Capuano: "Dobbiamo sfruttare gli scontri diretti"

Capuano in azione durante la scorsa partita con l'Udinese

Capuano in azione durante la scorsa partita con l'Udinese 

Il difensore si è soffermato sul lavoro che si cela dietro la riconquista di un posto da titolare dopo una lunga inattività.

E’ intervenuto oggi in sala stampa a Torre del Grifo il terzino sinistro rossazzurro Ciro Capuano, protagonista delle ultime uscite del Catania di De Canio. Il difensore campano si è soffermato sul lavoro che si cela dietro la riconquista di un posto da titolare dopo una lunga inattività, ed ha sottolineato l’importanza delle prossime partite in programma per il Catania, in cui gli etnei dovranno cercare di far punti negli scontri diretti per risalire la classifica.

In questi due anni sei stato messo un po’ da parte: come hai fatto a tenere i nervi saldi?
Due anni fa Marchese mi ha soffiato il posto ed è stato difficile riprenderlo viste le sue prestazioni domenica dopo domenica. Non è facile riconquistare un posto da titolare quando una squadra trova la continuità e i risultati che hanno contraddistinto sia la gestione Montella che quella di Maran. Io ho sempre lavorato e dato la mia disponibilità in qualsiasi momento, anche in quelli più difficili come adesso, sia dentro che fuori dal campo. Un uomo e un professionista si vede anche nei momenti difficili, e adesso penso che mi stia togliendo qualche soddisfazione.

State ritrovando la fame necessaria?
L’ho rivista già dalla partita contro il Napoli. Abbiamo cercato il pareggio, non perdendo mai la concentrazione in uno stadio difficile come il San Paolo. E ciò si è rivisto contro l’Udinese. L’anno scorso nelle partite in casa riuscivamo a gestire il vantaggio e ci stiamo lavorando anche ora. E’ importante non perdere la voglia di far punti perché vincendo la prossima riusciremmo a raggiungere in classifica tantissime squadre.

Quant’è importante la presenza di uomini d’esperienza che fanno spogliatoio come te e Legrottaglie?
Gli uomini spogliatoio sono importanti nei momenti difficili. Anche Almiron, Izco e Spolli sono giocatori d’esperienza, che giocano da anni qui e amano la città e la maglia. Vogliamo uscirne fuori insieme, cercando di sfruttare il fatto che chiuderemo il girone d’andata giocando la maggior parte delle partite contro squadre che come noi sono in zona retrocessione.

Anche il Torino, come l’Udinese, non sta attraversando un grande momento: può essere un vantaggio?
Dobbiamo cercare di fare la nostra partita, hanno un paio di giocatori molto forti che cercheremo di fermare. Avendo la stessa determinazione e concentrazione vista contro l’Udinese potremo portare a casa un risultato positivo.

Per quello che hai potuto vedere finora Monzon è un esterno difensivo o potremo vederlo in altre zone del campo?
Questo lo deciderà il mister. E’ venuto qui per coprire la zona difensiva. Ha avuto un piccolo problema fisico, speriamo di recuperarlo presto, sicuramente ci darà un grosso contributo.

Quanto si sente la mano di De Canio?
Sicuramente una svolta c’è stata, il mister sta dando il suo contributo, ci stiamo impegnando con tantissime sedute tattiche che forse mancavano prima.

Quanto vi sta aiutando la scala dei valori fissata dal mister che mette la meritocrazia davanti alla gerarchia?
Il mister ha sempre fatto così nella sua carriera, per lui non conta il nome ma chi sta meglio e chi nella circostanza specifica di una partita può dargli di più, e alla lunga questo lavoro paga.

E’ uno stimolo giocare contro avversarie dirette nelle prossime settimane?
Come ho già detto abbiamo una serie di partite sulla carta abbordabili o comunque contro dirette concorrenti per la salvezza. In questo gruppo inserisco anche il Verona nonostante il buon campionato fin qui disputato, la stagione è lunga e non si sa mai cosa può succedere, come ha dimostrato la Sampdoria di Cassano e Pazzini. Noi dobbiamo sfruttare gli scontri diretti.

Quanto il Torino è Cerci-dipendente?
Tanto, magari non al 100% ma se lo togliamo al Torino loro fanno fatica. Lo si vede dalla classifica non entusiasmante, anche se la considero una squadra forte guidata da un allenatore che sa il fatto suo.

Ti aspettavi di ribaltare le gerarchie di inizio stagione?
Sulla carta per tanti non era possibile, ma conosco bene il mio lavoro e il mio mondo, e ne ho viste tantissime. So che la cosa più importante per tornare a giocare è lavorare ed essere concentrati giorno dopo giorno, rimettersi in gioco e farsi trovare pronti. Non è facile cogliere le occasioni se non si gioca da mesi, ma se il mister le concede bisogna sfruttarle, ed è quello che è successo a me. Per questo mi ritengo un giocatore importante per questa squadra, in campo ma soprattutto fuori.

Quanto c’è bisogno di aggressività e pressing alto contro una squadra come quella di Ventura che costruisce il gioco dalla difesa?
Mi ha impressionato vederli giocare a Cagliari, quando giocavano sempre la palla, persino con il portiere. Dovremo preparare bene in settimana quest’aspetto, sarà il mister a dire quando dovremo aggredire e quando non farlo.