Peco...ringhio!

Pecorino, terza rete stagionale...

Pecorino, terza rete stagionale... 

Max Licari sul successo di Avellino. Prestazione convincente, centrocampo in crescita, Pecorino sugli scudi.

Una partita finalmente ben condotta
Se “eliminiamo” gli ultimi cinque minuti, giocati in affanno a causa di un paio di cambi veramente “singolari” proposti dal tecnico rossazzurro, quella del “Partenio” può essere considerata la migliore versione del Catania in questa stagione. E, guarda caso, giunge in occasione di un match in trasferta. Infatti, al cospetto di una compagine come quella irpina che, sebbene in emergenza per i tanti assenti causa Covid-19, si è giocata a viso aperto la gara, i rossazzurri sono riusciti a trovare gli spazi in ripartenza utili a consentir loro di inanellare due reti (un classico autogol di Miceli e un’incornata di Pecorino, al terzo sigillo stagionale) e non meno di tre o quattro palle gol, merce rarissima di questi tempi, se consideriamo come contro il bunker della Turris (un autentico pullman di Mourinhiana memoria), una settimana prima, Reginaldo e soci non avessero racimolato nemmeno un tiro pericoloso verso la porta difesa dal corallino Abagnale. V’è da sottolineare, per onestà intellettuale, come la squadra allenata dall’ex Braglia provenisse da ben diciotto giorni senza la possibilità di disputare gare ufficiali e tale ritardo di condizione si è notato chiaramente in campo. Di contro, non bisogna dimenticare che anche il Catania presentava un caso di Covid-19 in corso (Martinez) e ben sette infortunati, fra cui giocatori “titolarissimi” come lo stesso estremo difensore spagnolo, Tonucci, Dall’Oglio o Piccolo. La verità è che Silvestri e compagni, finalmente, hanno approcciato nel modo giusto la gara, conducendola tatticamente in modo impeccabile fin quasi alla fine, quando, come già detto, Raffaele (tramite Cristaldi) decideva di inserire il difensore Noce e l’attaccante Piovanello al posto di Maldonado (fra i migliori in campo) e Pecorino. Francamente, una decisione tattica da spiegare. Certo, non si può affermare con certezza che gli ormai rassegnati biancoverdi abbiano accorciato le distanze con l’ex Maniero e poi fatto correre autentici brividi di freddo ai tifosi etnei nelle concitate mischie finali a causa di tali sostituzioni, ma è sicuro che la squadra, in qualche modo, si sia disunita negli ultimi minuti del match. Comunque, subire il pari sarebbe stato un vero e proprio peccato, giacché il Catania ha ampiamente meritato una vittoria, poi, giunta a suggellare una prestazione convincente. Al di là del modulo, questo è giusto rimarcarlo, perché Raffaele ha riproposto il 3-5-2. Tuttavia, questa volta, con gli interpreti giusti a centrocampo: Rosaia, Maldonado e Welbeck (il più in forma, al momento), i tre più qualitativi a disposizione. Speriamo che sia la volta buona per comprendere quale possa essere la strada maestra. Adesso, i rossazzurri veleggiano a 16 punti in classifica, con il match da recuperare contro il Bisceglie. Se si vincesse quella gara, il Catania si attesterebbe, a quota 19 punti in 12 match, al quinto posto insieme al Catanzaro, pienamente in linea rispetto alle previsioni della vigilia che lo accreditavano di un piazzamento fra il quinto e l’ottavo posto. Ah, non contando la penalizzazione: con i due punti in più, i rossazzurri si attesterebbero (sempre battendo il Bisceglie nel recupero interno, ripetiamo), a quota 21, al quarto posto dietro il Teramo…

Bene a centrocampo
Fermo restando che, a nostro parere, così come a Lentini contro la Turris, il migliore dei rossazzurri è stato Silvestri, da porre sotto i riflettori è la prova del centrocampo. Assortita in maniera logica, la mediana rossazzurra ha retto l’urto avversario ed è riuscita a proporre gioco fra le linee. I tre migliori tecnicamente sono quelli andati in campo, su questo non ci sono dubbi. Anche Maldonado, fin qui criticato, pur continuando a interpretare il suo ruolo di schermo “basso” davanti alla difesa, è riuscito a proporsi con più continuità, talora trovando il tempo giusto per la verticalizzazione proficua. Molto bene in recupero palla Welbeck, veramente uomo-ovunque, più che sufficiente anche la prova di Rosaia, che ha cantato e portato la croce fin quando il mister (a 25’ dalla fine) non lo ha sostituito con Biondi, il quale, per la prima volta in stagione, è entrato con il piglio giusto nel clima della gara. Evidentemente, l’esterno catanese ha voluto rispondere alle critiche con una reazione di rabbia, tanto da confezionare un gol da antologia (il più bello fin qui su azione per il Catania) insieme al fratello “macca Liotru” Pecorino. Una rete, quella del raddoppio sopraggiunta al 67’, che ha chiuso virtualmente la partita e ha fatto gioire i tifosi proprio per il marchio profondamente “catanese” della stessa. Ma i rossazzurri avevano cominciato bene fin dall’inizio. Compatti, mai in affanno nelle retrovie (neutralizzati, per tutto il match, i temuti Fella, Santaniello e Bernardotto), pronti (quando possibile) alla ripartenza, senza mai abbassarsi troppo. Insomma, propositivi, come sempre si dovrebbe essere in trasferta. Al Catania, questa volta, non può essere rimproverata mancanza di personalità. Oltre ai già citati mediani, anche i vari Pinto, Reginaldo o Pecorino hanno mostrato il piglio del gladiatore fin dalle prime battute della partita, tanto che, alla fine della prima frazione, il risultato a occhiali stava stretto proprio agli uomini di Raffaele, i quali avevano prodotto almeno tre occasioni da rete, delle quali una clamorosa nel finale con Pecorino, al cui tiro a colpo sicuro sotto porta rispondeva, con un autentico miracolo, Leone. Nella ripresa, a differenza di quanto accaduto (per esempio) a Bari, i rossazzurri non hanno mollato, continuando a pressare centrocampisti e difensori avellinesi, in chiaro debito di ossigeno, per trovare subito l’autorete di Miceli su tiro di Welbeck (49’) e, poi, il summenzionato gol capolavoro di Pecorino. Azione bellissima: appoggio del mediano ghanese a Reginaldo sulla trequarti, splendido assist di prima in profondità per il neoentrato Biondi, ottimo dribbling sul fondo di Kevin e fantastico cross sulla testa di Emanuele, che di testa sfonda la porta avversaria da pochi metri. Da vedere e rivedere. Nota bene: il giovane centravanti catanese ha finora segnato tre reti, di cui una al “Barbera” e un’altra al “Partenio”. Ha personalità o no? Nemmeno le sostituzioni di Braglia (Rizzo, Tito e Maniero) sortivano effetto contro un Catania ordinato e “sveglio”, fino al “singolare” finale… Ma tutto è bene quel che finisce bene.

Non fallire con il Bisceglie
Sarebbe veramente terribile se, dopo una prestazione del genere, il Catania non desse continuità ai risultati sconfiggendo, come da pronostico, il Bisceglie in casa, nel recupero del 2 dicembre. Ci aspettiamo tutti una riprova positiva, alla luce di quanto di buono visto ad Avellino. I pugliesi non vanno sottovalutati, ma una vittoria convincente sarà l’unico risultato accettabile per i tifosi. Let’s go, Liotru, let’s go!