Un Catania che non si ar...Rende!!!

Un pomeriggio da... elefanti!

Un pomeriggio da... elefanti! 

Max Licari sulla splendida vittoria di Rende. Grande determinazione, scelte azzeccate e un Ripa finalmente convincente.

La risposta giusta
Nel momento più delicato vengono fuori gli uomini. Il Catania ha dimostrato a Rende di essere un gruppo vero che sicuramente concluderà il campionato in una delle posizioni di vertice. Quale, probabilmente lo decideranno le due partite che rimangono prima della sosta e, successivamente, il mercato di gennaio. Quando si è manifestata la necessità che le cosiddette “seconde linee”, non in una gara di scarso valore in una competizione come la coppa Italia di Serie C, rispondessero “presente”, è giunta una vittoria netta, inequivocabile, convincente in un campo non certo in perfette condizioni e contro un team che, fra le mura amiche, aveva costruito una brillante classifica, non subendo quasi nulla. Se, in un solo match, i padroni di casa “beccano” tre reti, tante quanto quelle incassate durante tutti gli altri incontri casalinghi disputati, un motivo esiste e lo si trova nel cuore e nella determinazione feroce di un manipolo di ragazzi che, sul campo, ha saputo reagire alle due “occasioni perse” costituite dalle sfide con Trapani e Matera, peraltro in una situazione di assoluta emergenza che vedeva Lucarelli dover rinunciare a titolarissimi come Lodi, Russotto o Di Grazia, senza contare che capitan Biagianti e Caccetta avevano una ventina di minuti a disposizione nelle gambe, tanto da dover essere impiegati entrambi soltanto al 63’ al posto degli esausti Bucolo e Fornito. In pratica, tutto il centrocampo e due terzi dell’attacco titolare indisponibili. Una situazione “limite” che, per la prima volta in stagione, si è presentata e proprio in occasione dell’ultima giornata del girone d’andata, in un turno importantissimo dove le dirette antagoniste Lecce e Trapani avevano la possibilità di giocarsi il jolly in casa. Ebbene, quello che si è visto al “Lorenzon”, lo spirito guerriero, la grinta, la voglia di non cedere il passo nelle difficoltà, ci conforta in proiezione futura. Il Catania ha un’anima e a Lucarelli va dato atto di averla forgiata con la prevista forza d’urto. Del resto, i numeri parlano chiaro: secondo posto (38) a tre lunghezze dal Lecce campione d’inverno (a seguito della vittoria interna con il Monopoli) e tre sopra il Trapani sconfitto in casa dal Cosenza; miglior difesa (12); secondo miglior attacco per una sola rete (30, insieme al Lecce, rispetto alle 31 del Trapani); 12 vittorie complessive come i salentini; l’enormità, per gli standard etnei, di 6 successi esterni (ha fatto bene il tecnico livornese, a fine gara, a sottolineare come, nelle due stagioni di C precedenti, i rossazzurri avessero vinto in tutto solo 5 partite fuori dalle mura amiche); il vicecapocannoniere del girone (Curiale, con 8 gol e almeno 3 regolarissimi annullati). La differenza la fanno, al momento, i tre pareggi conseguiti dagli uomini di Liverani (sconfitti una sola volta, proprio nello scontro diretto del “Massimino”) a fronte delle tre sconfitte in più (quattro complessive) del Catania. Se si vorrà vincere il campionato, si dovrà migliorare proprio in questo: il Lecce, anche in difficoltà, non ha perso gare che i rossazzurri hanno dilapidato contro formazioni di bassa o bassissima classifica (Sicula Leonzio, Reggina, Casertana). E si dovrà rinforzare una squadra già forte con quei pochi elementi che possano fare meglio delle eventuali “aggiunte” acquisite da giallorossi e granata. Una lotta strenua sul filo dell’equilibrio che potrebbe veramente decidersi sul filo di lana, nell’ambito del girone più equilibrato a livello di corsa promozione diretta di tutta la Serie C.

