Akragas-Catania: Mi ritorni in ment Ex

Andrea Di Grazia, l'ex più atteso...

Andrea Di Grazia, l'ex più atteso... 

Nuovo appuntamento nel mondo dei 'doppi ex' del presente e del passato...

La storia negli almanacchi
Il fascino dell’ex. Il fascino di nomi che, alla sola lettura, rievocano una valanga di aneddoti. Una miscela esplosiva di rimpianti, rimorsi, dolci pensieri ed emozioni sopite dentro il cassetto dei ricordi da stadio. Il fascino dell’ex, passato ed attuale.

Presente: i 'magnifici' 7
In vista della gara tra Akragas e Catania, in programma domenica 20 marzo alle ore 14.30 allo stadio "Esseneto" di Agrigento, fari puntati sui 'doppi ex' passati e presenti. Così come avvenuto la scorsa settimana contro la Juve Stabia anche il ‘capitolo akragantino’ è abbastanza ricco di personaggi, sia attuali che provenienti dal passato. Sette gli attuali: cinque tra le fila biancazzurre, due tra quelle rossazzurre. In casa Catania i due ex akragantini si trovano ambedue nel reparto arretrato: Tino Parisi e Desiderio Garufo. Prima di giungere al Catania, nell’estate 2014, Tino Parisi ha indossato la casacca akragantina per due stagioni, rispettivamente nel 2012-13 in Eccellenza e nel 2013-14 in Serie D. Più proficua l’annata nella serie regina del dilettantismo: 29 presenze e una rete con il sogno promozione in Lega Pro sfumato di un soffio. Presente nel derby di coppa, disputato all’Esseneto lo scorso 28 ottobre, con la grave disattenzione sul groppone in occasione del gol vittoria biancazzurro siglato da Leonetti, sia nella gara d’andata, conclusa con un’ammonizione. Altrettanto corposa l'esperienza biancazzurra di Desiderio Garufo, nato di Grotte (paesino di quasi seimila abitanti sito nella provincia agrigentina) nel 1987. All’Akragas dall’estate 2004 all’estate 2006 per un totale di 62 presenze e ben 17 reti in Eccellenza. Soltanto panchina per lui nel corso della gara d’andata. In casa del Gigante, invece, l’ex più rappresentativo è certamente Ciro Capuano, esperto difensore napoletano classe 1981. Al Catania dal gennaio 2009 al giugno 2015 per un totale di 122 presenze e 2 reti (contro Reggina e Milan). Numeri importanti, impreziositi da tanta generosità nonostante qualche infortunio di troppo. Ad Agrigento dalla scorsa estate. Nel corso di questa stagione ha collezionato 18 presenze con la casacca biancazzurra, una delle quali nella gara d’andata del “Massimino”; presente anche nel match di Coppa Italia. Altro difensore, dal pedigree, è Andrea De Rossi, cavallo di ritorno biancazzurro dopo appena sei mesi (54 presenze e 2 reti con la casacca del Gigante nel biennio 2013-15). Poca gloria in rossazzurro: nei sei mesi trascorsi alle falde dell’Etna appena due presenze in Coppa Italia, una delle quali proprio contro l’Akragas, per via dell’esclusione dalla lista campionato. Tridente in avanti, tutto siciliano. L’unico certo di non scendere in campo è Fabio Aveni, costretto ai box da un infortunio al legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Messinese di Barcellona Pozzo di Gotto, classe 1994, dopo la lunga trafila nel vivaio etneo, iniziata nel 2011 e contraddistinta da ben 30 reti ( Il percorso giovanile), ha collezionato l’unica apparizione ufficiale con la maglia della prima squadra proprio nel giorno dell’ultima gara in Serie A del Catania: una decina scarsa di minuti nel match disputato il 18 maggio 2014. Dopo una stagione alla Juve Stabia arriva l’approdo all’ombra dei Templi. In biancazzurro appena una presenza prima del grave K.O. Discorso diverso per Matteo Di Piazza, bomber dell’Akragas con 10 reti in 24 gare. Palermitano di Partinico, classe 1988, Di Piazza ha indossato la casacca rossazzurra soltanto a livello giovanile disputando il campionato primavera 2005-06: appena due le reti messe a segno da Di Piazza in una stagione che vide sbocciare Andrea Russotto, autore di 9 reti col Treviso, e lo juventino Michele Paolucci capocannoniere 22 reti. Nel luglio 2006 il passaggio al Savoia. Dopo la stagione a Torre Annunziata una serie quasi infinita di cambi di maglia: Vittoria, Benevento, Sud Tirol, Siracusa, Rimini, Chievo Verona, Pro Vercelli, Gubbio, nuovamente Pro Vercelli, Benevento e Savoia, Maceratese e, infine, nell’estate scorsa, lo sbarco sulla costa akragantina. Attaccante in stato di grazia, a segno da cinque partite: una rete a testa a Ischia, Fidelis Andria, Paganese, Juve Stabia e la doppietta alla Lupa Castelli Romani di lunedì scorso, per un totale di sei reti in un mese!

