Castelli di Stabia

Pancaro, scelte in corsa poco efficaci...

Pancaro, scelte in corsa poco efficaci... 

Max Licari sulla seconda sconfitta esterna subita dagli etnei al "Menti". Nuovamente difetti difensivi e di personalità...

Un primo bilancio
Questa volta il giudizio complessivo sulla prestazione della squadra e sulle scelte di Pancaro in corso d’opera non può non essere negativo. E non perché il Catania meritasse la sconfitta, attenzione. La Juve Stabia ha portato a casa i tre punti al 94’, alla seconda conclusione in porta della gara (il classico “due tiri, due gol”), dopo una partita guardinga e, nella ripresa, giocata costantemente nella propria metà campo. Le “vespe” hanno pescato il jolly della vita, insperato e profondamente immeritato, grazie a una orripilante ingenuità di Garufo quasi a tempo scaduto e a una estemporanea conclusione del neo entrato Bombagi; su questo non ci sono dubbi. No, il giudizio negativo dipende dall’ormai ripetitivo manifestarsi di errori difensivi e difetti di personalità in occasione dei match esterni. I rossazzurri, mettendo dentro anche l’inutile mercoledì di Coppa, hanno inanellato tre sconfitte consecutive lontano dalle mura amiche e, nelle ultime tre gare, hanno beccato sei reti, media esatta di due a partita. Troppo e troppe. Francamente, contro una squadra modesta come quella campana, mai vittoriosa fino a oggi in casa, una compagine solida e forte non può assolutamente perdere, nemmeno dopo aver mangiato cozze avariate la sera prima. Se lo si è fatto, significa che taluni giudizi, forse, si stanno rivelando un tantino affrettati. Dopo nove turni, un primo bilancio si può, pertanto, articolare:

1. Il Catania ha raccolto 17 punti. Al momento, sarebbe secondo in classifica dietro la Casertana e accanto al Foggia dell’ex de Zerbi. Ciò significa che si propone sicuramente come una delle formazioni più attrezzate del girone di competenza;

2. “Una delle”, non “la più”. La convinzione, quindi, che l’organico del Catania sia il migliore della categoria va rivista. È sicuramente buono e ampio, ma evidenzia alcune lacune nell’undici titolare e nel parco delle riserve. Almeno due i ruoli che, alla luce di quanto visto fin qui, non convincono nell’interpretazione dei protagonisti in campo. Il portiere e il terzino destro. Pancaro sta puntando su Bastianoni e Garufo, ma non si può dire che i sostituti Liverani e Parisi abbiano fatto decisamente meglio. In più, è chiaro come manchino alternative credibili a Nunzella e Calil. Nel primo caso, proprio non c’è un altro terzino sinistro in rosa; nel secondo Plasmati finora ha confermato tutti i problemi di ordine fisico che si paventavano ampiamente all’atto del suo ingaggio. Inoltre, giocare contemporaneamente senza Musacci, Castiglia e Scarsella non è la stessa cosa che farlo con almeno due di questi in campo. Il solo Agazzi (anche al “Menti”) si è mostrato “equivalente” al concorrente Musacci. Lulli e Russo hanno fatto tutto ciò che hanno potuto, ma i titolari forniscono garanzie superiori, soprattutto in termini di personalità;

3. Corollario: se il Catania a gennaio, indipendentemente dalla posizione di classifica, che a mio avviso non potrà non essere “interessante” considerato il valore complessivo dell’organico, completerà l’opera acquisendo elementi di caratura tale da colmare tali lacune, quasi sicuramente lotterà fino alla fine per “un sogno”. Se, di contro, ciò non avverrà, la tranquilla salvezza potrà e dovrà essere l’unico obiettivo di questo gruppo. Di più, non conseguirla con una squadra del genere, intendo anche senza nessun altro innesto, sarebbe il flop più terrificante della storia del Catania, penalizzazione o non penalizzazione. E, al momento, non dimentichiamolo, gli etnei si ritrovano in piena zona retrocessione, dalle parti di compagini come Matera, Martina o Castelli Romani…