Il 3-5-2 questa volta funziona con la coppia “pesante”
Che le assenze e gli acciacchi potessero indurre Lucarelli a rispolverare il 3-5-2 era nell’ordine delle cose. Che potesse funzionare così bene, risultava meno prevedibile. L’esperienza casalinga con la Sicula Leonzio, sicuramente il peggior Catania stagionale, induceva alle perplessità, soprattutto in merito alla coppia d’attacco Ripa-Curiale. Questa volta, però, la musica cominciava a suonare diversamente fin dalle prime battute. Vero che il Rende, schierato con il suo classico 3-5-2 molto solido, impostava il match su difesa, corsa e ripartenze pericolose affidate a Ricciardo, Goretta e al piede sapiente di Laaribi, ma gli etnei prendevano in mano il pallino del gioco, facendo subito capire chi comandasse e rispondendo colpo su colpo anche a livello di “randello” con la coppia di mediani Bucolo -Fornito e un Mazzarani insolitamente “tosto” nei contrasti. Molto bene anche Semenzato e Marchese (in particolare il laterale sinistro nisseno, uno dei migliori in campo) a spingere sulle fasce e mettere cross per i due attaccanti pronti a fiondarsi in profondità, con Ripa a fare da “ponte” per il più avanzato Curiale. Tutta un’altra storia, realmente, rispetto alle esibizioni passate. Il Catania costruiva occasioni con Marchese e Mazzarani e ne concedeva una a Rossini, prima di passare in vantaggio al 29’ con una perfetta imbucata centrale di Ripa per Curiale, abile a scavalcare Forte in uscita. Sontuoso l’assist della punta ex stabiese. Comunque encomiabile la volontà di lotta della squadra di mister Trocini che impegnava Pisseri in una grande parata a fine prima frazione su gran tiro ravvicinato di Franco. Il portierone rossazzurro può sbagliare una partita su 20, ma poi…

Ripa Day
Nella ripresa ci si poteva attendere che il campo allentato e irregolare, la fatica di giocatori non abituati a disputare spesso gare da titolare e la voglia dei padroni di casa di recuperare potessero proporre un match dal canovaccio alquanto diverso. E, invece, era ancora il Catania a tenere saldamente in mano le redini del gioco, trascinato da un Ripa finalmente “formato Maxi”. Il centravanti prima trasformava impeccabilmente un netto rigore assegnato dal buon Massimi al 54’ per atterramento di Aya in piena area di rigore; poi scaricava nel “sette” un fulminante destro su ottimo assist di un convincente Semenzato. Assist e doppietta, cosa chiedere di più? Una giornata da ricordare e, forse, l’inizio di un nuovo percorso? È chiaro come un rondine non possa fare primavera, ma è indubbio che la prima…vera “chance” di riscossa, dopo le pungolanti parole di Lucarelli nel post Catania-Matera, Ciccio se la sia giocata più che bene. Adesso, ha a disposizione altre due partite per dimostrare a società, addetti ai lavori e tifosi che la scelta estiva non fosse poi così sbagliata ed evitare di essere messo in discussione nel mercato invernale. L’auspicio è che possa vincere questa battaglia, nell’interesse del Catania. Molto significativa, in questa direzione, la corsa verso l’allenatore dopo aver siglato il terzo gol. Un Lucarelli che, in ogni caso, ha messo molto di suo nella vittoria: scelte iniziali azzeccate, sostituzione al 63’ degli sfiniti Bucolo e Fornito con i titolari Biagianti e Caccetta, possibilità di rifiatare concessa a Ripa al 73’, sostituito da Zé Turbo, motivazione esemplare dei giocatori. Insomma, un pomeriggio perfetto nel momento giusto. Un successo “sporco” che potrebbe costituire una delle vere svolte della stagione.

A Fondi ancora più difficile
Al “Purificato” sarà ancora più dura. Mancheranno sempre Lodi e Russotto, sarà la prima gara del girone di ritorno, si dovrà dare continuità a un successo prezioso evitando di perdere terreno rispetto a un Lecce ancora impegnato al “Via del Mare” con la Virtus Francavilla, il Fondi è compagine in forte ripresa, fa bene in casa, proviene da buoni risultati (la vittoria di Bisceglie insegna) e si è rinforzato con una punta di categoria superiore come Corvia; quindi, la pressione sarà tutta sulle spalle del Catania. Ci sarà da lottare e riproporre una gara tutta cuore e grinta, ma non scevra di qualità, come quella di Rende… Continuiamo così! Let’s go, Liotru, let’s go!!!