Catan Zar!!!

Elio...d'oro!!!

Elio...d'oro!!! 

Max Licari sulla straripante vittoria dei rossazzurri sul Catanzaro. Stadio da Serie A, squadra da applausi, ma... sempre umili!

Uno stadio da Serie A!!!
14 punti in 6 gare non sono pochi. Il Catania, senza una penalizzazione figlia della insipienza societaria degli ultimi due anni, sarebbe primo in classifica. Da solo. Catan...Zar, imperatrice non di tutte le Russie, ma di certo del girone C della Lega Pro. Partiamo da queste considerazioni, innanzitutto. Riflessioni scevre da pregiudizi sul lavoro di chi ha, in quattro e quattr’otto e fra mille difficoltà, assemblato questa squadra (Bonanno, Pitino e Ferrigno); riflessioni su un allenatore giunto a Catania fra tante perplessità; riflessioni in merito a una ciurma di ragazzotti che, fin dal primo minuto della prima partita, ha lanciato i segnali “giusti” a una tifoseria sostanzialmente “accoppata” da un biennio da tragicommedia e da un’estate orrorifica. Quanto visto oggi al “Massimino”, 12.000 spettatori per una gara di Lega Pro contro una delle compagini meno attrezzate della categoria, seppur dal nome “stuzzicante” in virtù di antiche (diremmo preistoriche) rivalità, si presta, così, a una duplice, chiara lettura: l’amore infinito del supporter catanese verso la propria maglia, più forte di qualsiasi disgrazia; il comportamento, sul campo e fuori da esso, di un gruppo di giocatori umile e disposto al sacrificio, visibilmente felice di battagliare in ogni partita in nome di una città gloriosa e dal recente passato calcisticamente fantastico. Al di là delle vicende societarie, ancora avvolte nella nebbia (nei prossimi giorni sono attesi passi importanti e, soprattutto, concreti dal gruppo sudamericano di Carlos Villar D’Alvear, uscito allo scoperto in modo chiaro nelle scorse settimane), la risposta della città al resto del calcio italiano suona forte e chiaro: siamo sempre qui e sempre ci saremo, forti, uniti e compatti, nulla ci può abbattere; all’ingiustizia rispondiamo con la resistenza a oltranza; alla vergogna con la dignità. Chi volesse investire nel calcio a Catania questo dovrà attendersi e a questo attenersi. Non poco. Ritengo che a ogni tifoso presente allo stadio abbia tuonato il cuore al ritmo di questa consapevolezza, indipendentemente dal degnissimo spettacolo offerto dal team dell’Elefante in campo. Proprio per questo non mi sembra giusto sottolineare le obiettive carenze dell’undici calabro allenato dal pericolante Massimo D’Urso; non sarebbe giusto, non sarebbe rispettoso verso una squadra che, Cosenza o non Cosenza, Catanzaro o non Catanzaro, ha dimostrato di fronte a tutti gli avversari di avere oggettivamente qualcosa in più sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello dell’organizzazione tattica. Merito esclusivo, quest’ultimo, di Pippo Pancaro. Il Catania, al di là delle “pedine” schierate in campo, segue un copione ben definito con diligenza, caparbietà e qualità. Considerato il tempo ridotto avuto a disposizione per strutturare un percorso credibile, complimenti davvero all’ex terzino della Nazionale! Chissà se non ci troviamo di fronte all’incipit di una carriera luminosa in panchina… Poi, poi, c’è la realtà. La realtà è che i punti in classifica sono 5, il Catania si ritrova ancora in fondo e bisogna rimanere realisti, senza abbandonarsi a voli pindarici. L’obiettivo, al momento, è ancora la salvezza. Ciò non significa rendersi ridicoli, furbescamente disconoscendo o misconoscendo un fatto sotto gli occhi di tutti, cioè che questa sia una delle squadre più attrezzate di tutti e tre gironi della Lega Pro. Significa soltanto non fare gli stessi errori che hanno portato il sodalizio etneo alla catastrofe nelle ultime due stagioni. Finito il tempo dei proclami, della spocchia, della millantata “grandeur”. È tempo solo di umiltà e olio di gomito. Se si è davvero forti, grandi, destinati a traguardi importanti, saranno i fatti, il campo a certificarlo. E nulla più.

