23 Giugno 2015 - 23 Giugno 2020: un lustro senza lustro

Nino Pulvirenti, attuale proprietario del Calcio Catania

Nino Pulvirenti, attuale proprietario del Calcio Catania 

Cinque anni fa lo scandalo de 'I Treni del Gol', ferita sempre aperta che fa male ancora

La storia mi ha sempre affascinato. Ricordare le giornate di gloria, rievocare le imprese conquistate sul campo, le partite epiche e dare lustro (ancora) ai personaggi che le hanno firmate ed ai tifosi che hanno contribuito alla loro realizzazione, è sicuramente l’aspetto che più di tutti “ispira” la mia penna. Nel mondo del pallone, così come nella vita, ci sono rose ma anche spine, alcune delle quali lasciano dei segni così profondi e taglienti che riescono a far male anche a distanza di anni. Ricordi che provocano un dolore lancinante, al cuore e all’anima, un dolore alimentato da giornate avvilenti ed umilianti.

È la mattina del 23 Giugno 2015, il sole ha già iniziato la sua consueta scalata giornaliera, il telefono sembra posseduto, da messaggi che non avrei mai voluto leggere: “è scoppiata la bomba, hanno arrestato Antonino Pulvirenti e Pablo Cosentino”. I treni (del gol) rossazzurri vanno a sbattere contro una montagna di vergogna. È l’inizio di un incubo (anche se per molti l’inizio della fine era stato sancito dalla retrocessione in B di un anno prima) dal quale dopo cinque lunghi anni Catania non è ancora riuscita a liberarsi. Un lustro senza lustro, fatto di pagine amare e delusioni cocenti, giunte dal campo (i 5 a 0 di Monopoli e Vibo Valentia, il 4 a 0 di Castellammare di Stabia e le sconfitte, meno altisonanti nel punteggio, ma pur sempre umilianti, con Melfi, Ischia o Martina) e fuori dal campo: una retrocessione d’ufficio in terza serie, 19 punti di penalizzazione (10 nella stagione 2015-16, 7 nella successiva e 2 nell’attuale) ed i pastrocchi di questa stagione, su tutti la partita a porte chiuse con al Casertana per la mancanza di steward e il “messaggio” inviato ai giocatori nel quale venivano invitati a trovare una nuova sistemazione. Anni nei quali il rapporto coi tifosi è stato logorato, anzi, distrutto, da atteggiamenti sbagliati, promesse mancate e verità nascoste. Tante pagine nere che compongono probabilmente il capitolo più umiliante della storia dell’Elefante, lasciando presagire un finale, il possibile fallimento, con il quale Catania convive (si fa per dire…) ormai da mesi.

Da salvare, in questo lustro senza lustro, c’è ben poco. Probabilmente la prima annata con mister Cristiano Lucarelli in panchina, conclusa senza troppa fortuna contro la traversa al termine di un’estenuante lotteria dagli undici metri, e qualche altra partita, come il successo in casa del Messina, la partenza a razzo con mister Pancaro e la voglia di non mollare dell’attuale gruppo rossazzurro forgiato dal tecnico labronico.

Ma oggi, 23 Giugno 2020, ciò che realmente bisogna salvare e preservare è la vita stessa del Calcio Catania 1946, matricola federale 11700, attraverso quella che appare l’unica strada possibile da percorrere: il passaggio di proprietà. Conta solo questo per provare a dare nuovamente lustro ai colori rossazzurri.