Matteo Di Piazza, col numero 19, nel corso della gara d'andata  



Un Gigante catanese
Capitolo a parte per Andrea Di Grazia, esterno destro assai pungente ed efficace. Catanese, classe 1996 (vent’anni il prossimo 8 maggio), Di Grazia è un altro canterano rossazzurro ( Il percorso giovanile). Ha esordito con la casacca della prima squadra etnea nel corso della vittoriosa gara di Matera disputato lo scorso 20 settembre: 50 minuti da titolare prima di lasciare il posto a Falcone. In campo anche in occasione delle gare contro Monopoli, Ischia (suo l’assist a Calil in occasione del 4-2), Lecce, Casertana e Juve Stabia. Sei spezzoni nelle prime nove giornate seguite da un inspiegabile vuoto dovuto alle scelte assai discutibili di mister Pippo Pancaro. Scarso utilizzo sfociato, lo scorso 14 gennaio, nel passaggio in prestito secco all’Akragas. Con la casacca del Gigante l’exploit: 8 presenze (sette delle quali da titolare), 3 reti (al Matera nel giorno del debutto, al Catanzaro e alla Fidelis Andria) e diversi assist vincenti, l’ultimo dei quali fornito a Di Piazza in occasione della prima rete alla Lupa Castelli Romani. Presenza inamovibile nel tridente di mister Pino Rigoli che aumenta i rimpianti in casa etnea…

Catania 1994-95 



Generazione CND: Sampino apre, Ardizzone chiude
Stagione 1994-95. Il Catania, reduce da un mancato tentativo di radiazione (tramutato in retrocessione d’ufficio in Eccellenza) riparte dal Campionato Nazionale Dilettanti. Organico rossazzurro di ottimo livello, costruito per il pronto salto nel calcio professionistico, affidato a Pier Giuseppe Mosti, bandiera rossazurra anni ottanta. Dall’Akragas arrivano i centrocampisti Santo Ardizzone, Giuseppe Catalano (appena due presenze in rossazzurro) e il difensore Giuseppe Sampino. A far loro compagnia il marsalese Pasquale Marino (futuro tecnico rossazzurro dal 2005 al 2007) akragantino dal 1984 al 1986. La stagione parte con la vittoria interna sulla Rossanese, decisa proprio da Giuseppe Sampino (63 presenze e tre reti dal 1994 al 1996). Dopo undici giornate (4 vittorie, 6 pareggi e una sconfitta, lo 0-3 interno contro il Gravina sul neutro di Acireale) Angelo Massimino decide di cambiare la guida tecnica: via Mosti, dentro Angelo Busetta, tecnico navigato all’Akragas nella stagione 1992-93 (in C2) in sostituzione di Mauro Zampollini. L'esordio di Busetta sulla panchina degli etnei giunge a Rotonda (paesino di 3.500 anime in provincia di Potenza) il 12 novembre 1994:1-0 per i rossazzurri in virtù della rete siglata da Beppe Mosca. Prima vittoria di una cavalcata inarrestabile conclusa con la vittoria nella polvere di Gangi: 3-0 tra le Madonie siglato dalle reti di Drago, Mosca e Santo Ardizzone, di quest’ultimo l’ultima rete degli etnei tra i dilettanti.

Portieri: Bifera, unico rappresentante
Tra i ‘doppi ex’ del passato l’unico rappresentante tra i pali è Francesco ‘Ciccio’ Bifera, estremo difensore nato a Taormina nel 1967, in biancazzurro nella stagione 1992-93. Qualche anno più tardi, precisamente nel 1998-99 in Serie C2, l’unica ma intensissima stagione a difesa della porta rossazzurra: 33 presenze (18 reti incassate) e un apporto determinante per la promozione in C1 con Piero Cucchi in panchina.

Nicola Legrottaglie contrastato da Ibrahimovic... 



