4 Marzo: su Catania sventola alta la bandiera del Cavaliere Massimino

Angelo Massimino, la vera bandiera del Catania

Angelo Massimino, la vera bandiera del Catania 

Ventisettesimo anniversario della tragica scomparsa di Angelo Massimino, presidentissimo del Calcio Catania 1946

In curva sventola la bandiera di Angelo Massimino. L’ho vista, nitidamente, alzarsi in alto e sfiorare il cielo. Il suo volto, sorridente, bardato di rosso e di azzurro: i colori di Catania, i colori del Catania. Il suo, di Catania, il “vecchio 46”, non c’è più. È andato via, quasi un annetto fa, dopo aver vagato come un fantasma per quasi quattro mesi dopo l’ufficializzazione del fallimento.

Un libro si è chiuso, un altro è stato aperto. Un’altra storia, totalmente diversa dalla precedente, priva – almeno fino a questo momento – di sofferenza e conquiste sudate, sconfitte pesanti, talvolta umilianti, e bruschi risvegli. Lui, però, c’è sempre. Io l’ho visto, domenica scorsa, nel corso della partita interna con il Paternò, disputa in quello stadio che da un ventennio porta il suo nome: Angelo Massimino. Un impianto che se potesse parlare chissà quanti libri riempirebbe, con mille storie e altrettanti aneddoti.

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Sventola alta la bandiera del Cavaliere Massimino, presidentissimo amato e contestato, osannato e deriso, esaltato ma mai del tutto compreso. Indietro non si può tornare. Non si può rimettere a posto la storia, si può soltanto rammentarla e tramandarla di padre in figlio.

Tutti sanno chi è stato Angelo Massimino, per il calcio e per l’intera città di Catania. Tutti sanno delle sue vittorie e delle sue sconfitte, dei suoi svenimenti gioiosi e delle tante contestazioni subite. Tutti sanno della battaglia al Palazzo del Calcio, vinta a dispetto del sistema, e della sua tragica fine terrena: 4 marzo 1996, sul viscido asfalto assassino dell’autostrada Catania-Palermo, all’altezza del bivio per Scillato.

Tutti sanno della folla immane che lo ha salutato qualche giorno più tardi in Cattedrale, fra sciarpe rossazzurre e rosanero. Tutti sanno e tutti vedranno sventolare quella bandiera con il suo volto, sorridente, e bardata di rosso e di azzurro, nello stadio che porta il suo nome.