Calaiò è del Catania: la freccia giusta per la A?

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Calaiò al "Massimino" durante Catania-Siena (settembre 2011). 

Analisi dei pro e dei contro della trattativa ufficializzata dalla società di Via Magenta.

Comunicato ufficiale
Il Calcio Catania S.p.A. comunica di aver acquisito a titolo definitivo dalla Società Sportiva Calcio Napoli il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Emanuele Calaiò, che ha sottoscritto un contratto biennale con opzione a favore del club per il prolungamento di una stagione. Il talentuoso ed esperto attaccante, classe 1982, ha già conquistato cinque promozioni, tre dalla Serie B alla Serie A: nel 2000/01 con il Torino, nel 2006/07 con il Napoli e nel 2010/11 con il Siena. Vanta complessivamente 400 presenze e 123 reti nei campionati professionistici italiani; in Serie B, in particolare, Calaiò ha giocato 170 partite e firmato 65 gol. Emanuele mostra entusiasmo e determinazione: “Sono davvero soddisfatto, il Catania mi ha voluto fortemente – ha dichiarato in esclusiva a calciocatania.it – e non ho avuto dubbi, come del resto era logico che fosse considerando l’importanza della piazza e le ambizioni della società: il primo obiettivo, comune e fondamentale, è il ritorno in Serie A. Lasciare la categoria più importante non è difficile, per un calciatore, quando il progetto di risalita è così serio. Da siciliano, vivrò con una particolare emozione questa nuova avventura. Sul piano personale, spero di poter andare oltre i miei record in B: chiaramente è una speranza ed un traguardo, non una certezza, ma credo che non manchino i presupposti tecnici ed atletici. Ringrazio il Presidente Pulvirenti e l’Amministratore Delegato Cosentino, per la fiducia che mi viene concessa, ed il mio agente Alessandro Moggi, per aver predisposto tutto al meglio. Ai tifosi del Catania dico: non mi piacciono le promesse ma mi sento in grado di dare garanzie sull’impegno, che sarà massimo ed incondizionato. Mi piace lo slogan della nuova Campagna Abbonamenti e lo faccio mio: #ripartiAmo” .

Il nome di Emanuele Calaiò, accostato ai colori rossazzurri, circola sui taccuini delle redazioni sportive che si occupano di calciomercato, compresa quella di “CalcioCatania.Com”, da ormai due mesi, già prima che maturasse la matematica retrocessione degli etnei. Adesso che l’affare è stato perfezionato la Catania sportiva si sta dividendo in due fazioni: da una parte gli entusiasti, alimentati dai toni enfatici usati da buona parte dei media; dall’altra i prudenti, che sottolineano il fatto che una piazza abituata, da dieci anni a questa parte, a numeri 9 del calibro di Spinesi, Maxi Lopez e Bergessio (la cui probabile cessione rappresenta un boccone amaro da digerire, sebbene indispensabile per esigenze legate alla categoria) non può esaltarsi troppo di fronte a un nome, comunque dotato di buone credenziali, come quello di Calaiò.
Quali sono, dunque, i pro e i contro dell’affare, attraverso l’analisi dei quali è possibile capire se Calaiò fa davvero al caso del Catania? Osserviamoli insieme nel dettaglio:

PRO
Esperienza. Calaiò ha 32 anni. Forse tanti, ma non troppi. Attaccanti del calibro di Toni, Gilardino, Di Vaio hanno saputo rigenerarsi, in squadre di “provincia”, dopo che i grandi club li avevano sbolognati e dati per bolliti. In proporzione, se giocatori di grande livello come i sopraccitati hanno compiuto tale “impresa” in Serie A, anche Calaiò, già autore di ottime annate in B e di un paio di stagioni discrete in massima serie, potrebbe far lo stesso con il Catania. E non bisogna dimenticare che giocatori dai 30 anni in sù come Cacia, Tavano e Mancosu hanno dominato le classifiche marcatori degli ultimi campionati cadetti.
Disponibilità. Il requisito principale richiesto nel nuovo ciclo etneo ed evidenziato con forza dal presidente Pulvirenti è quello della motivazione. Un giocatore di Serie A, per giunta nato a Palermo, che si dichiara entusiasta della possibilità di scendere di categoria per giocare col Catania e crede nel progetto di risalita predisposto dalla società, è un giocatore che parte con il piede giusto. Il resto dovrà dimostrarlo in campo (e non fermarsi ai proclami, come fece a suo tempo Ferrante, allora 33enne) ma se non fosse supportato dalla fame e dalla voglia di vincere lui, come chiunque altro, il campo non lo vedrebbe nemmeno.
Condizioni economiche. Accanto al nome di Calaiò sono stati accostati al Catania diversi attaccanti, molto più giovani e per questo più “attraenti” in prospettiva, come Pavoletti e Jonathas. E non è detto che la società non provveda ad affiancare all’Arciere un’altra punta. Ma acquistare giocatori che a 25 anni (o anche meno) hanno dimostrato di poter raggiungere quota 15/20 gol in Serie B è impresa ardua per una squadra appena retrocessa come il Catania, che viene in tal senso ostacolata dalle aste che su tali giocatori si creano e che coinvolgono club di Serie A, più avvantaggiati sotto il profilo sportivo ed economico (non dovendo, questi ultimi, sottostare a salary cup). Con il “colpo” Calaiò, dunque, il Catania si assicura a prezzo ridotto un giocatore che dovrebbe soddisfare quantomeno le minime garanzie di competitività che il campionato cadetto richiede (entrando nel dettaglio, secondo le recenti pubbliche esternazioni del presidente del Napoli Aurelio De Laurentis, il giocatore sarebbe stato ceduto gratuitamente dai partenopei ai quali spetterebbe un "premio" di 350.000 euro nel caso di promozione in Serie A del Catania e del raggiungimento di una quota minima di 20 presenze in campionato da parte dell'attaccante).

