Mantenimento del titolo sportivo: il minimo sindacale per una città ferita e tradita

Gaetano Nicolosi e Giovanni Ferraù

Gaetano Nicolosi e Giovanni Ferraù 

Punto di partenza basilare che non cancella l'onta del fallimento dello storico sodalizio etneo

Bisogna andare avanti, anche se, nella normalità (apparente) di questi giorni di inizio anno, vengono fuori quei “cinque minuti” di rabbia mista ad incredulità. Mi siedo davanti ad “Ettore” – mio fedele pc dal maggio 2010 – apro i file word contenenti le varie statistiche sul Calcio Catania 1946, fermandomi e riflettendo su quel che stato e su quel che sarà. Guardo la pagina bianca dei cannonieri rossazzurri in un singolo campionato, quella dominata dai 23 gol di Gionatha Spinesi realizzati nella stagione di grazia 2005/06. Scorro la lista, scivolando fra le 20 di Giampietro Spagnolo 1974/75 e le 19 di Giuseppe Mosca 1994/95, fino ad arrivare a Luca Moro 2021/22, autore di 18 reti in 17 gare. Una domanda mi inquieta: se il numero 24 rossazzurro dovesse segnare ancora in questo campionato, varrebbe ancora questa classifica o bisognerebbe allargarla alla Società Sportiva Catania 1929, che vede in Marco Romano (26 reti in 17 gare, nel campionato 1942/43) il primatista incontrastato?

Sciogghilu stu ruppu. la confusione mi sovrasta, anche se basta un barlume di lucidità (forse) per avere la risposta.

Il Calcio Catania, quello nato il 24 settembre del 1946, a cui negli anni settanta venne assegnata la matricola federale 11700, è fallito lo scorso 22 dicembre. È finita, si tratta di un capitolo chiuso, anche se in attesa dell’assegnazione del titolo sportivo, potrebbe scendere ancora in campo, Covid-19 permettendo… Una o due partite, forse anche una terza o forse anche una in meno, poco importa: sarà un’altra storia, seppur in continuità (il figlio che nasce dalle ceneri del padre) ma sarà un’altra.

Con ciò, sono arrivato al tema centrale di questo mio articolo, nato dall’esigenza del provare ad andare avanti; del prendere atto della nuova realtà, ma che, tuttavia, non riesce a guardare a quel che è successo una ventina di giorni fa. I tempi ristrettissimi, incastrati e resi ancora più esigui dalle festività natalizie, hanno però imposto di reprimere il dolore e di guardare avanti, perché la salvezza del titolo sportivo che equivale al mantenimento della categoria esigeva una battaglia immediata, vista anche l’iniziale scadenza fissata per il 3 gennaio e successivamente prorogata al 5 dello stesso mese.

La proroga l’esercizio provvisorio fino al prossimo 28 febbraio concessa dal Tribunale di Catania ha rappresentato la prima tappa del nuovo Catania che proseguirà, in modo legittimo e quasi carnale, le vicende sportive del fu 1946.

Il mantenimento del titolo sportivo è traguardo intermedio, punto di partenza fondamentale, ma che non cancella il grande lutto per la perdita dell’amato Liotru. È basilare per il futuro, ma, allo stesso tempo, non bisogna considerarla una vittoria né tantomeno un obiettivo raggiunto che produce “Felicità immensa” così come dichiarato da Giovanni Ferraù, presidente della SIGI, al quotidiano “La Sicilia” nell’edizione di giovedì 6 gennaio 2022.

Si tratta, semplicemente, del MINIMO SINDACALE che andava garantito ad una Città ferita e tradita; l’ultimo atto compiuto da un gruppo di imprenditori prima di uscire di scena dal panorama calcistico rossazzurro. Definitivamente.

La felicità immensa sarebbe stata un’altra…