Curiale: 'Sono rimasto a Catania perché non mi do pace...'
- di Salvatore Emanuele
- 26 Mar 2020 5:47
Le parole dell'attaccante ai microfoni di CC.Com. All'interno l'audio dell'intervista nel video dei 30 gol in rossazzurro
Più tempo in famiglia
Trenta gol in cento partite in rossazzurro. Un bottino niente male per Davis Curiale, attaccante italo-tedesco, giunto alla terza stagione ai piedi dell’Etna. Una stagione assai movimenta, condizionata ulteriormente dallo stop forzato imposto dall’emergenza scaturita dal coronavirus: “In questo momento sto vivendo di più la famiglia – ha sottolineato Davis Curiale ai microfoni di CalcioCatania.Com – fra allenamenti e trasferte spesso manco a casa, mentre adesso ho più tempo per la mia famiglia. Inoltre, sto facendo tanti allenamenti personali che mi serviranno per il futuro…”.
Sosta forzata, un bene? Sì
“Diciamo che è per me un bene, perché posso prepararmi al meglio per le partite che mancano. Ero contento del rientro, a Bisceglie, anche se non ero ancora prontissimo, però volevo dare il mio contributo nel momento in cui ci fosse stato bisogno. Per fortuna abbiamo vinto e non c’è stato bisogno del mio apporto. Posso sfruttare questo stop per iniziare la preparazione e riportarmi ai livelli degli altri, come condizione atletica, per poi affrontare al meglio le otto partite che mancano e i play-off, sperando che il calcio riprenda…”
Sosta forzata, un bene? No
“Stavamo attraversando un buon momento, nel quale avevamo capito cosa richiede questa categoria e questo girone. Sono sicuro che in questo momento i miei compagni di squadra si stiano allenando come me e che non vedono l’ora di ricominciare”.
I gol preferiti…
“Con il Siracusa nel derby era in un momento delicato, venivamo da una sconfitta con il Monopoli, Come gesto atletico quello con la Sicula Leonzio, in Coppa Italia, mentre come importanza quello al Siena nella semifinale play-off”.
Quella voglia di riscatto
“Non mi do pace perché da un anno e mezzo non riesco ad esprimermi come prima. Sono voluto rimanere a Catania anche per questo. Certo, la presenza di mister Lucarelli, tecnico che conosce molto bene ambiente e parecchi elementi del gruppo, ha influito sulla mia scelta di rimanere, ma ci sono anche dei motivi personali. Voglio giocarmi queste possibilità al meglio per poi vedere in futuro se mi sono meritato di rimanere a Catania o meno”.
Su Ciccio Ripa…
“Con Ciccio avevo un buon rapporto e ce l’ho tutt’ora. Abbiamo giocato poco insieme ma quelle poche volte abbiamo fatto bene. Non c’era concorrenza. Più che altro ho giocato spesso io e lui subentrava, ha giocato meno di me”
Il rammarico più grande…
“Forse pesa più lo 0 a 0 con la Juve Stabia che la sconfitta ai rigori col Siena. Coi campani c’era lo stadio pieno di lunedì sera, lo ricordo benissimo. Abbiamo fatto un ottima partita, ma non siamo riusciti a segnare. Chissà se avessimo vinto quella partita come sarebbe andato a finire quel campionato. Questo è il mio rammarico più grande”.
L’anno con mister Andrea Sottil
“Il modo di giocare di mister Sottil è diverso rispetto a quello di Lucarelli, il suo modulo richiede altre caratteristiche, infatti spesso preferiva Marotta o Di Piazza proprio per via delle loro caratteristiche differenti. Ha influito anche questo, insieme al fatto che anche i compagni di reparto erano diversi: Russotto e Di Grazia sono due esterni che saltano l’uomo e sanno mettere la palla giusta per uno come me, un finalizzatore. Mister Sottil, invece, preferiva attaccanti che partecipassero di più al gioco, elemento che non è nelle mie caratteristiche”.
In concorrenza con Marotta e Di Piazza
“La concorrenza c’era, si sentiva, però…io soffrivo molto le scelte tecniche. Sicuramente avrei potuto fare di più, gestendo meglio certe situazioni. In alcuni momenti, magari dove stavo bene fisicamente, non avevo il supporto della testa, quel minutaggio che poteva aiutarmi a mettermi sul binario giusto”.
Nervosismo eccessivo
“Venivamo da una bella vittoria sulla Juve Stabia, che tra l’altro non aveva ancora perso fino a quella gara. A Reggio volevamo dare continuità alla nostra rincorsa e quella era una gara decisiva per provare ad agganciare i primi posti. Siamo partiti male, siamo andati in svantaggio… era come una finale che abbiamo visto sfumare e tutto questo ha generato quel nervosismo di troppo”.
Su Camplone…
“Il 4-3-3 di mister Camplone, a dir la verità, mi piaceva molto. Come abbiamo dimostrato ad Avellino e nella prima partita in casa (con la Virtus Francavilla, ndr) si vedevano le sue idee di gioco. Forse gli posso ‘rimproverare’ il voler giocare quasi sempre giocare la palla, anche in trasferta. In questa categoria, specialmente in questo girone, spesso in trasferta vai in campi veramente difficili dove diventa complicato giocare la palla. Probabilmente abbiamo perso tante partite fuori casa proprio per questo motivo. Mister Lucarelli, invece, conoscendo bene questo girone, è consapevole che conti più la sostanza rispetto al gioco”.
