Botta e risposta tra AIC e Lega Pro

Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina

Il presidente della Lega Pro Gabriele Gravina 

Gravina risponde a Tommasi: nessun ripensamento sulle liste. Senza intese, potrebbe saltare la prima giornata.

Lo scorso 10 agosto, attraverso il seguente comunicato, l'AIC aveva proclamato lo stato di agitazione nei confronti della Lega Pro:
"L’Associazione Italiana Calciatori, alla luce delle decisioni emerse nel corso dell’ultimo Consiglio Federale (mancati ripescaggi, spostamento del controllo sui pagamenti degli stipendi), proclama lo stato di agitazione della categoria e si riserva di valutare, insieme ai propri associati, le opportune iniziative di protesta da intraprendere in vista dell’inizio del campionato di Serie C".

Si è fatta attendere una settimana la risposta del presidente della Lega Pro Gabriele Gravina, diffusa oggi attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale della Lega:
"A seguito della proclamazione dello “stato di agitazione” dell’ Associazione Italiana Calciatori, la Lega Pro con una lettera a firma del Presidente Gravina ha richiamato l’attenzione del Presidente Tommasi invitandolo ad alcune riflessioni in ordine agli aspetti addotti a fondamento delle iniziative proclamate dalla componente rappresentativa dei calciatori.
Il Presidente invita l’AIC a valutare argomenti – tra cui quello, fondamentale, di un nuovo “patto” sul riequilibrio delle risorse funzionali a tutto il sistema calcio – in ordine al quale tutti dovrebbero esprimere posizioni con prospettive che guardino a dare un futuro certo al sistema calcistico, al di sopra dei singoli interessi di parte.
La Lega Pro ha già avuto modo di dimostrare alla AIC il proprio impegno per fare formazione, di curare il post-carriera, di sperimentare nuove formule e di attivare modelli gestionali di avanguardia (ad esempio, il progetto “rating” ). Ciononostante la AIC ha preso una posizione che rischia di far riaprire problematiche già assodate, costringendo forse la Lega a rivedere decisioni di cui lo stesso Presidente Gravina si è fatto promotore per affermare logiche condivise nell’interesse del sistema calcio.
Il Presidente Gravina nella sua missiva ricorda a Tommasi le posizioni di Lega su alcuni argomenti centrali, come la possibilità di attivare i ripescaggi condivisa con la stessa AIC, la posizione della Lega che ha delineato norme più stringenti accolte nel C.U. 46/A del 10 agosto u.s.. Per quanto riguarda il tema delle “liste” questo rappresenta un elemento portante di quella “mission” votata alla valorizzazione dei giovani da cui la Lega Pro non può arretrare. Infine, sul differimento dei termini, il Presidente Gravina ha ricordato alla AIC il ricorso pendente dinanzi al Tar che riguarda la legittimità, nel quadro della gerarchia delle fonti, della normativa sportiva rispetto a quella statale in riferimento ai versamenti contributivi e, certamente, l’attività cautelare del nostro sistema ben vale uno slittamento di 3 settimane.
La Lega Pro si è incamminata in un ben delineato percorso di innovazione e cambiamento e può vantarsi – nonostante il momento di perdurante crisi economica, l’esponenziale crescita competitiva del contesto sportivo e l’irrigidimento delle normative di riferimento – di aver raggiunto alcuni importanti risultati sul piano della gestione sportiva e dell’immagine.
Ciò detto lo stato di agitazione proclamato e la rinuncia alla partecipazione in Consiglio Federale, lungi dal portare benefici all’A.I.C., indebolisce tutti coloro che, come la Lega Pro, cercano di portare avanti una logica di sistema senza fare un discorso di esclusiva tutela dei propri interessi come tante volte abbiamo dimostrato. La Lega Pro, evidenzia il Presidente Gravina nella lettera, ha ottenuto con la riduzione delle retrocessioni, il ripristino del format a 60 per la stagione 2018/2019: ciò testimonia l’utilità di continuare a portare avanti le posizioni di Lega in Consiglio Federale seppur in minoranza.
Infine, la Lega Pro resta aperta al confronto con tutte le componenti e chiede ai propri interlocutori di armarsi di senso di responsabilità nel considerare obiettivi di sistema".

Qualora le due parti non riuscissero a sanare in fretta la frattura creatasi, vi è la concreta possibilità di uno sciopero che farebbe saltare la prima giornata, in programma il 26 ed il 27 agosto.