Senza personalità
Al di là dell’errore finale, davvero fatale, il Catania ha mostrato gli stessi difetti di personalità “da trasferta” evidenziati a Caserta. E lo ha sottolineato lo stesso Pancaro a fine partita. Nessun alibi per le assenze a centrocampo, intendiamoci, ma chi doveva dare certe risposte non le ha date. Se l’undici iniziale proposto dall’allenatore appariva quasi scontato, con il solo dubbio Falcone-Russotto, non si può dire che il rendimento in campo dei titolari sia stato scintillante, sebbene il “compitino” fosse stato portato a termine. Pur non brillando, e talora in difficoltà in mediana contro Obodo e Favasuli, i rossazzurri erano in ogni caso riusciti a rispondere al vantaggio iniziale di Contessa, abile a scagliare in porta un gran tiro da posizione decentrata, comunque mal controllato da Garufo. Il pareggio di Calil, ottima girata su assist da calcio fermo ben indirizzato da Falcone, era giunto abbastanza presto e, tutto sommato, il Catania aveva sofferto poco le folate degli avversari, più attenti a non prendere il secondo gol che a cercare di ripassare in vantaggio. Encomiabili le punte Nicastro e Gomez, per esempio, a pressare i portatori di palla siciliani, ma nulla di più. Però, si notava a occhio nudo la mancanza di cattiveria, di lucidità, di autentica voglia di far male all’avversario nella sterilità delle azioni offensive. “Belli” fino alla trequarti, i vari Calderini, Falcone, Lulli, Calil stesso, apparivano fumosi in fase di ultima assistenza e di conclusione. Troppo poche le occasioni create. Un po’ meglio nella ripresa, all’atto dell’ingresso di un voglioso Russotto al posto di un evanescente Calderini, ma complessivamente sotto tono l’intera squadra. Poi, Pancaro decide giustamente, e lo sottolineo, di vincere la partita e le lacune attuali emergono ancora più nitide. Il tecnico mette in campo a 20’ dalla fine Barisic al posto di Lulli, dando alla squadra un segnale molto evidente; 10’ più tardi Di Grazia per Falcone. A mio modo di vedere, si tratta di mosse giuste, mosse finalizzate al tentativo di conquistare i tre punti contro un avversario lapalissianamente abbarbicato a un pareggio di per sé già appagante. Il problema sta nella qualità e nella personalità degli interpreti. Non c’è dubbio che i due ragazzi abbiano, da questo punto, indebolito l’impianto di squadra. Parliamoci chiaro, non sembrano ancora in grado di reggere a certi livelli la categoria. Ma, allora, ci si domanda: quando cavolo dovrebbe farli giocare i giovani Pancaro? Giusto. Giustissimo. Basta mettersi d’accordo sugli obiettivi. Se, davvero, l’unico “target” è la salvezza, va bene così. Però, una piazza come Catania può accontentarsi? Può mantenere la media di più di 10.000 spettatori a partita senza nemmeno la speranza di poter lottare per qualcosa di importante? Ritengo di no. Per tali ragioni, questa volta il tecnico avrebbe potuto fare a meno di proporre queste mosse. Certo, è stato sfortunato perché poi l’errore fatale non lo fa un ragazzo, ma Garufo; tuttavia, creare capri espiatori è sempre pericoloso, anche perché le alternative nel ruolo non sono sicure e questo giocatore veste la maglia del Catania e dovrà farlo al meglio anche nelle prossime gare, tutte difficili e fondamentali (Akragas, Messina, Foggia). Non solo, se in avanti i compagni non hanno avuto la capacità e la personalità di aggirare una difesa non trascendentale (in specie nel lentissimo e arruffone Migliorini), la colpa non è certo di Garufo. La colpa,è da suddividersi, dunque, fra tutti i componenti della squadra e dello staff tecnico, incapaci di portare a casa un risultato positivo ampiamente alla portata. Una cosa è certa, se il Catania in trasferta non cambierà passo, non si potrà coltivare nessuna ambizione “addizionale” alla permanenza. Punto e, speriamo, a capo.

Un derby per il riscatto
Che possa trattarsi di una gara del tutto differente rispetto alla comparsata di Coppa Italia, nessun dubbio. Domenica prossima al “Massimino” la musica sarà diversa. I rossazzurri, spinti dal proprio pubblico e in formazione più o meno titolare (rientrerà dalla squalifica Scarsella e dovrebbe tornare disponibile Musacci), faranno come sempre bene contro un avversario comunque da rispettare perché finora efficace (14 punti conquistati non sono pochi per una matricola). Il dubbio che ci portiamo dietro non è relativo al rendimento di Calil e soci nella prossima partita casalinga, ribadiamolo, ma quanto potrà accadere nel successivo derby di Messina senza ulteriori miglioramenti che solo il duro lavoro e Pancaro potranno assicurare. Ma, intanto, estrema attenzione al team di Legrottaglie, testa bassa e pedalare… Let’s go, Liotru, let’s go!!!