Trenta gol in cento partite in rossazzurro. Un bottino niente male per Davis Curiale, attaccante italo-tedesco, giunto alla terza stagione ai piedi dell’Etna. Una stagione assai movimenta, condizionata ulteriormente dallo stop forzato imposto dall’emergenza scaturita dal coronavirus: “In questo momento sto vivendo di più la famiglia – ha sottolineato Davis Curiale ai microfoni di CalcioCatania.Com – fra allenamenti e trasferte spesso manco a casa, mentre adesso ho più tempo per la mia famiglia. Inoltre, sto facendo tanti allenamenti personali che mi serviranno per il futuro…”.
Sosta forzata, un bene? Sì
“Diciamo che è per me un bene, perché posso prepararmi al meglio per le partite che mancano. Ero contento del rientro, a Bisceglie, anche se non ero ancora prontissimo, però volevo dare il mio contributo nel momento in cui ci fosse stato bisogno. Per fortuna abbiamo vinto e non c’è stato bisogno del mio apporto. Posso sfruttare questo stop per iniziare la preparazione e riportarmi ai livelli degli altri, come condizione atletica, per poi affrontare al meglio le otto partite che mancano e i play-off, sperando che il calcio riprenda…”
Sosta forzata, un bene? No
“Stavamo attraversando un buon momento, nel quale avevamo capito cosa richiede questa categoria e questo girone. Sono sicuro che in questo momento i miei compagni di squadra si stiano allenando come me e che non vedono l’ora di ricominciare”.
I gol preferiti…
“Con il Siracusa nel derby era in un momento delicato, venivamo da una sconfitta con il Monopoli, Come gesto atletico quello con la Sicula Leonzio, in Coppa Italia, mentre come importanza quello al Siena nella semifinale play-off”.
Quella voglia di riscatto
“Non mi do pace perché da un anno e mezzo non riesco ad esprimermi come prima. Sono voluto rimanere a Catania anche per questo. Certo, la presenza di mister Lucarelli, tecnico che conosce molto bene ambiente e parecchi elementi del gruppo, ha influito sulla mia scelta di rimanere, ma ci sono anche dei motivi personali. Voglio giocarmi queste possibilità al meglio per poi vedere in futuro se mi sono meritato di rimanere a Catania o meno”.
Su Ciccio Ripa…
“Con Ciccio avevo un buon rapporto e ce l’ho tutt’ora. Abbiamo giocato poco insieme ma quelle poche volte abbiamo fatto bene. Non c’era concorrenza. Più che altro ho giocato spesso io e lui subentrava, ha giocato meno di me”
Il rammarico più grande…
“Forse pesa più lo 0 a 0 con la Juve Stabia che la sconfitta ai rigori col Siena. Coi campani c’era lo stadio pieno di lunedì sera, lo ricordo benissimo. Abbiamo fatto un ottima partita, ma non siamo riusciti a segnare. Chissà se avessimo vinto quella partita come sarebbe andato a finire quel campionato. Questo è il mio rammarico più grande”.
L’anno con mister Andrea Sottil
“Il modo di giocare di mister Sottil è diverso rispetto a quello di Lucarelli, il suo modulo richiede altre caratteristiche, infatti spesso preferiva Marotta o Di Piazza proprio per via delle loro caratteristiche differenti. Ha influito anche questo, insieme al fatto che anche i compagni di reparto erano diversi: Russotto e Di Grazia sono due esterni che saltano l’uomo e sanno mettere la palla giusta per uno come me, un finalizzatore. Mister Sottil, invece, preferiva attaccanti che partecipassero di più al gioco, elemento che non è nelle mie caratteristiche”.
In concorrenza con Marotta e Di Piazza
“La concorrenza c’era, si sentiva, però…io soffrivo molto le scelte tecniche. Sicuramente avrei potuto fare di più, gestendo meglio certe situazioni. In alcuni momenti, magari dove stavo bene fisicamente, non avevo il supporto della testa, quel minutaggio che poteva aiutarmi a mettermi sul binario giusto”.
Nervosismo eccessivo
“Venivamo da una bella vittoria sulla Juve Stabia, che tra l’altro non aveva ancora perso fino a quella gara. A Reggio volevamo dare continuità alla nostra rincorsa e quella era una gara decisiva per provare ad agganciare i primi posti. Siamo partiti male, siamo andati in svantaggio… era come una finale che abbiamo visto sfumare e tutto questo ha generato quel nervosismo di troppo”.
Su Camplone…
“Il 4-3-3 di mister Camplone, a dir la verità, mi piaceva molto. Come abbiamo dimostrato ad Avellino e nella prima partita in casa (con la Virtus Francavilla, ndr) si vedevano le sue idee di gioco. Forse gli posso ‘rimproverare’ il voler giocare quasi sempre giocare la palla, anche in trasferta. In questa categoria, specialmente in questo girone, spesso in trasferta vai in campi veramente difficili dove diventa complicato giocare la palla. Probabilmente abbiamo perso tante partite fuori casa proprio per questo motivo. Mister Lucarelli, invece, conoscendo bene questo girone, è consapevole che conti più la sostanza rispetto al gioco”.