#70CATANIA - Anni '50: "The Best Of"

La squadra dell'unica stagione del decennio disputata in Serie A (1954/55)

La squadra dell'unica stagione del decennio disputata in Serie A (1954/55) 

I "top" del decennio: giocatore, squadra ideale, allenatore, gol e partita, tra aneddoti e statistiche...

RIFLETTORI SUI MIGLIORI
Dopo aver ripercorso le vicende dell'Elefante attraverso il racconto dettagliato della cronistoria relativa agli anni ’50 – prima parte e seconda parte – i riflettori illuminano la crème de la crème del sesto decennio del ventesimo secolo. Un denso concentrato contenente la ‘fanta’ formazione dell’epoca allenata dal tecnico più rappresentativo, il giocatore simbolo, le partite più importanti, il gol icona e l’immancabile carrellata riguardante i 'freddi' ma estremamente concreti numeri. La seconda puntata del nostro speciale dedicato ai settant'anni del Calcio Catania continua!

IL GIOCATORE DEL DECENNIO
Partenza a razzo con il giocatore più rappresentativo degli anni cinquanta del Calcio Catania. Dopo un’attenta analisi la nostra scelta è ricaduta su Nicola Fusco, centrocampista difensivo romano simbolo della voglia di emergere dell’Elefante. Nato a Roma, il 13 agosto del 1924, dopo le esperienze tra le fila dell’Alba Roma, della Roma (con la quale ha esordito in A nel campionato 1946/47) e del Rieti, il mediano giunse a Catania nell’estate del 1948. Prima annata da urlo con 31 presenze, 6 reti e un apporto determinante nella promozione in B degli etnei. Nonostante il costante viavai sulla panchina degli etnei, lui, Nicola Fusco, ha continuato a raccogliere presenze su presenze: 33 (3 reti) nel 1949/50; 40 (2 reti) nel 1950-51; 35 (2 reti) nel 1951-52; 32 nella stagione 1952/53; 31 nel 1953/54; 20 (3 reti) nel torneo di Serie A edizione 1954/55. Sette stagioni in rossazzurro per un totale di 222 presenze (molte delle quali con la fascia di capitano al braccio), 10 reti e due promozioni conseguite da protagonista. Lasciato il rossazzurro, nell'estate 1955, seguirono l'anno di Lucca e il biennio con la Romulea, società minore del calcio romano. Per quasi vent'anni il suo record di presenze restò imbattuto, prima che a strapparglielo ci pensò un estremo difensore tanto caro ai tifosi rossazzurri...

LA SQUADRA IDEALE DEL DECENNIO
Stilare un undici ideale non è mai un lavoro semplice. Se poi si tratta di analizzare un periodo storico assai lontano, vissuto soltanto attraverso i racconti, diventa ancor più complicato. Quasi un’impresa. Nella soggettività delle nostre scelte, abbiamo cercato di essere il più obiettivi possibili.

Tra i pali del nostro Catania Best Of ‘50, senza nulla togliere ad Antonio Seveso, portiere della prima storica promozione in A degli etnei, e al suo successore Ezio Bardelli, abbiamo deciso di puntare sul gigante di Nervesa della Battaglia Narciso Soldan. Il portiere veneto – giunto a Catania dall’Inter nell’estate del 1951 – ha difeso brillantemente la porta dei rossazzurri per due stagioni: 66 reti subite in 69 incontri disputati, prima di salutare con l'amarezza della sconfitta nello spareggio promozione con il Legnano, a seguito della quale tornò in Serie A (dove vinse due scudetti con il Milan).

In difesa, non tenendo conto delle tattiche in voga in quel periodo, proponiamo una 'moderna' linea a 4 composta, da destra verso sinistra, da: Umberto Boniardi (terzino destro che soffiò il posto al predecessore Carlo Baccarini e che totalizzò 56 presenze nel biennio '54-'56); una coppia di centrali che in realtà non giocarono mai insieme, ovvero Ferruccio Santamaria, ex Palermo protagonista nella promozione del 1954, ed il suo 'erede', il modenese Elio Grani, perno della retroguardia etnea dalla seconda parte del 1956 fino alla stagione 1961/62 per un totale di 168 presenze (41 delle quali in Serie A) e 4 reti, rimasto nell'immaginario collettivo anche per le battaglie contro i fuoriclasse della Juventus Charles e Sivori; infine, il terzino sinistro Alvaro Bravetti (161 gettoni dalla stagione 1951/52 alla 1955/56).

