31 luglio 1993: Antonio, fammi giocare. Antonio, ha vinto il Catania

Angelo Massimino troneggia su Antonio Matarrese (Collage fotografico: Bruno Marchese)

Angelo Massimino troneggia su Antonio Matarrese (Collage fotografico: Bruno Marchese) 

Ventotto anni fa la radiazione del Catania che segna l'inizio della lunga battaglia del Cavaliere Angelo Massimino

"Nell'ottobre 1993 il Consiglio Federale si riunì per esaminare la situazione del Catania. In definitiva, fu proposta, anzi, fu deliberata, la ripartenza del Catania non dai professionisti. In quel momento ci fu una scelta ed Angelo Massimino, in trenta secondi, decise: giochiamo a pallone. Decise di giocare e non di restare all'esterno, continuando una battaglia legale per essere riaffilati e riammessi nei professionisti. Decise lui. Decise di continuare a giocare al pallone, provando a riconquistare sul campo quello che era stato tolto al Catania, al di là della battaglia legale che continuava. 'Io voglio continuare a giocare a pallone' . Queste stesse parole furono proferite anche al presidente della F.I.G.C. Antonio Matarrese, in forma quasi di supplica, quando fu ricevuto dall'intero Consiglio Federale: 'Antonio. Antonio. Fammi giocare!'"

E' il compianto Ingegner Pino Inzalaco che parla, con fierezza una visibile commozione. La promozione in Serie C1 conquistata nel maggio del 1999, dopo l'entusiasmante testa a testa con il Messina Peloro, concluso con il leggendario 1-0 del 'Cibali' firmato da Roberto Manca, rappresenta la chiusura di un cerchio aperto con fin troppa leggerezza sei anni prima dal 'Palazzo del Calcio'.

Sabato 31Luglio 1993 il Consiglio Federale della F.I.G.C. esclude dai campionati professionistici sei squadre, fra le quali il Catania. La colpa della società etnea è quella di non aver presentato entro il termine la fidejussione necessaria per l’iscrizione. Angelo Massimino, presidente del sodalizio rossazzurro, lunedì 2 Agosto si reca nella sede della F.I.G.C. portando con sé i due miliardi in contanti necessari per ottemperare all'iscrizione. Davanti a sé, però, trova un muro invalicabile: il Palazzo ha detto di no. Quel sopruso, targato Antonio Matarrese, segna l'inizio di una lunga battaglia legale intrapresa da un indomito Cavaliere e proseguita, dopo la sua tragica scomparsa del 4 Marzo 1996, dalla moglie Grazia Codiglione e dai suoi eredi.

Una Battaglia difficile e logorante, fatta sì di carta bollata, udienze ed avvocati, ma anche e soprattutto di pallone. Di un pallone rossazzurro sprofondato negli abissi che continua a rotolare e rimbalzare, sospinto dall'inarrestabile tempra liotrina di un Angelo Massimino che non si è mai rassegnato.

L'importanza per la matricola 11700, per il '46' - numero che ha distinto i tifosi del Catania da quelli dell'Atletico, società impiantata in tutta fretta nella città dell'Elefante per dare nuovo lustro (così si disse...) al pallone catanese -, si forgia proprio in quegli anni, con episodi che vengono tramandati da chi li ha vissuti sulla propria pelle: la partita fantasma con la Libertas Palestro, il debutto in Eccellenza col Paternò, le sconfitte col Gravina, la vittoria di Gangi, la morte del Cavaliere, gli schiaffi a ripetizione in Serie C2, i play-off persi con la Turris ed infine il ritorno fra i professionisti seguendo la via tracciata da Angelo Massimino, giocando al pallone.

Sono passati ventotto anni da quel sabato rovente che tolse il fiato ai tifosi del Catania e...
Antonio. Antonio. Il Catania ha continuato a giocare al pallone.
Antonio. Antonio. Il Catania ha vinto, è ancora vivo ed Angelo Massimino ha trovato posto nell'immortalità.