Atalanta-Catania (1-1): Giann occhio di lince!!!

Legrottaglie, gol da incorniciare...

Legrottaglie, gol da incorniciare... 

Il commento al match di Bergamo tra nerazzurri e rossazzurri. I temi "caldi": scientificamente pari; undici iniziale indovinato; derby, festa dello sport.

Scientificamente pari
In 12 contro 10 non si poteva fare di più. Rimane il rammarico per una fondamentale vittoria sfumata per fattori esterni non ascrivibili a meriti o demeriti dei rossazzurri, protagonisti per conto loro di una bellissima prestazione, fatta di propositività, gioco, occasioni da rete e un gol magistrale; prestazione “bloccata” scientificamente dalle decisioni di un arbitro tragicomico, totalmente inadeguato alla categoria. Non si tratta del consueto “vittimismo” di chi si sente danneggiato, intendiamoci. Invito chi ne abbia voglia a rivedere con calma la partita, in modo da rendersi conto delle sconcertanti, e a senso unico, decisioni di Giannoccaro, tra l’altro lo stesso che non aveva visto il gol di Barrientos a Firenze. Nella prima mezzora tre ammonizioni comminate ai giocatori etnei al primissimo fallo o presunto tale (almeno i due gialli a Spolli e Marchese appaiono ingiustificati), Manfredini graziato per un intervento stile Kung Fu su Maxi Lopez. Al 43’, con faccia ilare, il giusto guiderdone alla sua scientifica direzione: doppio giallo a Spolli per un intervento a mio parere nemmeno falloso su Denis, ma in ogni caso assolutamente non da ammonizione, in specie su un giocatore già sanzionato. Certo, il difensore argentino può essere tacciato di ingenuità, ma l’operato di Giannoccaro si inscrive nell’ambito del protervo accanimento unilaterale. A quel punto, il più era fatto e il pareggio di riffa o di raffa agganciato nella ripresa dal neoentrato Tiribocchi ne è l’ovvia conseguenza. Missione compiuta. Solo così l’Atalanta avrebbe potuto arginare la superiorità di un Catania fin dal primo minuto padrone del campo, magistrale in mediana con un Almiron di lusso, sereno (per quanto possibile, data la scarsa impermeabilità) in difesa e pungente in attacco con il ritrovato Maxi Lopez e il mobile Barrientos, abile a galleggiare fra le linee e appoggiare gli inserimenti dei compagni. L’azione del gol al 18’, giunto al culmine di 5’ minuti di fuoco in cui i rossazzurri avevano fallito almeno due occasioni nitide con Spolli e Lodi, per non parlare della stoccata di Almiron deviata in angolo da Consigli, risulta paradigmatica: tacco del “pitu” per Marchese, buon cross dalla corsia mancina, prepotente inzuccata di Legrottaglie (seconda marcatura stagionale) a centro area, a “bucare” l’incolpevole portiere nerazzurro. Anche dopo la rete, mai pericolosa l’Atalanta e piacevolmente manovriero il Catania, che sfiora il raddoppio con una splendida rovesciata di Delvecchio. Peccato, un vero peccato che succeda quello che succede, perché poi nella ripresa, obiettivamente, poco si poteva fare se non resistere, e il Catania lo fa molto bene. Il pareggio arriva, come al solito, al primo vero in tiro in porta degli orobici, su corner, grazie alla “svirgolata” del subentrato Tiribocchi (uno che, evidentemente, ha un conto aperto con i rossazzurri), lasciato colpevolmente solo a centro area da Bellusci. L’ennesimo grave errore difensivo che vanifica il lavoro di tutta la squadra. E con questa sono 20 le reti subite dal Catania. Come confermato dallo stesso Lo Monaco, a gennaio ci sarà da lavorare in questa direzione, in modo da rendere una buona squadra ancora più competitiva. E già, perché 18 punti in classifica non sono pochi, ci si ritrova nella parte sinistra della graduatoria, con la concreta possibilità “campanilistica” di scavalcare il Palermo domenica prossima nel derby. Anche se, una riflessione è da proporre. Tutti noi stiamo appuntando lo sguardo sulla non eccezionale qualità del reparto difensivo capitanato da “Fratel Nicola”. Tuttavia, non bisogna dimenticare che il Catania ha segnato solo 15 gol e, nella graduatoria dei cannonieri, non compaiono rossazzurri né in testa né a metà. A 3 i soli Bergessio e Lodi. Mancano le stoccate decisive degli attaccanti, insomma.

