Amaro Calabro

Volpe, debutto a sorpresa...

Volpe, debutto a sorpresa... 

Max Licari sulla sconfitta di Catanzaro. Discreto primo tempo, ripresa in calando con errore di Calapai. Ok solo Russotto.

Non ricominciamo…
Per cortesia, non ripetiamo sempre gli stessi errori, le stesse litanie, tutto ciò che non ci consente di crescere da generazioni e generazioni. La sconfitta di Catanzaro, prima dell’era Baldini, ci sta, è assolutamente “naturale” e non inficia in nulla il lavoro del tecnico e dei giocatori in questi ultimi venti giorni. Il Catania perde contro una compagine che, seppur presentatasi al “Ceravolo” con qualche assenza importante per via dell’emergenza Covid-19 (soprattutto Porcino e Contessa) o di infortuni seri (Corapi), può godere di un organico complessivamente superiore in fatto di qualità e lo ha dimostrato sul campo, portando a casa una partita con cinismo e opportunismo. Il cinismo e l’opportunismo di chi ha qualcosa in più. Punto. Non stiamo lì a ricamarci sopra, a imbastire processi, a tirare fuori nuovamente “verità” d’accatto figlie del momento. Come sempre amiamo ripetere, i rossazzurri non sono fenomeni, non sono accreditati (giustamente) di chissà quali chance di fare il miracolo ai playoff; non sono, tuttavia, nemmeno brocchi da mandare a casa con il pacco famiglia. Sono una buona squadra, un buon gruppo che, con i dovuti (e corposi) innesti, potrà presentarsi ai nastri di partenza del prossimo campionato con la ragionevole certezza di essere una delle squadre da battere. Mantenere i nervi saldi e non abbandonarsi all’esaltazione o al “tafazzismo” rimane, dunque, la stella cometa per ogni innamorato del Liotru “cum grano salis”. Insomma, accompagniamo questo fondamentale passaggio societario “americano” (ormai imminente), decisivo per il nostro futuro, con spirito di collaborazione, guardando alla prospettiva, non alla “pancia” dei postgara. La “partita della vita” è quella, lo sappiamo, non al “Ceravolo” o, eventualmente, in un qualsiasi campo di una qualsiasi squadra che andremo a incrociare agli spareggi di maggio, da quinti o da sesti. Dobbiamo rimanere consapevoli che ci sono squadre, compresa la Juve Stabia "volante" (a Caserta non era per niente facile vincere), sulla carta più attrezzate che possono (possono…non devono) batterci. Bisogna accettarlo, per quest’anno. Non è che, se per caso le “vespe” di Castellammare nel recupero andranno a vincere proprio a Catanzaro, scavalcandoci in classifica, sarà obbligatorio un suicidio di massa alle falde dell’Etna… Serenità. Baldini e i ragazzi stanno, in ogni caso, facendo un buon lavoro; aiutiamoli, proponendo le giuste critiche, quelle costruttive, quelle che aiutano a “riflettere”, non a deprimersi.

