Bergessio, il re dei "bomber" etnei in Serie A

 Il gol storico, grazie al quale Gonzalo Bergessio diventa il miglior realizzatore della storia del Catania in Serie A con 32 reti

Il gol storico, grazie al quale Gonzalo Bergessio diventa il miglior realizzatore della storia del Catania in Serie A con 32 reti 

Dal 1° al 32°, ripercorriamo i gol che hanno permesso a Gonzalo Bergessio di entrare nella storia del Catania.

Primo gol contro il Genoa nel “lunch match”
27 febbraio 2011. Al “Massimino” è in scena Catania-Genoa, primo lunch match della storia dell’Elefante in Serie A. Sulla panchina etnea è arrivato da poco più di un mese Diego Simeone al posto di Marco Giampaolo per risollevare una delicata situazione di classifica, ma fin qui i risultati sono stati altalenanti e il Catania è ancora sulla graticola. A complicare le cose ci si mette Floro Flores che approfitta di una corta respinta di Andujar per portare in vantaggio i suoi nel primo tempo. Sugli spalti c’è aria di insofferenza, ma nella ripresa il Catania è lesto a pareggiare i conti con Maxi Lopez. Passano pochi minuti e il nuovo acquisto Gonzalo Bergessio si fionda su un lancio proveniente dalla difesa: dal rimpallo scaturito dal suo suggerimento per Maxi Lopez nasce l’occasione per tirare in porta. Il n°9 non ci pensa due volte e, complice una leggera deviazione di Kaladze, spiazza Eduardo e realizza il gol del 2-1 (che sarà il risultato finale). L’argentino di proprietà del Saint-Etienne era stato prelevato in prestito dal Catania durante l’ultimo giorno del mercato di gennaio, giorno in cui era approdato alle falde dell’Etna insieme agli altri due acquisti Lodi e Schelotto. Per problemi di transfert l’attaccante deve aspettare il 20 febbraio per esordire con la maglia rossazzurra, in occasione del match contro il Napoli al “San Paolo”, dove peraltro parte da titolare e sostituisce Maxi Lopez, allora un intoccabile e quindi escluso a sorpresa. Sette giorni dopo conferma e primo gol in Serie A, il primo di una lunga serie.

Gestione Simeone: sacrificio e convivenza con Maxi
Il leit-motiv dei primi cinque mesi di Gonzalo Bergessio in terra etnea è la convivenza con Maxi Lopez. Simeone, infatti, non gioca con due attaccanti, e alterna il 4-3-3, modulo “base” del Catania, con il 4-2-3-1. In questi schemi “El Cholo”, puntando sul biondo n°11 come prima punta, schiera sistematicamente Bergessio come ala sinistra, ruolo in cui “El Lavandina” si destreggia discretamente grazie alla grande propensione alla lotta e al sacrificio che possiede. Lotta e sacrificio che, giocoforza, lo allontanano dalla porta e conseguentemente dalla possibilità di timbrare molti gol, anche se a fine stagione riuscirà comunque ad arrivare a quota 5: dopo il gol col Genoa, “pausa” di un mese e ritorno al gol nella partita con la P maiuscola, il derby col Palermo, dove conclude con un pallonetto a scavalcare Sirigu la grande cavalcata verso la porta su delizioso suggerimento di Ricchiuti; a fine stagione, poi, inanella 3 gol in tre partite consecutive, i primi due (contro il Cagliari in casa e contro il Brescia fuori) decisivi per la matematica conquista della salvezza, il terzo (contro la Roma) valido per pareggiare la sfida contro i rivali giallorossi, poi decisa in extremis dal “Papu” Gomez.