Difensori: Legrottaglie, doppio ex recentissimo…
Poker di nomi nel reparto arretrato. Il più distante dai giorni nostri è Giorgio Michelotti, elegante difensore nativo di Bengasi, al Catania nelle vesti sia di calciatore (oltre 100 presenze dal 1959 al 1966) che di allenatore nel 1981-82 con la supervisione del direttore tecnico Guido Mazzetti. Sulla panchina akragantina nella stagione 1973-74. Negli anni ottanta troviamo il già citato Pier Giuseppe Mosti, al Catania dal 1980 al 1985 per un totale di 146 presenze e 9 reti tra A e B. Tra le colonne del Catania di Gianni Di Marzio che conquistò la promozione in massima serie al termine della stagione 1982-83. All’Akragas nelle vesti di tecnico nel 1993-94. Nella stagione seguente il ritorno a Catania, in CND. Ritorno amaro concluso anzitempo dopo un paio di mesi. Storia recentissima è quella di Nicola Legrottaglie, tecnico dell’Akragas fino alle dimissioni dello scorso 17 gennaio giunte al termine di una lunga striscia negativa. Decisamente più fortunata l’esperienza in rossazzurro, l’ultima della sua carriera da calciatore. Al Catania dall’estate del 2011 al 2014 per un totale di 75 presenze e 8 reti in tre stagioni. La rete più emozionate . La più emozionante quella siglata al Palermo al “Barbera” che diede l’iniziale vantaggio ai rossazzurri di mister Montella nell’aprile 2012: gol di testa ed esultanza contagiosa proprio sotto al settore ospite occupato dai tifosi etnei ebbri di gioia. Altro doppio ex recentissimo, anche se avente un curriculum meno prestigioso del pugliese, è il croato Dragan Lovric, classe 1996, in rossazzurro dall’estate 2013 al giugno 2015 per un totale di 21 presenze con la formazione primavera di mister Giovanni Pulvirenti( Il percorso giovanile). Spesso aggregato alla prima squadra ha subito, nell’estate 2014, una lesione al legamento crociato anteriore; un infortunio che ne ha smorzato l’ascesa. Nel corso della scorsa estate il passaggio in prestito proprio all’Akragas. L’esordio in biancazzurro proprio in occasione del derby di Coppa contro gli etnei disputato lo scorso 28 ottobre. Qualche giorno più tardi il debutto in campionato: una decina di minuti contro la Lupa Castelli Romani. Il 31 gennaio il ritorno a Catania e successivamente la rescissione contrattuale con la società di Via Magenta. Al momento è svincolato.

Davide Baiocco, freschissimo ex  



Centrocampisti: Davide, l’intramontabile
Ancor più corposo la presenza in mediana. A cavallo tra gli anni quaranta e cinquanta troviamo Enzo Garavoglia : 46 presenze e 11 reti in rossazzurro tra il 1949 e il 1951; successivamente ad Agrigento. Qualche anno più tardi è la volta di Alvaro Biagini, indimenticabile protagonista del Catania anni sessanta. Toscano di Montecatini Terme, in rossazzurro dal 1959 al 966 per un totale di 170 presenze, 9 reti, una promozione in A seguite da cinque salvezze consecutive in massima serie. Ad Agrigento nelle vesti di tecnico. Nel 1978-1979 il passaggio all'Akragas, con cui conquista un terzo posto nel campionato di Serie D. Nel 1980, dopo un anno di ‘esilio’, il ritorno in sella al Gigante con tanto di promozione in Serie C2. Come rappresentante degli anni settanta trova posto il messinese Vittorio Schifilliti , prodotto del settore giovanile rossazzurro, al Catania dal 1970-72 per un totale di 12 presenze e 3 reti tra A e B; all’Akragas nel biennio 1980-82. L’unico esponente negli anni ottanta è il napoletano Pietro Puzone: all’Akragas nel 1982-83, al Catania nel 1985-86 e 1987-88 (nel 1986-87 parentesi poco fortunata al Napoli) per un totale di 64 presenze e 6 reti. In tempi recenti troviamo l’intramontabile Davide Baiocco, attualmente in forza al Siracusa in Serie D. Con la casacca rossazzurra 122 presenze e 2 reti dal 2005 al 2009, una promozione in Serie A e due salvezze in massima serie assai sofferte. Mediano tutto cuore e polmoni, dal temperamento guerriero e dalla spiccata personalità e dall’indiscutibile carisma. Baiocco ha interpretato al meglio il ruolo di capitano – rimediando talvolta qualche espulsione di troppo per un eccesso di grinta ed adrenalina – divenendo un’autentica icona della storia del Calcio Catania. Appena una stagione con la casacca akragantina, ma estremamente positiva: 28 presenze, grande saggezza ed apporto in mezzo al campo con la storica promozione in Lega Pro colta la scorsa primavera. In estate lascia il biancazzurro per correre al ‘capezzale’ del Catania: dopo una prima parte di pre-campionato in rossazzurro giunge inaspettatamente la notizia del mancato tesseramento e il conseguente ritorno al Siracusa dopo tre stagioni. Ancor più recente è la doppia esperienza di Sergio Bernardo Almiron: 81 presenze e 9 reti in rossazzurro dall’estate 2011 al giugno 2015. Quattro stagioni in chiaroscuro condizionate, soprattutto le ultime due, da una serie interminabile di infortuni che ne hanno condizionato irrimediabilmente il rendimento e le presenze sul terreno di gioco. Lo scorso sette agosto il passaggio all’Akragas. Esperienza biancazzurra contrassegnata dai soliti problemi fisici che ne hanno limitato l’impiego: appena sei presenze (una delle quali nella gara d’andata a Catania, una ventina di minuti) prima di dire basta col calcio giocato lo scorso 15 dicembre ed assumere la carica di collaboratore tecnico. Esperienza lampo conclusa dopo qualche mese. Chiusura con Sem Addamo, prodotto del vivaio etneo: in rossazzurro fino al gennaio 2014, mese nel quale è passato per sei mesi proprio all’Akragas in Serie D( Il percorso giovanile).

