"Chi fa 'u Catania?"..."a bulletta" di Angelo Patanè

Angelo Patanè al

Angelo Patanè al "Massimino" 

Ogni settimana un nuovo personaggio ci dirà "a bulletta" sul Catania...buona fortuna!

Per tutta una lunga settimana, aspettando il calcio d’inizio della prossima partita, l’intera città con stemma ’u liotru si domanda: «Ca viremu chi fa ‘u Catania.» In quest’istante migliaia di cittadini etnei stanno ancora interpellandosi: seduti nell’autobus, in fila alla posta, sdraiati alla plaja o a passeggio alla Villa. Nondimeno, inquieta come il mare in tempesta, adesso un’ondata di catanesi se lo chiede persino in ospedale, in banca, nei bar e financo in visita al cimitero. Dal lunedì alla domenica, dalle nostre parti, la domanda di rito è una sola: «Chi fa ‘u Catania?»

«Tutti quanti abbiamo un Angelo, – ripete Ron da sempre - ha una voce di velluto come un vento che ti scioglie dolcemente e tocchi il cielo con un dito. Tutti quanti abbiamo un Angelo, ha il profumo di un bambino, è un soffio d'ali, è un fremito in casa, quando sei in cucina e mangi un'insalata in silenzio lui ti ruba la marmellata…»
«Se diciamo stronzate, -risponde così al telefono il nostro Angelo Patanè- puoi cancellarle, no ?»
«È incredibile, mamma mia, -faccio io- siamo già arrivati a fine campionato. Tu, con i tuoi trentadue anni di esperienza di radiocronista e di telecronista che cosa hai da dire a Pulvirenti, anzi a tutti e due i Pulvirenti e a Lo Monaco ?»
«La domanda è maliziosa, -replica perspicace- innanzitutto ti ringrazio. Non è esattamente un assist la tua domanda ma io rispondo con grandissima serenità. A Pietro Lo Monaco non ho nulla di dire se non augurargli buon lavoro, perché in questo momento è la cosa più importante e lo dico da tifoso e da persona che segue da tanti anni le vicende del Catania. Non posso che augurargli buon lavoro, perché, più che a parlare lui è bravo a fare le cose e spero che indipendentemente dagli errori commessi quest’anno, le faccia bene come ci ha abituati a farle. Cogliendo il lato malizioso della domanda, se ti riferisci alle dichiarazioni che ha reso nell’ultima conferenza stampa ti dico che ci sono abituato e che, in fondo, mi sento perfino onorato. Chiaramente comprendo il vocabolario ristretto di Lo Monaco, un po’ come l’abbecedario di Pinocchio tirato fuori quando ha giustamente voglia di spostare altrove l’interesse; però ripeto che non sono assolutamente risentito ed è una cosa che poi discuterò simpaticamente con lui perché ognuno usa le armi che ha a disposizione, ma io non ne ho se non quelle di raccontare ciò che succede. Il mio unico giudice è la gente, il pubblico, sono i tifosi. Io posso dire “bravo” o “non bravo” per il resto ognuno faccia la sua parte. Io faccio la mia e lui la sua perché sia io che lui siamo bravi a far il nostro lavoro e quindi in bocca al lupo a lui, spero che altrettanto pensi di me, indipendentemente da quello che poi dice.
Anche a Pulvirenti allenatore dico grazie per questo momento di transito in una situazione complicata per il Catania. Gli dico “Grazie e arrivederci” nel senso che ognuno deve fare quello che sa far meglio e lui ha dimostrato per tantissimi anni di saper fare benissimo l’allenatore dei giovani, di motivarli, portarli avanti, dargli stimoli e grandi prospettive. Fare l’allenatore dei grandi è un’altra cosa, possibilmente ci arriverà ma reputo che non sia ancora pronto e quindi grazie per quello che ha fatto e per le dichiarazioni che ha reso, che poi sono sostanzialmente quelle imbarazzate di chi comunque è il dipendente di una società e racconta quello che è giusto che venga raccontato, a volte offendendo un po’ (offendendo è un termine molto generico, sia chiaro) l’intelligenza di chi ascolta, però ognuno giustamente deve fare il suo lavoro, lui faccia il suo e noi facciamo il nostro che è quello di ringraziarlo e di dirgli “Buon lavoro, ma l’anno prossimo torni nuovamente a fare quello che sa fare benissimo”.