Con la formazione titolare, forza d’urto assai rilevante per la categoria…
Quanto accaduto con il Cosenza (che, fra l’altro, ha sorpreso in casa la capolista Casertana) non sarebbe dovuto accadere più, avrà pensato Pancaro. Anche perché, giornate stregate e colme di sfortuna o piccole, grandi imprecisioni capitano raramente. Così, in questa direzione di pensiero, il tecnico etneo ha messo in campo quella che ritengo la formazione titolare. In particolare, la spina dorsale composta dai due centrali difensivi, il trio in mediana e i tre attaccanti. Quella più qualitativa e dal tasso d’esperienza maggiormente rilevante. Il risultato, al netto della resistenza degli svampiti giallorossi, non poteva che essere deflagrante. Non solo il Catanzaro sarebbe crollato sotto l’urto di una manovra, per la categoria, così precisa e tambureggiante. In specie Musacci in cabina di regia e i due esterni offensivi Russotto e Calderini (ancora in gol, decisivo nello sbloccare il match, a dimostrazione del fatto che trattasi di uno dei leader tecnici della squadra) hanno fatto ciò che volevano, tanto che nella prima mezzora la partita poteva considerarsi già chiusa: sei o sette occasioni da gol clamorose (fra cui l’ennesima traversa su punizione dal limite del delizioso Russotto), tre reti e un dominio assoluto. Un massacro totale nei confronti dei malcapitati avversari, sommersi in mediana e pressati fin dalla propria area dagli scatenati rossazzurri. Certo, se a una squadra come il Catania sul proprio campo regali anche “papere” come quella del portiere Scuffia sulla punizione di Musacci in occasione del terzo gol, dimostri una vocazione al suicidio davvero sorprendente. Ma non disdegnerei di inserire nella “Galleria degli Orrori” giallorossi pure la seconda rete di Calil, addirittura da rimessa laterale! Lasciare il centravanti avversario (tra l’altro il capocannoniere dello scorso torneo, non “pizza e fichi”) incustodito con 20 metri solitari davanti su un innocuo fallo laterale è, francamente, da serie dilettanti inferiori. Probabilmente, Moi e soci sono andati in confusione, travolti dagli eventi e dal frastuono del pubblico (non usuale in Lega Pro), ma la prestazione complessiva degli ospiti è da considerarsi incredibilmente scadente. L’impressione è che, senza robusti interventi a gennaio, questa sia una delle più serie candidate alla retrocessione. Abbiamo notato solo discreta qualità nella seconda punta Taddei e “sangue nelle vene” nel centravanti Razzitti, caparbio nel procurarsi e trasformare un incomprensibile rigore al 90’ (non capiamo, senza polemica per carità, cosa abbia fischiato l’arbitro, ma tant’è…); almeno, la punta centrale catanzarese, sulla scorta di una decina di falli consecutivi, ha mostrato ai 150 tifosi calabri al seguito di tenerci a non farsi sbeffeggiare dall’irridente “torello” di una squadra etnea che, nella ripresa, dopo il quarto gol del subentrato Falcone, ha cominciato a giochicchiare a centrocampo stile Real Madrid con il Granada sul 6-0. E, con tutto ciò, il Catania altre due o tre occasioni è riuscito a procurarsele… Insomma, una specie di “mattanza” che non deve comunque far abbassare la guardia, giacché in futuro non tutto potrà andare per il verso giusto come in questa occasione (così come non poteva andare tutto male come contro il Cosenza, ovviamente...). Mi preme rimarcare, al netto di una prestazione sopra le righe da parte di tutti e, come detto, di una “primazia” in tal senso degli straripanti Musacci, Calderini e Russotto, l’impatto sul match di Parisi, in crescita sotto il profilo della personalità; la bravura Bergamelli, sempre puntuale e abile nelle uscite palla al piede; il dinamismo di Castiglia, impressionante per continuità di corsa e la ritrovata determinazione di Calil, più brillante rispetto a mercoledì pomeriggio. In particolare, fa piacere la stupenda rete con “scavetto” finale del brasiliano, mostratosi finora in leggero ritardo di condizione. Sta carburando. Sta ritornando. E saranno dolori per tutti… Importante anche la prima rete stagionale di Falcone, giocatore tecnicamente sopra la media per la categoria e sempre pronto, sia che giochi dal primo minuto, sia che subentri a gara in corso.

Caserta, altro crocevia…
Lunedì sera, in posticipo televisivo su RaiSport, il Catania sarà di scena a Caserta, contro l’ex capolista, caduta inopinatamente a Cosenza, a dimostrazione della difficoltà di questo girone. Si tratterà di un’ulteriore prova di maturità per il gruppo in uno stadio importante e al cospetto di una delle favorite alla promozione finale. Ci sarà più di una settimana per preparare questa gara così difficile e stimolante. Sono sicuro che Pancaro saprà fare le scelte giuste per poter schierare una formazione in grado di onorare la maglia, qualunque dovesse poi rivelarsi il risultato finale. Ma, se si continua così, gli episodi negativi non saranno molti… Let’s go, Liotru, let’s go!!!