Nuovo approdo in extremis: Montella gli affida le chiavi dell’attacco
Insomma, l’impatto col campionato italiano è stato più che positivo, ma un inghippo contrattuale frena la permanenza in Sicilia di Gonzalo. Si tratta del diritto di riscatto fissato a 4 milioni a gennaio dal Saint-Etienne, cifra che il Catania non intende spendere. Così Bergessio torna in Francia e arriva anche a disputare le prime due partite di stagione con i biancoverdi, ma la dirigenza etnea lavora sotto traccia e riesce a concludere l’affare a pochi giorni dalla fine del mercato estivo: l’argentino rientra a Catania, stavolta a titolo definitivo, per una cifra intorno ai 2 milioni, firmando un contratto fino al 2015 e scegliendo, solo per questa stagione, il n°18 (il n°9 era già stato preso dall’altro acquisto David Suazo).
A Torre del Grifo Bergessio trova una novità: in panchina non c’è più Simeone (suo mentore ai tempi del San Lorenzo) ma Vincenzo Montella. L’aeroplanino dopo le prime giornate comincerà ad alternare il 4-3-3 con il 3-5-2 ma Bergessio, a sorpresa, diventa il riferimento principale in attacco, un po’ per le sue prestazioni, un po’ per la crisi tecnica/motivazionale di Maxi Lopez.
Il primo gol in stagione arriva subito, nella prestigiosa sfida contro la Juventus al “Massimino”: cross basso di Gomez dalla destra, scivolata ad anticipare Chiellini sul primo palo e Buffon sorpreso. Il “Toro” si ripete poi con due gol in tre giorni a fine ottobre: prima all’Olimpico di Roma contro la Lazio, sfruttando un rimpallo in area per trafiggere Marchetti, e poi in casa contro il Napoli, gol vittoria di testa su suggerimento di Ricchiuti.
Seguirà un lungo periodo di crisi, determinato anche dal ritorno in auge di Maxi Lopez che riconquista la maglia da titolare prima di trasferirsi al Milan a gennaio. Non a caso, Bergessio ritorna al gol proprio a fine gennaio, nella gara casalinga contro il Parma: suggerimento in profondità di Biagianti, controllo del n°18 che dribbla Pavarini e deposita in rete. E’ un gol che sblocca l’attaccante che si ripete, sempre al “Massimino”, nelle successive uscite contro Genoa e Novara, per poi tornare ad osservare un periodo di digiuno. Che però non pesa ai tifosi: perché la squadra continua a volare in zona Europa con le prodezze di Lodi, Legrottaglie & company, e perché Bergessio si dimostra imprescindibile grazie ai varchi che riesce ad aprire nelle difese avversarie col costante lavoro sporco in fase di pressing o di protezione del pallone.
L’ultimo gol stagionale (per un totale di 7, pochini per un centravanti) arriva contro il Lecce, ma è illusorio: i salentini rimontano clamorosamente nel finale e spengono i sogni di gloria coltivati dalla piazza.

