Cosi di Catania (Calcio): Il Catania batte la Viterbese tra déjà-vu e transfert

In piedi, da sx verso dx: Cicchetti, Pizzimenti, Ferrier, Ricca, Didio, Fiminani. Accosciati, da sx verso dx: Russo, D’Aviri, Pellegrino, Brutto, D’Isidoro   (Foto: archivio Alessandro Russo)

In piedi, da sx verso dx: Cicchetti, Pizzimenti, Ferrier, Ricca, Didio, Fiminani. Accosciati, da sx verso dx: Russo, D’Aviri, Pellegrino, Brutto, D’Isidoro (Foto: archivio Alessandro Russo)  

Nuovo appuntamento con la seguitissima rubrica del nostro Alessandro Russo

Buongiorno, buongiorno.
Potrebbe darsi che la colpa sia d’un desiderio represso, o più semplicemente si tratta di un’alterazione dell’inconscio, ma da quando mi è stato detto che la prossima partita si giocherà al “Massimino” contro la Viterbese, avverto disturbi di natura neuropsicologica. Per esser chiari, i miei impicci sono caratterizzati da un’insolita sensazione di aver vissuto un avvenimento non ancora accaduto. Stesse immagini, stessi schemi, identiche dinamiche, seppur i contesti e le persone coinvolte siano diversi rispetto a venticinque anni prima. Anche se la ripetizione fosse legata a un mio problema personale di transfert e di attualizzazione del passato, la storia è la stessa: un disco s’incanta sullo stesso punto e un nodo conflittuale si ripresenta, lo stesso di sempre. Purtuttavia, dal momento che qualsiasi situazione è di origine karmica, quest’esperienza potrebbe ripetersi anche dieci volte nel corso della mia vita, ma ogni volta dovrà insegnarmi qualcosa in più, qualche cosa di diverso rispetto alla volta precedente.

Mi tocca, adesso, fare un’impietosa confessione: sono un tifoso del Catania sui generis. La mia principale caratteristica è aver fallito tutti gli storici appuntamenti del club per cui faccio il tifo. Non c’ero per la partita fantasma dell’ottobre novantatré e non ero sulla tribunetta di Gangi nel maggio novantacinque, né ero presente nella fatidica gara vinta per due a uno in casa contro l’Albinoleffe. A dirla tutta, sono uno dei pochi supporter rossazzurri con più di cinquant’anni d’età a non essersi seduto all’Olimpico il giorno dello spareggio con la Cremonese, cioè il venticinque di giugno dell’anno millenovecentottantatré. Insomma, riconosco di essere quasi un disastro, nondimeno il pedigree della mia ultradecennale militanza sportiva catanese si fregia di tutta una serie di appuntamenti che ai più, magari, potrebbero non dir nulla.


Grazia Codiglione insieme al presidente Riccardo Gaucci 



Sto parlando di pomeriggi calcistici domenicali apparentemente anonimi come, giusto per far un esempio, quello del tre novembre novantasei, nona giornata di andata del campionato del girone C della serie C2, allorquando nel vecchio “Cibali” si giocò Catania contro Viterbese. Il primo ministro nazionale era Romano Prodi detto “mortadella”, il nostro sindaco era invece Enzo Bianco, alias “l’avvocato”; allenatore era mister Angelo Busetta mentre primo dirigente era l’ingegnere Angelo Russo.

Sul terreno pesante del “Cibali” batteva un pallido sole e sbrizziava una leggera pioggerellina; c’erano quattromilanovecentonovantanove cristiani presenti e con me si fece cifra tonda. Quella volta nel primo tempo il numero uno avversario Visentin abbrancò in volo una sventola di Gennaro Grillo che subito dopo cadde a terra travolto da una pallonata. Stessa sorte toccò a Tiziano D’Isidoro e a Pasquale Marino, stesi in area dai difensori laziali, ma il signor Manganelli, l’uomo con la giacchetta nera che veniva da Milano, disse che era tutto a posto. Durante l’intervallo i tifosi del Catania incominciarono col fischiare i propri calciatori e così non appena iniziò il secondo tempo, quelli giocarono con maggiore determinazione. A un certo punto, il numero nove Russo servì di tacco D’Isidoro, ma questi fece cilecca. Al minuto cinquantasette, poi, ancora Russo indirizzò verso la porta della Viterbese un cross radente, Umberto Bruttò scaricò al volo il rimpallo e Lorenzo Intrieri con una fulminea zampata cacciò il pallone a gonfiare la rete.


Lorenzo Intrieri, calciatore rossazzurro anni novanta 




Al minuto sessantacinquie D’Isidoro fu buttato fuori dal campo per doppia ammonizione e Davide Faieta che aveva da poco sostituto Russo fallì un gol facile facile, dopo una bella sgroppata sulla fascia sinistra di Roberto Ricca. Infine lo stesso Ricca tirò d’improvviso una staffilata che il portiere della Viterbese riuscì in qualche modo a parare. Al triplice fischio cinquemila persone sono ora in piedi ad applaudire i loro beniamini che hanno finalmente guadagnato la zona play-off: Catania 1- Viterbese 0
«Non ho giocato dal primo minuto -così Lorenzo Intrieri- ma non importa. Un gol pesante il mio, ne ho sempre fatti pochi ma tutti buoni.» «Il successo - continua Orazio Russo- è ampiamente meritato. A questo punto bisogna insistere per verificare se il registro è davvero cambiato.» «Assurdo - sbotta Angelo Busetta - che l’arbitro possa giudicare volontario un fallo di mani come quello di D’Isidoro. Comunque abbiamo gestito sapientemente il risultato.» Ha preso una botta sulla coscia Roberto Ricca ma è felicissimo; rimane in campo, sfiora il raddoppio e si concede ai cronisti «Sono portavoce della squadra, -queste le sue parole - allenatore compreso. Il successo lo dedichiamo alla presidentessa Grazia Codiglione, il nostro presidente è una donna dolcissima che ci ha sempre sostenuto e incoraggiato.»
Pace e bene e felice Pasqua a tutti i lettori: Alleluja!






Campionato di serie C2- girone C
Stadio ”Cibali” di Catania 9. giornata andata-3 novembre 1996.

CATANIA-VITERBESE 1-0
Catania: Fimiani, Sarcinella, Ricca, Brutto (75’ Cicchetti), Grillo, Di Dio, Ercoli, D’Aviri, Russo (84’Faieta), P. Marino (50’ Intrieri), D’Isidoro. All. Busetta

Viterbese: Visentin, Perna, Barbaranelli, (46’ Dossena), Nardecchia, Parlato, Guernier, Martinetti, Foschi, Pazzaglia, Balducci, Ettori (75’ D’Alessio). All. Morrone

Arbitro: Manganelli di Milano

Gol: 57’ Intrieri