A sostegno dei "GariBaldini"!

La formazione del Catania scesa dal primo minuto contro la Fidelis Andria

La formazione del Catania scesa dal primo minuto contro la Fidelis Andria 

Le divisioni e le guerre intestine non hanno mai portato a nulla di buono: l'unione fa la forza, oggi più che mai

Partiamo dal titolo, a tutela dei diritti d’autore. A primo impatto appare abbastanza evidente il “timbro licariano” che riporta alla memoria l’editoriale post Catania-Avellino 3-1, sfoderato nel giorno del debutto di mister Francesco Baldini sulla panchina rossazzurra. Debutto ampiamente positivo, figlio di una prestazione maiuscola, giunto al cospetto di una formazione in salute e meglio messa in classifica rispetto agli etnei.

Sei mesi più tardi, con in mezzo una infinità di storie fra campo e travagliate vicende societarie – con un passaggio di proprietà sfumato compreso –, l’odore di una sfida da non favoriti aleggia nuovamente su Piazza Spedini e dintorni. Alle 14.30 di domenica 19 settembre 2021 il signor Perenzoni di Rovereto, secondo più secondo meno, fischierà il calcio d’inizio della gara fra Catania e Bari, match attesissimo al cospetto di una squadra costruita per vincere la Serie C, al terzo tentativo. Pugliesi favoriti, per la bontà dell’organico allestito dall’ex Ciro Polito, per la posizione in classifica (7 punti in 3 gare) e per quella solidità societaria che alle latitudini dell’Etna è cercata disperatamente comu na ugghia pessa.

Che Catania fosse una Piazza “umorale”, figlia dei risultati, è un dato di fatto tramandato da generazioni in generazioni. Negli ultimi anni, poi, soprattutto in questo primo scorcio di stagione, il must tutto catanese che rimbalza dall’esclusivo “a bellu Catania hai” all’inclusivo “Avemu n’Catania”, ha lasciato spazio ad esasperanti, deleterie e distruttive “battaglie social” fra i fautori di un nuovo corso del calcio a Catania, con una società ex novo pronta a ripartire senza debiti dai dilettanti, e gli incalliti sostenitori del Calcio Catania 1946, speranzosi di un possibile salvataggio e rilancio dello storico club dell’Elefante.

Una lotta intestina, a mio avviso stucchevole e senza senso, ben visibile in questi primi cinque incontri ufficiali della stagione 2021-22. Tanto per intenderci: quando il Catania vince (a Vibo Valentia e con la Fidelis Andria, al momento…) i “fautori del nuovo” staccano la connessione; quando il Catania perde (Monopoli e Pagani in campionato, Catanzaro in coppa) magicamente si riattivano connessioni e messaggi di un sarcasmo che fa male. Malissimo, a chi ama, a chi soffre, a chi combatte, a chi vive in trincea e con il coltello fra i denti il periodo più difficile dei 75 anni di storia del Calcio Catania 1946.

Partendo dal presupposto, chiaro e solido, che le divisioni fanno sempre male e che, al contrario, l’unione è alla base di tutto, il male maggiore è quello di inficiare il grandissimo lavoro condotto in tandem dalla triade tecnica composta da Maurizio Pellegrino, Vincenzo Guerini e Francesco Baldini; lavoro che ha prodotto un organico che sarà sì low cost ma che, allo stesso tempo, lascia intravedere degli aspetti assai interessanti e degli ampi margini di miglioramento. I GariBaldini, ovvero i ragazzi che si allenano giornalmente a Torre del Grifo fra mille problematiche e massima professionalità, indossano la maglia rossazzurra ed hanno bisogno del massimo sostegno, a prescindere da chi sia il datore di lavoro, a prescindere da come e cosa faccia.

La maglia rossazzurra non va mai derisa dalla propria gente. La maglia rossazzurra va sempre sostenuta ed incoraggiata a gettare il cuore oltre l’ostacolo, soprattutto quando la situazione è disperata. Allo stesso tempo, quella stessa maglia rossazzurra, va onorata e rispettata da chi gestisce il club e aggiunge capitoli ad una storia che non avrà trofei e scudetti ma ha un fascino, un prestigio e una dignità da preservare. Fino alla fine della stagione. Comunque vada.