Sergio Bernardo Almiron, doppio ex recentissimo 



Attaccanti: Bellini, Faita e Cocuzza
Se il presente si chiama Aveni, Di Grazia e Di Piazza il passato porta il nome di due attaccanti che si collocano nella prima parte del secolo scorso: Enzo Bellini, a Catania nelle vesti di calciatore prima (1937-40) e tecnico poi (1955-56, in biancazzurro come allenatore negli anni sessanta; Luigi Faita, rossazzurro nella C 1947-48 (16 presenze e una rete), con il Gigante nel 1949-50. Da annoverare anche Salvatore Cocuzza, attualmente in forza al Messina. Per l'attaccante palermitano, classe 1987, appena una stagione nella primavera rossazzurra (2006-07) e, successivamente, sei mesi ad Agrigento nel campionato di Serie D 2013-14.

Allenatori: Rubino, un gentleman in panchina
Oltre al già citato Angelo Busetta ci sono anche altri nomi abbastanza importanti nell’elenco dei doppi ex della panchina. Si parte da Carmelo Di Bella, catanese classe 1991. Don Melo, di ruolo mezzala, giocò nella squadra della sua città tra il 1938 e il 1941. Appese le scarpette al chiodo ritornò in rossazzurro nelle vesti di tecnico a più riprese. La prima – tra il 1958 e il 1966 –la più fulgida e portatrice di successi e gloria: una promozione in A, sei salvezze consecutive in massima serie e l’etichetta di ‘ammazza-grandi’ conseguita in virtù delle epiche vittorie contro Milan, Inter e Juventus. Dopo Catanzaro e Palermo, nel 1971, ritorna a Catania. Altre due stagione concluse con un ottavo e quinto posto in B. La stagione successiva, 73-74, ritorna a Catanzaro, senza, però, grossi risultati. Nel 1976-77 l’ennesimo, ed ultimo, ritorno in rossazzurro: annata disgraziata conclusa con l’amara retrocessione in C1. Ad Agrigento nelle vesti di tecnico nel biennio 1952-54 con una promozione dalla Prima Categoria alla Promozione (1952-53) e un brillante terzo posto nella stagione seguente: trampolino di lancio di una carriera piena di soddisfazioni, soprattutto in rossazzurro. Altro nome altisonante è quello di Egizio Rubino, protagonista di due le promozioni col Catania, rispettivamente in Serie A nella stagione 1969-70 e in B nel 1974-75. Una promozione anche alla guida del Gigante biancazzurro, in Serie C1, conseguita al termine della stagione 1982-83. Chiusura con Giuseppe Caramanno, tecnico navigato con pochissima gloria sia in biancazzurro che in rossazzurro. Allenatore akragantino nella stagione 1975-76. Cinque lustri più tardi, precisamente nel 1991-92, arriva sulla panchina del Catania: annata in chiaro scuro, contraddistinta dalla breve staffetta (un mese circa) con Franco Vannini.