Undici iniziale indovinato
Il Catania gioca a calcio. E quando trova la possibilità di farlo, cioè in trasferta o in casa con le squadre propositive, lo fa bene. Trova, di contro, gravi difficoltà al cospetto di “cagliareggiamenti” di varia natura, cioè compagini in 11 davanti alla linea di porta, pronte poi a ripartire velocemente in contropiede. La partita odierna ne è una riprova. L’Atalanta tentava di far gioco, il Catania aveva gli spazi di manovra per mettere in mostra i suoi palleggiatori, da Lodi ad Almiron a Barrientos. Montella, rispetto a una settimana fa, indovina l’undici iniziale. Giusto l’inserimento di Delvecchio a dar sostanza alla mediana. Giusta la chance, meritata, a Maxi Lopez. Giusto l’impiego di Barrientos al posto di un Gomez bisognoso di riposo. Detto della sontuosa prova di Almiron e di Legrottaglie, di gran lunga i migliori in campo, soffermerei l’attenzione su Maxi e Pablo. La “gallina”, a mio parere, ha giocato una buona gara, svariando molto, costituendo sempre prezioso punto di riferimento, con la controindicazione dell’assoluta mancanza di conclusioni in porta. Barrientos, per l’oretta vissuta in campo, deve essere giudicato positivamente. A onta di qualche leziosità evitabile, il “pitu” ha messo in mostra un buon atteggiamento tattico e una disponibilità al sacrificio sorprendente. In più, come detto, entra nell’azione del gol. Bisogna insisterci su e Montella, mi auguro, lo farà. Buona gara anche di Marchese, vincitore dello scontro diretto con l’ex Schelotto, e di Delvecchio, mentre Potenza dall’altra parte, pur disputando un match diligente, si conferma poco adatto al 3-5-2. Infine, vi sarà da fare una riflessione a gennaio su Sciacca, subentrato a Barrientos nella ripresa. Fabio deve andare a giocare con continuità, in modo da autotestarsi, per comprendere se potrà sviluppare una buona carriera da calciatore, come noi tutti auspichiamo. Una buona squadra di B che gli dia la possibilità di proporsi da titolare indiscusso sarebbe la scelta più giusta.

Derby, festa dello sport
Domenica prossima si giocherà al “Massimino” il match più sentito dell’anno. Non ho dubbi che si tratterà di un’ulteriore dimostrazione di maturità di entrambe le tifoserie. Dal punto di vista tecnico, la sensazione è che quest’anno i due organici siano più vicini rispetto al passato, come la stessa classifica propone. Gara aperta, insomma, fra due buone squadre ben allenate. Non so quali saranno le scelte di Montella o l’atteggiamento scelto da Magia. La domanda sorge spontanea: il Palermo “cagliareggerà”, considerato che proviene da una sconfitta esterna o si giocherà la gara, dato che ancora in trasferta non ha mai segnato (due soli 0-0 per i rosanero). Da ciò dipende l’interpretazione dei rossazzurri. Non bisognerà fare gli errori commessi nelle ultime tre gare interne, sia in avanti, sia in difesa. Probabilmente, uno come Maxi Lopez risulterà fondamentale, così come il rientro di un più tonico Gomez, riposato e rigenerato. Ma, al di là di ciò, un unico imperativo dovrà albergare nelle menti dei giocatori etnei, peraltro sostenuti dal pubblico delle grandi occasioni: sputare sangue in campo, mangiare l’erba e gettare il cuore oltre l’ostacolo. Let’s go, Liotru, let’s go!!!