Bestia era!

Ciccio, fra i migliori a Cagliari...

Ciccio, fra i migliori a Cagliari... 

L'editoriale di Max Licari si proietta verso il difficile match interno contro il Chievo, ponendo l'attenzione su alcune problematiche comportamentali emerse a Cagliari. Con un appello finale: andiamo allo stadio!

Dare continuità
Della non eccezionale gara vista all’Is Arenas rimane, comunque, una bella eredità: il risultato. Un buon punto che accende una miniserie positiva che sarebbe un delitto non perpetuare, considerato anche il calendario futuro del Catania. Ma, attenzione, è proprio in tali frangenti che in passato i rossazzurri si sono fatti cogliere in fallo, mostrando agli osservatori attenti e meno attenti di non aver compiuto il necessario salto di qualità in fatto di personalità e di continuità di rendimento che marca la differenza fra una mediocre e una buona/ottima compagine. La partita con il Chievo giunge a fagiolo per testare in modo efficace l’eventuale “ innalzamento” di livello, se si pensa che ultimamente i “mussi volanti” costituiscono un’autentica “bestia nera” per l’Elefante. Da quel fatidico 27 maggio 2007, quando miracolosamente gli etnei sconfissero i clivensi garantendosi una impensata permanenza in A, i gialloblù sembrerebbero essersela legata al dito: quando vedono rossazzurro, imbizzarriscono... Inutile ricordare come nella scorsa stagione il Catania fu costretto a lasciare l’intera posta, 6 punti, all’undici allora allenato da Di Carlo, nell’ambito di due partite brutte e disgraziate. Ed era il celebrato Catania di Montella all’apice del suo fulgore... Quello attuale è il solito Chievo: squadra chiusa, ben preparata atleticamente, pronta alla ripartenza veloce. Anche la classifica è la solita, giacché i veronesi fluttuano sempre a cavallo fra la zona retrocessione e la metà della graduatoria: adesso si ritrovano nella prima situazione, a 11 punti come il Palermo e il Pescara, 2 sopra il terz’ultimo posto. Ergo, verranno a Catania con il coltello fra i denti a tentare di far risultato, cosa che, sottolineiamolo, in trasferta non ha mai fatto. Tutte sconfitte (5) per la truppa attualmente allenata da Eugenio Corini. Quindi, missione ancora più difficile per l’undici di Maran: in primo luogo a causa delle probabilità statistiche, secondo perché i gialloblù saranno ancora più determinati ad arrestare l’emorragia esterna. Il Chievo, non starebbe a me ribadirlo, dispone di buoni “sfangatori” di Serie A, gente abituata a lottare domenica (o sabato, mercoledì, etc.) dopo domenica per guadagnare la meritata pagnotta. Giocatori come Sorrentino o Pellissier, per esempio, in passato hanno sempre avuto “particolari riguardi” verso le maglie rossazzurre. Ma nemmeno Dainelli, Jokic, Hetemaj, Luciano o Thereau sono da prendere sottogamba. In particolare l’attaccante francese, gran fisico e ottima tecnica individuale, a mio parere, è il giocatore da tenere sott’occhio in modo più attento. Certo, Maran con tutta probabilità potrà riavere Bergessio, elemento fondamentale per lo sviluppo totale del gioco, in più si giocherà in casa dove finora s’è fatto faville, ma accendere la lampadina rossa di “pericolo incombente” non sarebbe cosa malvagia...

