Biraghi: "Siamo noi giocatori i primi a soffrire"

Cristiano Biraghi ha parlato oggi in conferenza stampa.

Cristiano Biraghi ha parlato oggi in conferenza stampa. 

Cristiano Biraghi ha parlato oggi in conferenza stampa, rilasciando dichiarazioni sulla volontà dei giocatori del Catania di uscire dalla delicata situazione in classifica.

TORRE DEL GRIFO- Ha parlato oggi, presso la sala stampa di Torre del Grifo, Cristiano Biraghi, terzino sinistro del Catania, analizzando la difficile situazione in classifica dei rossazzurri.

Cosa è rimasto al Catania di questa trasferta?

Sia cose negative che cose positive. Dobbiamo migliorare le cose negative e dar continuità alle cose positive.

Dovevi supportare un attacco in emergenza. Come ti sei trovato?

E’ un ruolo che mi appartiene. In attacco erano un po’ soli a far la guerra con i difensori del Genoa. Ci sono delle partite con diverse possibilità di spinta: le partite sono tutte diverse.

Pensi al Cagliari, cosa dici?

Dobbiamo vincere, perché sappiamo che da qui alla fine a prescindere dalla vittoria che fino all’ultima giornata ci sarà da lottare: faremo la guerra con le nostre concorrenti alla salvezza. Ogni partita è una finale, dobbiamo cercare di far più punti possibili.

Siete a conoscenza del malumore e delle perplessità dell’ambiente?

Noi facciamo i giocatori, i primi a soffrire siamo noi. Forse l’ambiente non pensa questo. Noi soffriamo questa situazione: la Serie A la perdiamo anche noi, non solo i tifosi. Ci sono dei momenti in cui bisogna stare tutti più uniti. Più siamo e più possibilità abbiamo di salvarci.

Cosa vi succede quando scendete in campo? Perché durante la settimana si succedono discorsi riguardo la carica, la rabbia e l’entusiasmo: caratteristiche che non vengono rispecchiate dal gioco del Catania.

Noi cerchiamo di dare il massimo. Ci sono determinate partite in cui non riusciamo ad applicare quello che vogliamo al massimo. Siamo delusi perché non riusciamo a mettere ciò che speriamo di dare: è un periodo così, ogni settimana ed ad ogni sconfitta noi diamo sempre di più per la partita dopo.

Come giudichi la tua esperienza al Catania?

Personalmente sono contento, perché sono riuscito a ritagliarmi il mio spazio, ma io penso alla squadra: l’esperienza non è positiva per la posizione in classifica. Sono convinto come lo siamo tutti che alla fine dell’anno sarà una grande gioia.

Secondo te il Cagliari è un po’ fuori dalla lotta per la retrocessione?

Loro si ritengono fuori anche se non sono così convinto: basta che steccano due partite e quelli sotto le vincono, poi sono coinvolti anche loro. Sono più tranquilli ma di certo saranno anche un po’ preoccupati.

In tanti ti vedono confermato nella difesa a quattro contro il Cagliari. E’ arrivato il momento di scaricare il tuo cinismo sottoporta?

E’ dall’inizio che lo spero. Ho sempre accettato le decisioni del mister: non ci arrabbiamo se finiamo in panchina, non pensiamo singolarmente ma pensiamo da gruppo. Tutti insieme vogliamo vincere ma tutti vogliamo uscire da questa situazione.

Cosa si dovrà fare di diverso da Marassi?

E’ importante giocare in casa: l’invito ai tifosi è a sostenerci fino alla fine perché per noi è molto importante, in casa per noi è più facile. Noi dobbiamo fare una partita come contro la Lazio. Se mettiamo voglia di vincere e spirito penso che non ci saranno problemi.

Qual è la partita che ti ha lasciato qualcosa in più?

Le partite che abbiamo vinto in casa perché è bello vedere la gente gioire insieme a noi. Ci auguriamo di fare altre vittorie per far contenta la gente di Catania.

Tu sei di proprietà dell’Inter e i nerazzurri sulla fascia hanno dei problemi: ci pensi all’anno prossimo?

Ho già tanti problemi per la testa: adesso non ci penso, in questo momento abbiamo dei problemi qui a Catania e fino all’ultimo giorno penserò alla salvezza del Catania. Se mi arriva una chiamata mi farà piacere perché sono tifoso dell’Inter, ma fino all’ultimo giorno darò il 100% qui.