Pulvirenti Antonino persona o Pulvirenti Antonino dirigente ? Al dirigente dico che ha sbagliato e che non gliela perdono. A Catania si scherza con tutto tranne probabilmente con due cose. Una è sacra e l’altra, seppur profana, ha la stessa sacralità, cioè il Catania con cui non si scherza e non si gioca. Reputo che Pulvirenti si sia reso conto dell’enorme errore commesso e che, indipendentemente da quelle che sono le questioni giuridiche che non intendo affrontare, stia scontando una pena giusta nel sentirsi probabilmente in questo momento inviso da chi ha visto una società finita sul lastrico per scelte assolutamente incredibili. Ecco, volevi che ti dicessi “incredibile” ti ho detto “incredibile”: le scelte di Nino Pulvirenti sono state assolutamente incredibili. Con lui come con Lo Monaco siamo stati i primi a litigare (a differenza forse di tanti altri che poi mettono la testa sotto la sabbia) e i primi a confrontarci su quello che è estremamente complicato. Che al di là che è complicato, è sicuramente illegale e poteva accadere a Catania ma noi non c’eravamo accorti di questo e non potevamo mai immaginarlo. Però che fosse una situazione assolutamente opaca era chiaro ed evidente. Mi ricordo che da noi in trasmissione lui si alzò e andò via urlando proprio perché siamo stati tra i pochi (ancorché i primi) a dirgli in faccia ciò che pensavamo di Cosentino. Quindi gli dico che ha sbagliato e che magari avrà tempo per rivisitare il suo passato come uomo. Come uomo di legge non posso che dirgli anche di trovare un percorso che gli faccia comprendere gli errori che ha commesso: sono convinto che ce la farà e se la caverà molto bene sotto il profilo assolutamente personale. Personalmente ho legato a lui i ricordi più belli del Catania degli ultimi anni indipendentemente da quelli tristi. Il lavoro del cronista è quello di raccontare non soltanto l’epilogo travagliato d’una storia finita male ma raccontare e ricordare tutto quello che la gestione Pulvirenti-Lo Monaco ha portato a Catania ed è stato grande, importante, inatteso, programmato e tanto. Quindi merito per quello che è stato e sicuramente spunti di riflessione futura per quello che potrebbe essere il futuro. Risposta articolata la mia…»
«Hai fatto centro ! – lo blocco- In chiusura, ti chiedo di semplicemente dirmi chi fa u Catania, però dovresti dirmi il risultato esatto. Come finirà Casertana-Catania ? E poi mi chiedo se tu sarai lì a Caserta».
«Purtroppo no, -conclude il principe dei telecronisti rossazzurri- perché la Lega Pro non ci permette di fare questo. La Lega Pro è un limbo dantesco che non ci permette di fare quello che ci piace di più, cioè seguire il Catania dal vivo quando si va in trasferta. Abbiamo tempi di risposta dei segnali assolutamente diversi e significherebbe che la voce arriverebbe ottanta, settanta, sessanta secondi prima delle immagini: come vedere un film con un doppiaggio assolutamente inesistente. Questo ci ha comportato quest’anno enormi difficoltà nella lettura delle azioni e delle immagini. Quindi purtroppo non sarò lì e mi toccherà commentare sport-tube, che è una cosa deprimente. Anche questo è davvero un supplizio per noi che facciamo questo lavoro, perché noi proviamo a raccontare quello che succede in campo. In realtà per il risultato finale, sono ottimista. Sono ottimista per natura e poi mi parla il cuore e non mi parla la mente, perché se dovese parlare la mente direi un risultato finale diverso in questa altalena di vittorie in casa e trasferte disastrose: direi un pareggio o più probabilmente una sconfitta. Invece dico no, perché probabilmente sono un romantico e ancora penso e spero che questo Catania (chissà con un colpo di coda) possa darci qualche emozione. La speranza è che il risultato finale sia due a uno per il Catania. E quindi Casertana-Catania 1-2. Vince il Catania e vediamo poi cosa succede in futuro».



La briga di trascriver di volta in volta le risposte più “sfruculianti” (citazione Max Licari) se l’è presa la redazione di calciocatania.com. Dopo un’interminabile successione di conciliaboli segreti, l’incarico è andato a due appassionati storici di pallone rossazzurro. L’uno bazzica da anni il mondo finanziario, per passione segue i tornei giovanili del Catania e si chiama Vincenzo La Corte. L’altro è Alessandro Russo, un medico ortopedico catanese che scrive e insegna scrittura creativa; il suo ultimo libro, pubblicato di recente per Algra Ed., s’intitola “IL RUSSO-AZZURRO“.