Colonna portante di questo top-team, e non potrebbe essere diversamente, è il mediano romano de Roma Nicola Fusco (di cui abbiamo parlato in precedenza), preferito all'illustre collega Enzo Bearzot, anima del centrocampo etneo nel triennio cadetto 1951-1954. Al fianco del capitano non possono mancare due centrocampisti di qualità: il milanese Michele Manenti (mezzala goleador che trascinò il Catania in A coi suoi 15 gol nella stagione 1953/54) ed il sopraffino regista danese Karl Aage Hansen (al Catania dal 1954 al 1957 dopo la parentesi doriana e ancor prima alla Juventus, per un totale di 6 reti in 79 incontri). Come prima alternativa merita menzione Dandolo Brondi, guida della mediana nelle prime tre stagioni del decennio.

Nel tridente d'attacco trovano spazio due formidabili ali: il veneto Francesco Randon (21 gol tra il '50 ed il 52' prima di proseguire brillantemente la propria carriera in Serie A col Bologna) ed il tedesco Karl-Heinz Spikofski autore di 15 reti nelle 72 partite di rossazzurro disputate tra il 1954/55 e il 1957. E' stata dura escludere dall'11 titolare Francesco Bassetti, ala tascabile col vizio del gol (ben 24 quelli realizzati in tre stagioni), che si giocava spesso il posto col teutonico anche nella realtà.

Ma la scelta più difficile riguarda senz'altro l'assegnazione della maglia numero 9: alla fine è prevalso il criterio 'matematico' ed abbiamo premiato il capocannoniere etneo del decennio, l'italo tedesco Guido Klein, attaccante dell’Elefante per sei stagioni, dal 1950/51 al 1955/56, per un totale di 135 presenze e 47 reti. Dolorose esclusioni quelle di altri due protagonisti della promozione in Serie A: Vittorio Ghiandi, genovese autore 16 reti in 61 match nel biennio '54-'56, e Bruno Micheloni, 19 reti in 57 presenze tra il 1952 ed il 1954. Nella seconda metà degli anni '50 il 'bomber' è Sebastiano Buzzin, che realizza oltre 30 reti in quattro stagioni.

La formazione del Catania Best Of '50 nel dettaglio:
SOLDAN;
BONIARDI, GRANI, SANTAMARIA, BRAVETTI;
MANENTI, FUSCO, HANSEN;
RANDON, KLEIN, SPIKOFSKI.

IL MISTER DEL DECENNIO
In panchina, come direttore d’orchestra, trova posto il tecnico della prima promozione in A degli etnei: il veronese Piero Andreoli, sapiente gestore dell’Elefante per 95 incontri di campionato tra la seconda parte del 1953 al 15 aprile del 1956 per un totale di 37 vittorie, 29 pareggi ed altrettante sconfitte. Numeri importanti che proiettano il trainer scaligero al terzo posto nella speciale classifica dei tecnici rossazzurri con più presenze.

LA RETE DEL DECENNIO
Il 12 dicembre 1954 il Catania ospita al Cibali l’Internazionale fregiata da quel tricolore sul petto, conquistato l’anno prima con un punto di vantaggio sulla Juventus di John Hansen e Boniperti. I rossazzurri, reduci dalle due vittorie di fila contro Spal (a Ferrara) ed Atalanta in casa, sognano di fare lo sgambetto alla Beneamata. Blasone a parte, il match di Piazza Spedini è uno scontro diretto in piena regola. Nelle precedenti due giornate, infatti, etnei e meneghini hanno ottenuto gli stessi punti: 12. I buoni propositi della vigilia vengono messi a dura prova dopo appena dieci minuti, a causa della sfortunata autorete del difensore etneo Boniardi che porta avanti i nerazzurri di Alfredo Foni. Il Catania, però, è in palla e dopo trentadue minuti riesce a perforare per la prima volta la porta di una formazione Campione d’Italia. Al minuto 42, Michele Manenti, centrocampista milanese dal passato rossonero, buca la porta nerazzurra difesa da Ghezzi riportando il risultato in parità. Il pareggio finale, per i rossazzurri, assume il sapore simile a quello del successo. Ma per una vittoria clamorosa bisognerà attendere ancora qualche altra stagione…

