Area 51

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Un "pitu" stellare... 

L'editoriale di Max Licari propone l'analisi del mach con il Siena, proiettandosi sul turno infrasettimanale di Genova. A prova di "malacumpassa"...

Tre calci alla "dietrologia"
È giunto. Finalmente. Questo benedetto, sudato e meritato record di punti in A si è materializzato in una di quelle partite che i “ben informati” davano per “regalata”, considerata la differenza di motivazioni delle contendenti e la supposta “benevolenza” dell’ambiente nei confronti di una diretta concorrente dei “cugini” occidentali nella lotta per evitare la retrocessione. “Ben informati” che, come da prammatica da una decina d’anni a questa parte, non hanno mancato di “accucchiare” la solita, irreversibile “malacumpassa”. Simile all’incredibile figuraccia fatta da quei tifosi del Palermo che, un paio d’ore dopo aver visto giocare la propria squadra in modo orripilante, la stessa compagine che, penultima in classifica fino a quel momento, aveva “maltrattato” la maglia rosanero e che all’80% a fine stagione retrocederà in B, hanno avuto il coraggio di recarsi ad accoglierla con fanfare da sagra paesana al rientro da Catania, come se avesse vinto la Champions e non fatto ridere in campo. Il trionfo del provincialismo e del campanile meno intelligente. Così, consentitemelo, io godo in modo ancor più completo proprio in virtù di tali “evoluzioni” clownesche. Un orgasmo continuato e ininterrotto, a dir la verità. Sia chiaro, se un giorno alcuni tifosi rossazzurri dovessero decidere di fare una cosa del genere, sarebbe l’inizio della fine. I rossazzurri hanno dimostrato grande serietà in questo finale di campionato. È vero, vi è stato un evidente rallentamento che non ha consentito a Maran e soci di lottare fino in fondo per il sogno europeo, ma ciò va ascritto solo e unicamente a limiti di personalità ed esperienza della squadra, a un passo dalla maturazione definitiva ma NON ancora matura a puntino, e non certo a “calcoli” e affini. Al “Massimino”, Contro il Palermo e oggi con il Siena, due squadre ipoteticamente all’ultima spiaggia, il Catania ha dato tutto, giocando con serietà e professionalità. E a Milano, contro una squadra in lotta per la Champions, a una ventina di minuti dalla fine stava terrorizzando i rossoneri. Mi pare possa bastare. Contro i bianconeri di Iachini, mai battuti in A tra le mura amiche, non c’è stata storia. Uno straordinario Barrientos, per cui vale la pena di pagare qualsiasi biglietto e, a mio parere, tecnicamente il miglior giocatore della storia del Catania, e un grande Bergessio, autore di una tripletta che lo proietta a quota 12 reti stagionale, hanno suonato il “de profundis” ai toscani, dimostratisi ben poca cosa. Una squadra che in una gara da “dentro fuori” gioca in modo così fiacco (al di là degli ovvi limiti tecnici e della chiara differenza di valori rispetto ai rossazzurri), dispiace dirlo, merita la retrocessione, sebbene non debba essere dimenticato che 36 punti li ha comunque incamerati. Il “Pitu” e il “lavandina”, in assenza di Gomez, inizialmente in panca, hanno dimostrato di essere giocatori importanti, degni di essere gratificati dalla “standing ovation” del pubblico del “Massimino”. Insieme a un ottimo Castro, non hanno lasciato scampo agli svagati Paci e Felipe, tanto che su una giocata magica del “puffo”, il difensore brasiliano si è fatto espellere. Il lancio al “pata” del primo gol, l’assist del terzo e due o tre giocate in dribbling al limite dell’area, beh, penso di averle raramente viste allo stadio. Con un giocatore così, qualsiasi attaccante si sentirebbe in una botte di ferro. E Bergessio ha sfruttato l’occasione. Bella la tripletta, a coronare un ottimo campionato che, anche a livelli di numeri, si fa interessante. La dozzina di reti non è poco, soprattutto se si considera che almeno tre regolarissimi gli sono stati annullati. Quindici “cioccolatini” non sarebbero male, a dimostrazione che forse andrebbe rivisto il “cliché” che vuole il centravanti argentino “generoso” ma poco prolifico. È un ottimo giocatore, quasi sempre uno dei migliori in campo. E segna un congruo numero di gol (24 in A, terzo marcatore di sempre insieme al mitico “gabbiano”). Punto.

Una crescita costante
Ma l’analisi va fatta in maniera complessiva, non sui singoli, malgrado il Catania abbia non meno di sei elementi pronti per palcoscenici importanti: Andujar, Spolli, Lodi, Barrientos, Bergessio e Gomez. Il dato più rilevante è che questi 51 punti sono frutto di una crescita costante, anno dopo anno, sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello societario e strutturale. E, rimarchiamolo sempre, qualsiasi allenatore giunga alle falde dell’Etna, riesce a fare meglio del precedente! Maran è bravissimo, merita tutti gli elogi del caso. Ma è riuscito a migliorare lo score di Montella (che con la Fiorentina sta dimostrando di essere un grande tecnico) anche perché supportato da una società forte e depositaria di un progetto chiaro. Non è, insomma, una meteora o un frutto di congiunzioni astrali, questa squadra.

Obiettivo ottavo posto
La sconfitta dell’Inter a Napoli lascia il Catania a due punti dall’ottavo posto. Un obiettivo che ancora può essere raggiunto. Un obiettivo importante, perché consentirebbe al Catania di giocare la prima gara di Coppa Italia in pratica a gennaio. Non solo, Costituirebbe il miglior piazzamento storico (uguagliato) per il sodalizio di Via Magenta. Un’occasione da sfruttare, anche in virtù dei grossi problemi d’organico dei nerazzurri meneghini, che giocheranno il turno infrasettimanale contro una diretta concorrente come la Lazio al “Meazza”. Il Catania, di contro, mercoledì sera andrà al “Ferraris” contro la Samp, una delle squadre con il peggior score nelle ultime dieci gare. Un match alla portata che, se approcciato nella giusta maniera, potrebbe proiettarci in alto. Di contro, da sottolineare come i doriani non siano ancora matematicamente salvi, quindi giocheranno sicuramente con motivazioni particolari. Partita difficile, in definitiva. Non impossibile… Rientrerà Marchese, mentre Alvarez, oggi infortunatosi a fine primo tempo, dovrà dare forfait. Gomez sarà fresco, c’è Almiron. Insomma, si può fare! Let’s go, Liotru, let’s go!!!