Con Maran record inviduale nella stagione del record di punti
Al termine della stagione 2011/2012, la società non ha dubbi: nonostante uno score di reti non eccelso, Bergessio è il punto fermo dell’attacco e da lui riparte il Catania e il nuovo allenatore Rolando Maran per il nuovo campionato. Non a caso non viene acquistato alcun centravanti se non il giovane Doukara e come alternativa il Catania si limita a trattenere Taka Morimoto, appena rientrato dal prestito novarese. Nella nuova stagione la musica sarà ben diversa. Perché Bergessio conferma quanto di buono si diceva sul suo conto in termini di generosità e lavoro oscuro, ma allo stesso tempo riesce a migliorare sul fronte della cattiveria sotto porta, supportato d’altronde dai folletti Barrientos e Gomez, ormai all’apice della propria crescita nel campionato italiano.
Alla seconda giornata, contro il Genoa (sua vittima preferita insieme al Siena) realizza la prima doppietta in Serie A. Non prima di aver strigliato a dovere il compagno di squadra Castro, appena arrivato, reo di non avergli passato il pallone. Il “Pata” recepisce il messaggio, sforna l’assist, e Gonzalo scavalca Frey in uscita, per poi siglare il secondo gol di testa su calcio d’angolo. Il terzo gol stagionale arriva contro il Parma, a distanza ravvicinata su assist di Izco. Il quarto arriverebbe nella partita contro la Juventus, ma il fattaccio che coinvolge l’arbitro Gervasoni, l’assistente Rizzoli e il guardalinee Maggiani (nonché i bianconeri Pepe e Giaccherini) determina l’annullamento di un gol che resterà comunque nella storia, per motivi diversi. Nelle settimane successive il “Toro” patisce un infortunio che priva Maran del suo attaccante, ed emergono palesemente i limiti delle riserve, assegnando un ruolo sempre più imprescindibile al n°9 etneo. Nella fortunata trasferta di Siena si registra il ritorno al gol e la nuova doppietta personale, con cui Bergessio ribalta e poi chiude un match inizialmente condotto dai toscani: il primo gol è un tocco morbido che supera Pegolo in uscita, il secondo di rapina nell’area piccola, su azione d’angolo. La settimana successiva, in casa contro la Samp, un poderoso colpo di testa su cross di Giovanni Marchese certifica l’ennesima rimonta dei ragazzi di Maran, sempre più proiettati verso una stagione da protagonisti.
Il 2013 però non comincia nel migliore dei modi: Bergessio infatti spedisce sulla traversa un rigore conquistato da Izco e il Catania (in dieci) pareggia in casa col Toro. Il “lavandina” si riscatta in fretta: prima servendo a Gomez l’assist per il gol vittoria contro la Roma, e poi depositando in porta il pallone suggerito dallo stesso “Papu” nella vittoriosa trasferta di Genova contro i rossoblù. Dopo una nuova mini-flessione, Gonzalo torna al gol nella partita che potrebbe lanciare definitivamente verso l’Europa il Catania, ovvero il match contro l’Inter. E’ con gran caparbietà che l’attaccante etneo va a recuperare sulla linea di fondo un pallone che sembrava perso e controllato dal difensore avversario Juan Jesus, ed è poi con grande qualità che Bergessio deposita il pallone in rete con un delizioso pallonetto che inganna Handanovic. L’ex portiere dell’Udinese si rifarà però nella ripresa parando proprio al n°9 un tiro a botta sicura, a tu per tu, che avrebbe potuto portare il risultato sul 3-0 e chiudere così il match. Finirà 2-3 per i nerazzurri.
Le ambizioni europee tramontano, non tramonta invece la fame di Bergessio che cerca il record personale di reti in una stagione già da record per la squadra, che concluderà all’ottavo posto con 56 punti. Il pallonetto di sinistro a scavalcare Amelia in uscita contro il Milan, la tripletta contro il derelitto Siena al “Massimino”, e il destro di prepotenza contro il Toro all’ultima giornata permettono all’argentino di raggiungere la fatidica doppia cifra e chiudere la stagione a quota 13 reti, a quattro gol di distanza dal record fissato da Gionatha Spinesi nel 2006/2007.