Risolvere qualche “bruciorino di stomaco”
A Cagliari, in controtendenza rispetto a quanto sentito e letto in questi giorni, ho intravisto segnali positivi. Quando una squadra non si esprime al massimo, magari non “si allena” al massimo, forse si ritrova con qualche “bruciorino di stomaco” di troppo, concede in trasferta una sola palla gol (strepitoso Andujar su Sau) a una formazione capace di conseguire 4 vittorie nei 5 precedenti match, non mi sembra che si possa parlare di segnali negativi. Certo, non si è sviluppato il solito gioco spumeggiante in attacco, non si è sfatato questo maledetto tabù da trasferta, non si è, come pretenderebbero alcuni tifosi, emulato il Real Madrid, ma si è rimasti solidi per 90’. Probabilmente, solo alcuni hanno notato che per fare risultati eclatanti in trasferta è necessario che la squadra di casa giochi “di prammatica”, cioè per vincere, in attacco. A Cagliari è avvenuto ciò? Ma dai... I rossoblù di casa (giustamente, aggiungo io) provavano una fifa matta elle micidiali ripartenze di Gomez e Barrientos!!! Così, sono rimasti in massa dietro la linea del pallone per quasi tutta la partita... In queste condizioni, non sarebbe facile sbloccare il risultato nemmeno per la tanto celebrata Juventus. Piuttosto, invece che andare a spaccare il capello sulle prestazioni di Biagianti o Doukara, che comunque con l’impegno hanno strappato con i denti la sufficienza, oppure “tafazzarsi” sull’assenza di Bergessio (seppur fondamentale), bisognerebbe che si appuntasse l’attenzione su alcuni fattori “disciplinari”, per di più a carattere di recidività, che in una società di Serie A non possono sussistere a lungo. So per certo che la società ha posto mano alle problematiche evidenziatesi a Cagliari nel modo più severo, ma... “repetita juvant” (non Juvent... pi’ffavuri!). Quando il presidente Pulvirenti, come al solito senza peli sulla lingua, dice prima della partita che la squadra non si è allenata bene e che Almiron rimane fuori per scelta tecnica, un campanellino d’allarme comincia suonare. Sergio è un ottimo giocatore, importantissimo per il Catania, ma come tutti gli altri deve sudare in allenamento e in campo per guadagnarsi il posto da titolare. Per “diritto divino” nessuno scende in campo. Forse il solo Maradona, che anche da fermo insegnava calcio, poteva permetterselo. Almiron non è Maradona, quindi... Quindi deve fare meglio, deve pedalare, perché il rendimento evidenziato in questo inizio di campionato, soprattutto a livello atletico, è sicuramente inferiore rispetto a quello della scorsa stagione. Nel suo caso, il meccanismo dell’orgoglio deve scattare come una molla, poiché allora darebbe ragione a:
-coloro che affermano, sulla base dell’analisi del suo rendimento in carriera, come alterni sempre una grande stagione a una fallimentare (ultimo esempio, Bari);
-coloro che insinuano che volesse raggiungere il suo “mentore” Ventura a Torino già in estate o, al massimo, a partire da gennaio...
Io non sono fra questi, ma da Sergio attendo risposte in allenamento e sul campo. Capitolo Barrientos. È già la seconda volta che si produce in manfrine poco edificanti all’atto di una (giusta o ingiusta che dir si voglia) sostituzione. Comprendo l’incidenza del coefficiente adrenalinico in determinate situazioni, comprendo la voglia di essere sempre e comunque protagonista, il desiderio quasi feroce di non mollare mai (lo giudico più che positivamente), ma il rispetto verso l’allenatore e, in special modo, verso il compagno che entra deve essere sovrano. Non è esteticamente bello assistere a certe scene; non solo: fai brutta figura e la fai fare alla tua società. Il “pitu” ha beccato una multa, ma non è questione di punizioni o meno. Lo deve capire da solo (o bisogna farglielo capire bene...): la grandezza di un giocatore viene esibita in campo, ma la grandezza di un uomo la si vede fuori dal campo (o quando esce dal campo...). Io sono il suo più grande estimatore, lo reputo un fuoriclasse irrinunciabile per le sorti del Catania e, tecnicamente, fra i giocatori migliori del campionato italiano; ma episodi similari mi rattristano, macchiano l’immagine quasi epica di uno dei giocatori più forti mai visti a Catania che, in futuro, ricorderò con i nipotini. Evitare istrionismi siffatti sarebbe cosa buona e giusta. Vediamo...

Andiamo allo stadio
Sulla questione “spettatori” al “Massimino” mi sono già dilungato nel precedente editoriale e sarebbe stucchevole tornarci sopra. Le motivazioni economiche, sociali, psicologiche, le conosciamo tutte e le abbiamo sviscerate per filo e per segno. Forse, al momento, potremmo recuperare qualcosina in fatto di “attitudine” ad andare allo stadio. Probabilmente, al di là di qualsivoglia giustificazione, si è persa proprio questa fondamentale inclinazione. Ricordo, al proposito, una famosa battuta di Albertuzzo (Einstein): “Weakness of attitude becomes weakness of character”. Andare alla stadio a tifare per il Catania contro il Chievo è molto più importante che farlo in occasione delle gare contro la Juve o l’Inter. Un piccolo sforzo tentiamo di farlo... Let’s go, Liotru, let’s go!!!