5 stelle di lusso

Pomeriggio da incorniciare...

Pomeriggio da incorniciare... 

Max Licari sulla scintillante vittoria dei rossazzurri a Pagani. 4-3-3 devastante, Lodi super, speranza Ripa, sostituzioni ok.

Quattro e cinque
Cinque gol in trasferta non uscivano, sulla ruota di Catania, dal lontano 1994 (Comiso-Catania in CND). Solo questo dato dovrebbe far riflettere sull’entità della risposta alla doppia sconfitta consecutiva subita dai rossazzurri con Sicula Leonzio e Reggina. Quattro reti al Bisceglie al “Massimino”, cinquina alla Paganese al “Torre” (dove, sottolineiamolo, il Catania non aveva mai vinto nella sua storia), nove reti complessive e miglior attacco del torneo con una segnatura in più (22) rispetto al Lecce e al Trapani, entrambe vittoriose fra le mura amiche, così come il Siracusa a domicilio. Un quartetto di testa siculo-pugliese che promette di reggere fino in fondo. Certo, i salentini mantengono cinque punti di vantaggio sul Catania e sei sul Trapani senza aver ancora riposato, ma il campionato è certamente lungo e nulla è ancora scritto. La cosa più importante è che la squadra abbia reagito con veemenza, dimostrando di essere indubbiamente una delle prime forze del lotto. Il successo di Pagani, al di là delle dimensioni numeriche, fa bene al morale prima che alla classifica. E non solo a quello della squadra... anche a quello dei tifosi, rassicurati sulla bontà dell’organico a disposizione di Lucarelli. Le indicazioni provenienti dalla trasferta campana non possono essere che assai positive: doppietta di Lodi (punizione e rigore), già a 4 reti; conferma di Di Grazia, al secondo acuto consecutivo, peraltro di grande valore tecnico; primo gol del subentrato Ripa, che finalmente si sblocca e apre nuovi orizzonti di speranza al popolo etneo in merito alla possibilità che l'ex Juve Stabia garantisca il numero di reti sufficiente a centrare la promozione. Tanta roba, mista a un primo tempo non proprio esaltante, chiuso in svantaggio al termine di una prestazione simil-Reggio Calabria, dopo aver concesso un paio di occasioni di troppo ai volenterosi padroni di casa, ben disposti in campo da mister Favo, oltre ad aver fallito un congruo numero di ripartenze, nonché un gol clamoroso con Curiale. Tuttavia, il secondo tempo da grande squadra, approcciato con personalità e determinazione, fotografa il valore potenziale di un team che, se riuscisse veramente a divenire consapevole di quanto è più attrezzato in questa categoria rispetto alle rivali, potrebbe spiccare definitivamente il volo verso il primato in solitaria.

Un 4-3-3 devastante in attacco
Sinceramente, non pensavo che Lucarelli riproponesse dall’inizio il 4-3-3. Mi ha stupito favorevolmente. E non poco... Segnale che c’è intenzione di vincere tutte le partite. Rispetto a tre giorni prima, si sono registrati i soli rientri di Aya, Djordjevic e Lodi: turnover minimo, a dimostrazione che l’assetto trovato con il Bisceglie è piaciuto al tecnico livornese. Uno schieramento, ovviamente, che predilige la fase avanzata e che, giocoforza, espone la difesa a qualche rischio in più, tanto che gli etnei, pur realizzando nove reti, nelle ultime due partite hanno subito tre gol, non pochissimi per una difesa che aveva primeggiato nel primo scorcio di campionato. Da primo, adesso, quello rossazzurro è divenuto il terzo reparto arretrato, dietro Monopoli (6) e Trapani (8). Ma, se i risultati sono questi, poco importa. Le due reti subite contro una Paganese disposta a specchio e imperniata sui bravi Carcione e Scarpa in mediana e sul tenace Regolanti (autore del gol del vantaggio azzurrostellato) in attacco risultano il naturale pedaggio da pagare a un assetto più spregiudicato che vede nelle folate di Russotto e Di Grazia sulle corsie laterali il proprio sbocco naturale. I padroni di casa, è vero, hanno prodotto pure altre due o tre palle gol importanti, compreso il rigore (molto generoso) concesso da Sozza nella ripresa che stava per riaprire i giochi, ma il Catania ha inanellato non meno di dodici occasioni nitide da gol, a getto continuo nel secondo tempo, a suggellare una vittoria indiscutibile. Si sapeva che la Paganese sarebbe durata fin quando il fiato glielo avesse consentito e così è stato. Primo tempo a tavoletta, quello dell’undici di Favo, condotto in porto con un prezioso gol di vantaggio su una dormita colossale della difesa in occasione di un calcio piazzato dalla trequarti; prima frazione in cui il Catania non ha trovato le misure giuste nelle ripartenze, sbagliando troppo in fase di rifinitura. Nella ripresa, dopo qualche urlaccio di Lucarelli negli spogliatoi, calato naturalmente il ritmo del pressing campano, la determinazione dei rossazzurri è venuta fuori, così come la bravura tattica dell’allenatore toscano che, dopo aver raggiunto il sollecito pareggio con una “perla” alla Del Piero di Di Grazia (poi sostituito al 72’ da Bucolo per fare legna in mezzo), ha imbroccato le sostituzioni vincenti, questa volta al tempo giusto (60’). Il triplo cambio (Djordjevic-Marchese, Biagianti-Mazzarani e Curiale-Ripa) ha letteralmente fatto schizzare in alto l’indice di pericolosità rossazzurro, tanto da produrre il raddoppio di Ripa su assist di Marchese, il primo gol su Punizione di Lodi (la presenza di un riferimento centrale di peso ha permesso al Catania di guadagnare per la prima volta in campionato almeno tre calci dal limite pericolosissimi), il gol di Aya in tuffo sull’ennesimo cross dell’irrinunciabile esterno mancino nisseno e il rigore (dubbio) guadagnato da Mazzarani e trasformato dallo stesso Lodi. In mezzo, un clamoroso errore di Scarpa a tu per tu con Pisseri sul 2-1 e il rigore generoso trasformato da Scarpa cui abbiamo già fatto cenno. Ma il Catania, è bene ribadirlo, ha prodotto almeno altre cinque o sei occasioni da rete nitide. Un festival del gioco offensivo, insomma, che non può che aver in ogni caso divertito lo scarso pubblico presente nell’impianto campano, complice l’infelice orario infrasettimanale e la pioggia insistente. La festa dei cento supporters giunti da Catania, cui si sono uniti i giocatori subito dopo il triplice fischio dell’arbitro, vale da sola il prezzo di ogni sacrificio.

Continuare, continuare, continuare…
È proprio questo il momento di non mollare la presa, di continuare il “percorso virtuoso”, in modo da far sentire il fiato sul collo al Lecce e rintuzzare l’assalto del Trapani. Del resto, a questo punto del torneo. Le tre favorite si ritrovano a occupare i primi tre posti della classifica e non sembra un caso. Domenica pomeriggio, al “Massimino”, sarà di scena un Catanzaro reduce dalla corroborante vittoria ottenuta contro il Monopoli e non sarà per niente facile, anche in considerazione del fatto che il manto erboso dello storico impianto etneo avrà sopportato, nel giro di cinque giorni, tre partite, due di calcio (Sicula Leonzio-Andria e Catania-Catanzaro) e una di rugby, sabato, tra Italia e Fiji. Speriamo che il terreno tenga,,, Let’s go, Liotru, let’s go!!!