Ai limiti del fantascientifico

 

Il commento di Max Licari mette in evidenza come la prossima settimana sia cruciale per il futuro del Catania che richiede una scossa tecnica e la trasformazione in essere delle scelte di mercato per il reparto d'attacco, confermatosi come il meno prolifico della categoria. Si tratta di una "chiamata" definitiva, perché, sebbene lo spazio per recuperare ci sia, gli errori commessi a Bergamo lasciano adito a pochi dubbi sui rimedi più urgenti da proporre allo scopo di "costruire" una salvezza difficile ma non impossibile.

Il momento delle scelte definitive
È questo il momento cruciale della stagione. L’ultima chiamata per sistemare le cose e centrare una salvezza, numeri alla mano, possibile. Ma non si deve sbagliare. Bisogna, innanzitutto, prendere atto che la scelta relativa al cambio della guida tecnica ha prodotto, purtroppo, risultati innegabilmente negativi, sia sotto il profilo dei risultati sia sotto quello psicologico. 8 punti in 11 partite, 8 gol fatti 22 subiti. E, poi, completare la campagna acquisti inserendo almeno un attaccante in grado di rivitalizzare il peggior attacco della categoria. Ritardare una di queste due opzioni potrebbe risultare fatale, alla luce di quanto visto a Bergamo. E si è visto qualcosa di incredibile. Ai limiti del fantascientifico. Solo in "Armageddon" ho visto cose del genere. Il Catania ha perso una partita che mai avrebbe potuto e dovuto perdere, contro un avversario dominato in lungo e in largo per 45’. La peggiore Atalanta da quando il Catania è tornato in Serie A. Lenta in difesa con Lucchini e l’ex Stendardo, farraginosa a centrocampo con un Migliaccio fallosissimo, non certo scintillante in attacco, con un Denis francobollato in tutto da Spolli. Peruzzi, Biraghi, Izco, Lodi e Barrientos nel primo tempo hanno letteralmente fatto quello che hanno voluto. Certo qualcuno potrebbe rilevare lo scontato dato che se non metti la palla dentro da due metri, come fatto da Castro nel primo tempo, le partite non le vincerai mai, tuttavia c’è di peggio. L’approccio, inspiegabilmente timoroso, dei rossazzurri da inizio ripresa in poi. La nebbia atmosferica si è trasformata in nebbia interiore. Un cambio repentino ingiustificato e ingiustificabile (ma ricorrente, Cagliari e Genova docent) considerato l’andamento di una partita in cui avevi messo sotto in tutto un avversario chiaramente inferiore a livello tecnico, mai pericoloso e spesso inconcludente. Un arretramento del baricentro che ha portato all’ingenuità di Biraghi (non sono convinto del suo fallo da rigore su Bonaventura, ma il giovane terzino sinistro etneo non doveva intervenire in quel modo) e al contropiede di Moralez che ha chiuso la gara, salvo poi un rigurgito d’orgoglio finale con il gol di Leto (secondo stagionale) e l’occasione fallita al 93’ da Boateng. In mezzo, una serie di decisioni tecniche a dir poco sorprendenti. La più arzigogolata delle quali è l’aver inserito a 20’ dalla fine, sullo 0-1, Leto al posto di Biraghi, con conseguente spostamento di Plasil a esterno mancino. Da quella parte è giunta la ripartenza vincente di Maxi Moralez. Ricordo perfettamente che il Genoa ci pareggiò una gara giocata malissimo dai rossoblù al 88’ su autorete di Legrottaglie. Per quale motivo pensare che il Catania non possa fare altrettanto e, invece, tentare queste “mosse della disperazione” (e, attenzione, sono mosse viste, riviste e ripetute in tutte le trasferte giocate)? Il Sassuolo, dopo 13’, perdeva 0-2 in casa con il Milan… L’impressione è che l’allenatore pensi che questa squadra, una volta passata in svantaggio, non abbia le possibilità “normali” di recuperare e necessiti, dunque, di “invenzioni” estemporanee. E, se fosse così, saremmo al capolinea.

Fragilità psicologica?
Quello che fa più specie è sentire dal tecnico che il Catania perde perché affetto da “fragilità psicologica”. Ma, se non vado errato, oggi giocavano 8/11 della squadra che giunse ottava? Questa fragilità durante la scorsa stagione non la notavamo. E, poi, non si era detto che con il recupero della maggior parte degli infortunati si sarebbe visto un altro Catania? Oggi veniamo a sapere che “se rientreranno Bellusci, Almiron e Alvarez potremo fare un ritorno super”. Ma i primi due mancano da tante partite, Alvarez da una. Non solo, alla conferenza stampa di presentazione, De Canio si era presentato come motivatore psicologico. Ebbene, la scossa, sotto questo profilo, non è avvenuta. Ed è trascorsa più di qualche partita… Dispiace, ma non è più tempo di alibi. Il Catania sicuramente necessita di rinforzi in attacco, perché i numeri e le prestazioni lo dicono. E sono imprescindibili. Però, una volta aggiunte le forze nuove, non lasciarsi dietro tre fra Livorno, Sassuolo, Bologna, Chievo o Samp sarebbe un autentico suicidio calcistico. La domanda è ancora e sempre la stessa: è De Canio l’uomo giusto per tentare la risalita? Francamente, per limitarmi alla gara di Bergamo, mi sarei aspettato un Leto al posto di un deludente Castro già a inizio ripresa, e non certo la cervellotica sostituzione successiva…

Con la Fiorentina risultato obbligato
Contro la Fiorentina si prospetta un’altra gara da tregenda. La squadra di Montella è superiore, ma sarà priva di Gomez e Rossi, il 99% del suo potenziale offensivo. Di contro, al Catania mancheranno Lodi e Peruzzi, squalificati. Due elementi cardine. Non so se Rinaudo sia già nelle condizioni di giocare dal primo minuto, ma l'eventuale innesto del mediano argentino a poco servirà senza uno scossone complessivo a livello di motivazioni ed entusiasmo. I rossazzurri, pertanto, dovranno affrontare il match con i viola sicuramente con qualche freccia in più nel proprio arco proveniente dal mercato, ma con la stessa foga mostrata con il Bologna. Dimenticando Bergamo.E, possibilmente, con una scelta definitiva alle spalle. Se il Sassuolo, anche con un po' di fortuna, batte il Milan, non mi si venga a dire che i tre punti con i pur bravi toscani costituiscano impresa titanica. Chiudo esprimendo le mie più sentite condoglianze alla famiglia del fratello Aldo, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente. Un signore, un grande tifoso che, purtroppo, non c'è più Rimarrà nei nostri cuori per sempre. Anche per lui, grido come sempre: Let’s go, Liotru, let’s go!!!