Capocannoniere anche nella stagione più difficile
La fiducia nei confronti di Bergessio dopo la stagione dei record è incondizionata. E determina anche l’aumento dell’interesse di altre società nei suoi confronti. Ma il Catania lo conferma, e ancora una volta lo mette al centro del progetto tecnico. L’avvio di stagione però è sfortunato: la squadra non ingrana, finisce ben presto in zona retrocessione, e il primo gol stagionale del “Lavandina” in casa del Cagliari, di testa su calcio d’angolo, non serve né a portare a casa punti dal “Sant’Elia”, né a salvare la panchina a Rolando Maran, esonerato dopo il match.
Bergessio peraltro scende in campo nonostante non sia in perfette condizioni fisiche, ma il peggio deve ancora venire. 30 ottobre 2013, data fatidica per il n°9 etneo e anche per la stessa stagione del Catania. Sul risultato di 4-0 in favore della Juventus allo “Stadium” il difensore bianconero e della nazionale Giorgio Chiellini con un intervento killer causa la frattura del perone dell’attaccante rossazzurro, che eroicamente resta in campo negli ultimi quindici minuti, avendo il nuovo tecnico De Canio esaurito i cambi. Il “Toro” resterà fuori 45 giorni, forzando i tempi del recupero e rientrando a metà dicembre, a partita in corso, contro il Verona. Durante il periodo di assenza forzata, l’organico costruito dalla società mostra i propri oggettivi limiti: né Maxi Lopez (lontano parente di quello ammirato gli anni precedenti) né il nuovo acquisto Leto si dimostrano in grado di sostituire Bergessio.
Non è un caso che col ritorno a pieno regime dell’attaccante titolare e del regista della passata stagione, Lodi, tornato a fine dicembre, il Catania riesca a vincere 2-0 lo scontro diretto contro il Bologna, col primo gol realizzato proprio dall’argentino, di testa, su cross dello stesso Lodi da calcio piazzato. La vittoria non riesce, come auspicato, a dare una sterzata alla stagione del Catania, che richiama Maran in panchina al posto di De Canio a metà gennaio. Ma anche col tecnico di Rovereto, i gol latitano. Fa eccezione la sfida al cardiopalma contro il Livorno a inizio febbraio. Bergessio realizza il gol del momentaneo 1-1, finirà 3-3. Nel frattempo la società non acquista l’attaccante tanto ambito dalla piazza, e le lacune del girone d’andata emergono anche in quello di ritorno: l’argentino è poco assistito davanti, e quando deve saltare per squalifica una partita (come col Genoa o contro il Napoli) a subentrargli è Keko, un esterno offensivo che può fare ben poco. Nel deprimente clima che ne consegue passa sottotraccia la centesima presenza con la maglia del Catania in occasione della trasferta di Parma, e la centesima presenza in Serie A totalizzata nel match contro il Sassuolo, match in cui è proprio Bergessio a sbloccare il risultato rilanciando le speranze salvezza degli etnei, poi mortificate dalla rimonta neroverde nella ripresa. Ma l’argentino, che aveva segnato anche nella precedente partita, in casa contro il Cagliari, nell’indifferenza generale scavalca l’indimenticato Memo Prenna nella classifica dei marcatori del Catania in massima serie, e si porta a un gol di distanza dal recordman Giuseppe Mascara. L’aggancio arriva nell’ennesima partita amara della stagione, quella di due settimane fa contro il Torino, che sembra condannare il Catania alla Serie B.

Contro la Samp arriva lo storico traguardo
Il sorpasso, invece, arriva domenica, nella partita che, se non altro, con la vittoria del Catania sulla Sampdoria dell’ex Sinisa Mihajlovic accorcia le distanze in zona salvezza. Il gol storico, grazie al quale Gonzalo Bergessio diventa il miglior realizzatore della storia del Catania in Serie A con 32 reti, arriva al minuto numero 62: lancio al bacio del “Pitu” Barrientos, controllo e destro sul secondo palo che batte l’estremo difensore avversario Fiorillo. E’ un gol che, tra l’altro, regala al Catania tre punti che lanciano la disperata volata finale che attende gli etnei.
A prescindere dall’esito di questa stagione, c’è comunque da credere che il record di Bergessio resisterà per molti anni. Dietro il “Toro”, infatti, c’è Mascara, fermo a quota 31 e ormai a fine carriera; quindi, come detto, il grande protagonista degli anni ’60 Adelmo Prenna, a quota 29; seguono Spinesi a 24, Todo Calvanese e Maxi Lopez a 23, Carlo Facchin e il “Malaka” Martinez a 22; quindi tutti gli altri. Insomma, si tratta di giocatori che appartengono al passato remoto (come gli eroi degli anni '60), che hanno appeso le scarpe al chiodo (come Spinesi) o che hanno concluso la propria esperienza alle falde dell’Etna (come, di recente, Maxi Lopez). Per superare Bergessio, che ha altre quattro partite a disposizione per ritoccare ulteriormente il primato, ci vorrebbe un attaccante prolifico che giochi nel Catania in massima serie e che nel Catania resti per diverse stagioni. Non possiamo sapere quando e se accadrà, e nell’attesa non ci resta che celebrare il bomber del Catania in Serie A: Gonzalo Rubén Bergessio.