CONTRO
Rinnovamento dell’organico. Una delle maggiori perplessità sull’acquisto di Calaiò è dettata dallo stesso fattore che sotto il profilo dell’esperienza viene valutato positivamente. Si tratta del requisito dell’età. L’esperienza va bene, ma fino a un certo punto in un campionato come quello di B caratterizzato da regole che impongono un numero massimo di over 21 e consentono di disporre illimitatamente degli under 21. Tale limitazione, infatti, può rappresentare il presupposto per un rinnovamento dell’organico che, puntando anche per necessità su un nutrito parco di giovani, può consentire l’efficace trampolino di lancio di un nuovo ciclo. Viene in soccorso il paragone col Palermo della scorsa stagione: i rosanero disponevano già di due attaccanti di livello come Hernandez e Dybala che rientravano nei parametri previsti per i giovani (allora il limite era degli over 23). Ad essi, la società di Viale del Fante ha affiancato un ulteriore under, la promessa Belotti, poi esplosa, e Lafferty, a “soli” 26 anni l’attaccante più “esperto” del reparto.
Prolificità. Stagione 2005/06, l’ultima disputata in B dal Catania e conclusa con la promozione degli etnei in Serie A: capocannoniere rossazzurro, determinante ai fini della cavalcata, Gionatha Spinesi con 23 reti. Nella maggior parte dei casi, e in particolar modo per quanto riguarda le squadre che giocano col 4-3-3 e quindi con una sola punta, la disponibilità di un bomber da 20 e più reti a stagione si è rivelata essenziale ai fini del raggiungimento dell’obiettivo Serie A. Tavano col Livorno e con l’Empoli, Cacia col Verona, Paulinho col Livorno, e via di seguito. E Calaiò? L’attaccante palermitano ha raggiunto e superato quota 20 gol soltanto una volta, dieci stagioni orsono, con la maglia del Pescara. Quattro anni fa ci si è riavvicinato con il Siena, realizzando 18 reti. E adesso, a 32 anni, ci riproverà, anche se proviene da due opache stagioni in massima serie in cui ha realizzato in totale 7 reti. Il discorso cambierebbe nel caso in cui si farà affidamento, anche tatticamente, agli altri componenti del reparto (i vari Leto, Castro, che però non sono andati oltre quota 4 in Serie A e Martinho che invece ha già realizzato 10 reti nell’anno della promozione col Verona) sulla falsa riga degli esempi del Palermo e del Sassuolo delle ultime due stagioni.
Europa in tre/quattro anni. L’ultima perplessità è legata alle recenti dichiarazioni dell’A.D. Cosentino, che ha dichiarato voler raggiungere l’obiettivo Europa entro i prossimi 3 o 4 anni. L’acquisto di Calaiò, di per sé, è un acquisto che rientra nella consueta ottica di una società, come il Catania, che punta all’immediata risalita e quindi si affida, in parte, a giocatori di esperienza che conoscono la categoria. Ma dal momento che, stando alle dichiarazioni dei vertici societari, l’obiettivo nel medio termine va al di là di una “normale” promozione e successiva lotta per la salvezza in massima serie, non è facile capire il contributo che potrà garantire un attaccante dell’età di Calaiò tra uno o due anni. Sulle base delle ambizioni dichiarate, sarebbe stato più coerente investire in un giovane di grande prospettiva. Ma il mercato è ancora lungo e magari riserverà ulteriori sorprese…