Il Tribunale dichiara il fallimento del Calcio Catania S.p.A.

 

L'analisi dell'odierna decisione del Tribunale e degli scenari che si dipanano da ora in avanti.

Decisione anticipata
Con sentenza depositata in data odierna, il Tribunale di Catania ha dichiarato il fallimento della società Calcio Catania. Una decisione più rapida del previsto, atteso che, dopo la rimessione della causa al Collegio, ci si attendeva che quest'ultimo si riunisse come di consueto il giovedì. Invece l'autorità giudiziaria non ha inteso perdere altro tempo, evidentemente perché ha ritenuto che non occorressero ulteriori approfondimenti a seguito della CTU depositata l'altroieri dai consulenti nominati e dell'udienza che si è tenuta ieri dinanzi il Dott. Ciraolo. Le deduzioni del Catania (inerenti, tra l'altro, per ciò che è filtrato, delle manifestazioni di interesse ricevute dalla proprietà) non hanno fatto breccia e soprattutto non hanno fornito le garanzie sulla prosecuzione dell'ordinaria gestione, che sarebbero state necessarie per scongiurare un epilogo del genere.

Il Tribunale ha già nominato i curatori: il Catania (per ora) scende in campo
E adesso che succede? E' la domanda che si faranno in molti. Il Tribunale ha operato come accade spesso in questi casi, nominando dei curatori fallimentari (i dott.ri Daniela D’Arrigo, Enrico Maria Giucastro e l’avv. Giuseppe Basile) che potranno occuparsi dell'esercizio provvisorio dell'impresa nello specifico ramo sportivo, garantendo la prosecuzione della stagione. Stasera, ad esempio, il Catania potrà regolarmente scendere in campo. Ma fino a quando? Questo lo scopriremo soltanto settimana dopo settimana, perché saranno proprio i curatori, nelle prossime settimane, a verificare se sussistono le condizioni (rectius: la liquidità) per poter completare la stagione. In caso contrario, il campionato della squadra di Baldini si concluderebbe in anticipo.

Si può ancora salvare il titolo sportivo
Compito dei curatori, oltre alla gestione dell'attività corrente, sarà quello di mettere all'asta nei prossimi mesi il titolo sportivo, per garantire un passaggio di proprietà indolore che consenta il mantenimento della categoria anche nella prossima stagione. Sempre che all'asta si presentino dei potenziali acquirenti, muniti dei requisiti richiesti. Potenziali acquirenti che non erediterebbero i debiti societari (che sono stati quantificati nella sentenza dichiarativa di fallimento in complessivi € 53.928.007,00), ma soltanto i debiti sportivi, comunque di non poco conto, dal momento che ammontano ad € 2.948.792,00.

Addio Calcio Catania 1946 e matricola federale n. 11700
Il nuovo Catania, sia in caso di "fallimento pilotato" con conservazione del titolo sportivo, sia in caso di ripartenza dai dilettanti nella prossima stagione, determinerà in ogni caso la chiusura definitiva della pagina legata al Calcio Catania 1946, società fondata nel dopoguerra e che cessa di esistere oggi a seguito della dichiarazione di fallimento. Il "nuovo" Catania sarà costituito da una nuova società, fondata nel 2022, alla quale la Figc attribuirà un nuovo numero di matricola. Questo "nuovo" Catania potrà col tempo acquistare ed utilizzare lo storico logo e anche la storica denominazione, ma da un punto di vista giuridico sarà a tutti gli effetti una nuova società, non avente nessun legame con quella precedente se non quello della continuità e tradizione sportiva, ai fini federali.

Sulla carta, Sigi potrebbe impugnare il fallimento. Ma occorrono argomentazioni forti
E la Sigi? Cosa può fare? Di sicuro esce immediatamente di scena dalla gestione societaria. Sul piano puramente teorico potrebbe impugnare la sentenza di fallimento con un reclamo che, se accolto, farebbe venir meno gli effetti del provvedimento, facendo così "tornare in vita" il Catania '46 e la matricola 11700. Ma bisogna esser chiari: per ottenere una revoca di fallimento occorre dimostrare che il Tribunale è giunto ad una conclusione sbagliata nel rilevare lo stato di insolvenza del club e l'impossibilità di una prosecuzione dell'ordinaria gestione da parte di Sigi. Considerando che il Tribunale ha poggiato la propria decisione sui contenuti della CTU, si dovrebbe "smontare" quest'ultima, basandosi su argomentazioni puramente tecniche. Pertanto ad oggi appare difficile che la società che per ultima ha detenuto il 100% delle azioni del club possa muoversi in tal senso.