Adesso basta!

Beppe Bellusci, tre giornate di squalifica post-derby

Beppe Bellusci, tre giornate di squalifica post-derby 

Riflessioni sulla disparità di trattamento riservata al Catania in termini di (in)giustizia sportiva.

Nessun alibi, nessun vittimismo
E’ doveroso premettere che se il Catania (autore comunque di uno straordinario campionato) a fine stagione dovesse recriminare un mancato piazzamento in orbita europea, lo farebbe principalmente per colpe proprie, e in particolar modo per quei 9 punti persi nei minuti di recupero, come ha d’altronde sottolineato l’A.D. Gasparin alla fine del derby nelle interviste di rito. Dunque la denuncia che segue non intende in nessun modo creare alibi o rasentare gli estremi del vittimismo cronico da tifoso da bar.

Catania stangato, Palermo graziato?
Ciò che però si presenta come inaccettabile, agli occhi del tifoso etneo nonché a quello degli sportivi in generale, è l’ennesima disparità di trattamento che ha contraddistinto in questa stagione l’operato del giudice sportivo. Con il comunicato ufficiale n. 194, il giudice Tosel ha infatti comminato tre giornate di squalifica al portiere Andujar, ed altrettante al difensore Bellusci. Le immagini che hanno fatto il giro dei vari talk show calcistici avevano fatto già ampiamente prevedere il pugno duro nei confronti del n°21 rossazzurro, sanzionato, infatti “per avere, al 49° del secondo tempo, a giuoco fermo, afferrato con veemenza al collo un avversario, colpendolo quindi con pugni allo stomaco.” Le stesse immagini, a dir la verità, non hanno mostrato la zuffa di cui è stato protagonista Bellusci, anch’egli squalificato per tre giornate: una, da regolamento, per il cartellino giallo ricevuto da diffidato; le altre due “per avere, al termine della gara, nel recinto di giuoco, afferrato al collo un calciatore avversario, strattonandolo e spingendolo reiteratamente.” Scena da far west “ammirata” allo stadio ed evidentemente anche dal quarto uomo e dagli assistenti, puntuali a segnalarla al direttore di gara, e quindi al giudice sportivo. Nulla da eccepire, lo stesso Andujar a detta di Maran si è scusato negli spogliatoi e Bellusci in serata ha fatto ammenda in diretta tv, scusandosi principalmente con i bambini.

Quarto uomo ed assistenti sono stati invece colpiti da improvvisa cecità di fronte agli episodi che si sono consumati nelle stesse frazioni di secondo che hanno accompagnato le risse di Andujar e Bellusci. Episodi che non sono stati menzionati neanche dal giudice sportivo, nonostante quest’ultimo potesse beneficiare delle immagini televisive, che dimostrano come il centrocampista palermitano Barreto prenda la rincorsa e dia una testata ad Andujar provocando la folle rincorsa di quest’ultimo, e che fanno inoltre notare come il capitano rossazzurro Biagianti si attivi per separare i due “contendenti”, salvo essere spintonato via in malo modo da almeno tre giocatori rosanero. Sia Barreto, nei confronti del quale la prova tv è stata invocata anche dai principali quotidiani nazionali, sia i compagni di squadra sono stati totalmente e clamorosamente risparmiati da qualsivoglia tipologia di sanzione, diffida o reprimenda.

L’ultima di una lunga serie…
Ma la stagione delle disparità, in sede di giustizia sportiva, non inizia certo col derby di domenica scorsa. Durante la stessa settimana che ha preceduto il derby, infatti, è giunta la notizia dello sconto di una giornata di squalifica concesso a Balotelli in seguito al reclamo presentato dal Milan nei confronti delle tre giornate che il giudice sportivo aveva comminato in seguito agli insulti rivolti dall’attaccante della Nazionale ad un assistente di linea al termine della partita con la Fiorentina. Tali ingiurie erano costate due giornate di squalifica in più al bomber rossonero, già gravato dalla giornata inflitta a causa del cartellino giallo preso da diffidato durante il match. In seguito al ricorso del Milan il giudice sportivo, senza uno straccio di motivazione, dichiara il ricorso stesso “parzialmente accolto e, per l'effetto, riduce la sanzione inflitta a 2 giornate effettive di gara unitamente all'ammenda di €20.000,00, in commutazione della terza giornata di squalifica.” Balotelli rientrerà in campo quindi domenica prossima proprio contro il Catania, che in questa stagione aveva vissuto un caso simile in quel di Parma con Legrottaglie, allora squalificato per due giornate “per avere, al 41° del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale, rivolgendo agli Ufficiali di gara espressioni ingiuriose” dopo il gol del parmense Amauri. Sebbene le motivazioni di entrambi i provvedimenti siano del tutto simili (le due giornate aggiuntive erano state comminate a Balotelli “per avere inoltre, al termine della gara, nel recinto di giuoco, rivolto ad un Arbitro addizionale un'espressione ingiuriosa”), lo sconto di pena è arrivato soltanto nel caso del giocatore rossonero.

Due pesi, due misure?
E’ quello che verrebbe istintivamente da pensare se si analizzano e confrontano altri casi eclatanti. Tutti ricordiamo le tre giornate di squalifica inflitte a Lodi “per avere, al 12' del primo tempo, colpito volontariamente un avversario (Meggiorini del Torino) con una violenta manata sul collo”; e tutti abbiamo notato il successivo trattamento, palesemente diverso, riservato al centrocampista Cambiasso, squalificato per una sola giornata “per essersi reso responsabile di un fallo grave di giuoco” sullo juventino Giovinco.
Si potrebbe continuare all’infinito. Come dimenticare la vergognosa assenza di provvedimenti nei confronti dei panchinari juventini, Pepe e Giaccherini in testa, che hanno invaso il campo chiedendo a gran voce l’annullamento del gol di Bergessio in occasione della gara d’andata al Cibali tra Catania e Juventus? Giudice sportivo non così clemente col rossazzurro Spolli che nella gara di ritorno con i bianconeri si è beccato due giornate di squalifica per aver protestato con l’arbitro negli spogliatoi.

“INgiustizia sportiva”
Le mancate, o meno gravi punizioni riservate ai giocatori delle altre squadre non hanno efficacia scriminante nei confronti degli etnei. Ciò che si rimprovera al giudice sportivo Tosel non è, infatti, un’eccessiva severità di giudizio nei confronti dei rossazzurri, giacché questi ultimi hanno meritato, a termini di regolamento, le sanzioni subite. E’ invece vergognoso ed inaccettabile che tale irreprensibile rispetto delle regole sia risultato latente in casi pressoché privi di dissonanze. La società etnea si è sempre contraddistinta per lo stile col quale ha accettato serenamente ogni verdetto, sportivo e disciplinare, ma in un ambiente in cui il presidente di turno alza con prepotenza la voce al primo torto subito sul campo per ottenere un trattamento arbitrale migliore, forse sarebbe il caso di lanciare un segnale