Decide un episodio
A nostro parere, il Catania non ha disputato una cattiva partita al “Ceravolo”, considerate anche le assenze di giocatori fondamentali come Welbeck (squalificato), Piccolo o Sarao. Certo, alcune scelte iniziali, come quella di sostituire in blocco la coppia centrale difensiva con Tonucci e il rientrante Silvestri, oppure “nonno” Reginaldo al posto del buon Golfo visto contro il Potenza, ci hanno sorpreso e, considerato il risultato finale, non si può francamente sostenere che si siano rivelate particolarmente felici. L’impressione, per esempio, è che un giocatore fondamentale come Capitan Silvestri debba, palesemente, andare in campo (se sta bene), ma funzionerebbe meglio accanto a un difensore tecnico come Giosa (o Claiton), in modo da fornire un’alternativa in uscita a Maldonado (che, infatti, ha commesso più di un errore in queste situazioni tattiche). Però, il primo tempo dei ragazzi di Baldini non può essere definito deludente. Il Catania ha tenuto il campo, cercando di “fare la partita, giocando a viso aperto contro un Catanzaro molto abbottonato e mai pericoloso dalle parti di Martinez. Non si è creato quasi nulla di clamoroso in avanti, ma c’è da dire che l’atteggiamento guardingo dell'undici di mister Calabro non lasciava spazi a Di Piazza e soci. A ciò va aggiunta la prestazione sontuosa dei centrali difensivi giallorossi, Scognamillo (ex Trapani) e Martinelli, probabilmente la migliore del girone, come testimoniato anche dai numeri (il Catanzaro vanta la seconda miglior difesa del torneo, con un solo gol subito in più rispetto all’inarrivabile Ternana). Soprattutto l’assenza di Sarao ha limitato il gioco offensivo dei rossazzurri, perché sarebbe servito un centravanti fisico in grado di fare a sportellate con i difensori calabresi, agevolando sponde per gli inserimenti degli esterni (in specie, Russotto, nettamente il più in palla fra gli etnei nel corso di tutto il match) e non Di Piazza, maggiormente adatto alla profondità (mai offerta dai padroni di casa). Onestamente, va pure detto come la discreta prestazione offerta dal Catania nel primo tempo non sia stata ripetuta nella ripresa. Il Catanzaro, con Risolo e Baldassin in mezzo, con le sponde di un buon Curiale e con la profondità di Di Massimo (il migliore dei suoi, insieme a Martinelli), ha fatto meglio, mostrando personalità più spiccata. Netto il calo in mediana, dove Rosaia si è limitato a fare il compitino e la coppia Maldonado-Dall’Oglio non ha ripetuto le prove delle ultime gare. Soprattutto l’ecuadoregno, come già sottolineato, ha sbagliato troppo in fase di prima impostazione, fornendo agli avversari un paio di occasioni importanti non sfruttate. Nemmeno i cambi effettuati al 60’ da Baldini hanno migliorato la situazione. Izco (per Rosaia) e Golfo (per Reginaldo) non hanno inciso come sperava il trainer ex trapanese. Comunque, per onestà intellettuale, è necessario ribadire come la partita si sia mantenuta equilibrata fino all'improvvisa "epifania" di un episodio decisivo. Al 73, Grave errore di Calapai (non in grande giornata…) su di un lancio di 60 metri effettuato da Martinelli: Di Massimo, lasciato libero di entrare in area, batte Martinez in disperata uscita. Un gol che, a questi livelli (i livelli di Catanzaro e Catania), è difficile vedere. E prendere… Il resto, l’assalto disperato dei rossazzurri (con Manneh in campo) e le ripartenze dei giallorossi, è solo prammatica. Non stupisce, quindi, il raddoppio in contropiede di Baldassin al 86’, a chiosa di un match praticamente finito, giacché gli etnei, è bene ribadirlo, non hanno creato nessuna palla gol, in netta controtendenza rispetto alle ultime “abbuffate”. Sconfitta, pertanto, meritata, in quanto il Catanzaro ha creato di più limitatamente alla seconda frazione, sebbene non “disastrosa”. Come detto, “naturale”. Unica nota lieta, il debutto a sorpresa di Volpe, entrato in campo al posto di Di Piazza al 87’. Chissà che non possa costituire un “segnale” in ottica playoff… Adesso, resettiamo e ripartiamo con lo stesso entusiasmo di prima. Abbattersi sarebbe un delitto.

Con la Casertana, un solo risultato
I campani, sebbene in vantaggio non hanno “blindato” il decimo posto (il Monopoli ha da recuperare una partita con il Foggia). Di conseguenza, giungeranno al “Massimino” con un obiettivo da raggiungere. Sarà una gara difficile che i rossazzurri avranno l’obbligo di vincere, se vorranno mantenere viva la lotta per il quinto posto fino all’ultima giornata. La speranza è che possano essere recuperati elementi cruciali come Piccolo e Sarao. E che si ritorni a creare occasioni da rete... Let’s go, Liotru, let’s go!!!