LA PARTITA DEL DECENNIO
A centottanta minuti dalla conclusione del campionato cadetto 1953/54, tra il Catania e la Serie A c’è soltanto un punto di distanza. Occorre conquistare un ‘misero’ punticino per coronare finalmente quel sogno tanto inseguito. I rossazzurri di Piero Andreoli, primi con quattro punti di vantaggio sul terzo posto, si giocano il primo match point al “Sinigaglia” di Como il 23 maggio di sessantadue anni fa. L’Elefante che si presenta sulle rive del Lago è privo di diversi elementi di spicco, tra i quali il portiere Seveso e la punta Bassetti. Ciononostante, gli etnei, con le unghie e coi denti, impongono lo 0-0 ai lariani che accende le luci sulla prima storica promozione in massima serie. Una gioia immensa, trattenuta dentro per ancora un’altra settimana: dopo Como subito a Valdagno (sede dell’ultima gara di campionato) senza tornare in Sicilia, il tutto per non ripetere un viaggio assai dispendioso. Ma l’attesa contribuisce ad innalzare il livello del piacere, è risaputo. Così, il 2 giugno 1954, a dieci giorni dal pareggio comasco, Catania abbraccia i suoi eroi.

IL TABELLINO
Stadio “Giuseppe Sinigaglia” di Como, 23 maggio 1954

Como-Catania 0-0

Como: Rigamonti, Origgi, Brancaleone, Boniardi, Baucè, Mezzadri, Malighetti, Palazzoli, Ghiandi, Gritti, Caprile. All: Hugo Lamanna

Catania: Pattini, Baccarini, Bravetti, Bearzot, Santamaria, Fusco, Pirola, Manenti, Quoiani, Klein, Micheloni. All: Piero Andreoli

Arbitro: Canepa di Genova


Oltre al pomeriggio di Como, negli anni ’50 ci sono altre due date degne di essere cerchiate di rossazzurro. Il 3 ottobre 1954 Catania e il ‘vecchio’ Cibali scoprono per il prima volta il fascino della Serie A. Il grande evento viene salutato nel miglior dei modi: roboante 5-0 all’Udinese in virtù della tripletta di Vittorio Ghiandi e le reti di Bassetti e del tedesco Spikofski. Infine, il 22 gennaio 1956 giorno del primo Derby di Sicilia – disputato dal 1946 – tra Catania e Palermo. Partita di grande importanza, con le due squadre impegnate nella lotta per la promozione in Serie A. Uno a uno il risultato finale, fissato dalle reti del rosanero Luosi e del rossazzurro Spikofski.

I NUMERI DEL DECENNIO
Carrellata conclusiva con tutti i numeri del periodo che va dal 1° gennaio 1950, giorno tra l’altro della vittoria esterna sulla Pro Patria (1-0 firmato Romani), al 27 dicembre 1959, giorno dell’1-1 di Parma (rete di Buzzin per i rossazzurri): 361 partite ufficiali tra Serie A, B, C e Coppa Italia, con un bilancio di 142 vittorie, 108 pareggi e 111 sconfitte; 458 i gol fatti, 386 i gol subiti.

Nel dettaglio:
1950: 42 partite (17 v, 10 n, 15p); 63 gol fatti, 54 gol subiti
1951: 38 partite (17 v, 9 n, 12 p); 55 gol fatti, 51 gol subiti
1952: 39 partite (17 v, 9 n, 13 p); 48 gol fatti, 41 gol subiti
1953: 35 partite (20 v, 9 n, 6 p); 55 gol fatti, 33 gol subiti
1954: 33 partite (11 v, 12 n, 10 p); 45 gol fatti, 31 gol subiti
1955: 32 partite (12 v, 9 n, 11 p); 35 gol fatti; 40 gol subiti
1956: 35 partite (15 v, 10 n, 10 p); 36 gol fatti, 33 gol subiti
1957: 35 partite (14 v, 9 n, 12 p); 45 gol fatti, 31 gol subiti
1958: 34 partite (7 v, 16 n, 11 p); 33 gol fatti, 36 gol subiti
1959: 38 partite (12 v, 15 n, 11 p); 43 gol fatti, 36 gol subiti

Legenda: v – vittoria, n – non vinte, p – perse