#70CATANIA - Un racconto elefantesco: parte terza

Anche il Liotru ha un lato musicale...

Anche il Liotru ha un lato musicale...  

Prosegue il racconto della storia del Calcio Catania 1946 direttamente dalle parole...del Liotru

IL LIOTRU E IL CIGNO
Oltrepassata la Porta Uzeda il Liotru, più giocherellone che mai, annunzia il suo rientro in Piazza Duomo a suon di barriti, uno più prorompente dell’altro. Davanti a noi si apriva come uno scrigno il cuore barocco della città, con in lontananza l’immagine di mamma Etna che domina e vigila dall’alto. Ma il pensiero del pachiderma era sempre rivolto all’obelisco egizio, lasciato apparentemente incustodito ai piedi della fontana marmorea. Per avere una visione completa della piazza bisognava fare ancora qualche passo, tanto basta per visualizzare quanto a noi nascosto, in quella posizione, dal Palazzo dei Chierici.

L’obelisco era ancora dove il Liotru l’aveva lasciato. In molti si erano avvicinati per ammirarlo da vicino, ma nessuno, e sottolineo nessuno, aveva provato ad insidiarlo. Una volta giunti al centro della piazza l’elefante è subito riconosciuto da un gruppetto di anziani sfacinnati appostati sui gradini del Duomo con le spalle poggiate sulla cancellata. “A bellu Catania hai! – ripetono più volte a pappagallo – vincisti co’ Missina e poi feti co’ Mefffi ca era l’uttimu in classifica! Mah, unni ama ghiri iennu?”. “Vedi – sbuffa il Liotru, rivolgendosi a me – basta un risultato negativo e l’umore di questa città cambia drasticamente. Dopo la vittoria sul Messina eravamo da Champions League ed adesso non semu boni mancu ppì iucari o’ San Filippo Neri cu’ l’Ardor Sales!. La mancanza di equilibrio è il tallone d’Achille di questa città!”. Con un velo di tristezza si dirige verso il piedistallo, sembra voler risalire su. “Ma come – irrompo io mettendomi tra lui e la fontana – non mi avevi detto che mi avresti raccontato la tua storia attraverso la visita dei luoghi più belli di Catania?!”. Un sospiro pesante, un altro ancora, poi mi schiaccia l’occhio e senza dir nulla si gira puntando con decisione la Via Etnea. Giunti al centro della piazza, tra i palazzi dell’Università e quello di San Giuliano, ammira estasiato la sua immagine scolpita nella pietra lavica posta proprio nel cuore della piazza stessa. Il buonumore è ritrovato, la passeggiata continua...

M'illumino d'immenso 



Io ho la storia nel cuore e fremo per conoscere la prima età dell’oro rossazzurra. Così, mentre percorriamo Via di Sangiuliano, in direzione mare, riprendiamo il racconto della sua vita da dove l’avevamo lasciato, dal ritorno del caruso Di Bella, stavolta nelle vesti di allenatore, e dall’avvento di Ignazio Marcoccio: “Negli anni sessanta – attacca fiero il Liotru – Catania era considerata la Milano del Sud ed io, con sei stagioni di fila in Serie A, ho contribuito a renderla migliore ed a donarle quelle luci che a San Siro, nel gennaio del 1961, si spensero proprio sul più bello… Mannaggia! Quattro autoreti tutte in una volta! Al ritorno, però, la magia al mago Helenio cià ficiunu ‘mbare Mario e ‘mbare Todo, acchiappa e potta a casa!“.

Il Liotru è un vulcano in piena, continua imperterrito tirando fuori un aneddoto dopo l’altro: dalla vittoria in casa della Juventus al 4-3 al Milan, dal 4-0 alla Roma ai derby col Palermo. Non dimentica nulla, neanche i suoi impavidi scudieri: Vavassori, Michelotti, Biagini, Prenna… ricorda ogni cosa. Tra un ricordo e l’altro siamo arrivati in un’altra tra le piazze più importanti di Catania, quella dove risiede il Teatro Massimo: “Vincenzo era un angelo biondo che incantava tutti – lo ricorda così, quasi commosso, il Liotru – ‘La Sonnambula’, ‘Il Pirata’, ‘I Puritani’, ‘Norma’… tutte le ricordo!”.

Per essere un pachiderma è assai preparato, chissà se altrettanto bravo anche ad intonarle. “Non avrò la grazia del Cigno – mette le ‘mani’ avanti il Liotru – ma di musica ni capisciu e quacchi canzuna a sacciu cantari!”. Ha mille risorse, questo elefante, anche se dopo aver lanciato spavaldamente il guanto di sfida fatica a rimembrare i vecchi accordi. “Ehmm, comu faceva? Ah, ecco! Il campo è già gremito, la folla è già esultante, adesso lo squadrone scenderà – parte sparato a squarciagola – in maglia rossazzurra, con stemma l’Elefante: questo è il Catania della Serie A! Forza Catania, forza Catania, passa subito all’attacco ora è tempo di segnar! Forza Catania, forza Catania, non fermarti ma galoppa per restare sempre in A! Dalla mezz’ala al centro con mezza rovesciata ed una cannonata in porta arriva già. Fugge veloce l’ala, scocca un bel traversone ed ecco che il pallone la rete sfonderà…GOOOOL!!!”