosina. Anche lo 0-2, al di là degli spazi fisiologicamente scoperti quando ci si riversa in avanti, è figlio di quel buco lasciato in mediana davanti alla difesa. Non a caso anche durante la fase-rimonta la panchina supplicherà a più riprese Rinaudo di non muoversi da quella zona.
Dopo lo 0-2, e a maggior ragione dopo l'immediato 1-2 di Çani, saltano tutti gli schemi. Sulla carta il Catania gioca ancora con un 4-4-2 con Chrapek esterno, ma in pratica il polacco si accentra spesso e volentieri, andando vicino alla soddisfazione personale, mentre Rosina riprende a svariare da par suo sull'ìntero fronte della trequarti, mentre dietro Escalante fa gli straordinari spostandosi da una fascia all'altra per sopperire agli infortuni di Spolli prima e Monzon poi. Anche su quest'aspetto ci sarebbe molto da dire. Proprio Monzon, autore di una prova piuttosto negativa, in condizioni normali non avrebbe dovuto neanche giocare questa partita, come Capuano. Entrambi non erano al meglio ma a causa dell'arcinota "emergenza" hanno dovuto stringere i denti. E i risultati sono questi, e sono decisamente preoccupanti. Ci sarebbe da indagare sulle cause di quest'ecatombe che colpisce il Catania da inizio campionato, se ciò non esulasse dalla portata di questa rubrica.

Livorno: match segnato in partenza...o risurrezione?
Fatto sta che ciò, aggiunto alla squalifica che pende su Rinaudo, apre scenari inquietanti in vista della trasferta livornese. I labronici, a prescindere dal risultato che faranno sul campo di Modena lunedì prossimo (in caso di vittoria sarebbero proiettati al terzo posto) stanno dimostrando di essere una delle compagini più temibili della categoria. Perché provengono dal massimo campionato; perché, più di tutte le altre quotate società di B, hanno puntato su esperti giocatori "di categoria" (come Cutolo e Vantaggiato) che stanno dando il loro contributo; perché con Gautieri impostano un gioco piuttosto offensivo. Assenze, tabù trasferta, blasone dell'avversario sembrano rappresentare un mix letale per gli etnei. A maggior ragione un risultato positivo al "Picchi" potrebbe restituire quell'entusiasmo che le ultime due partite hanno fatto un po' evaporare. Con più accortezza tattica e con il cuore mostrato quest'oggi nella ripresa, l'impresa non sarebbe poi così impossibile.