Un Catania Rinaudo!

Rinaudo, prestazione maiuscola...

Rinaudo, prestazione maiuscola... 

Max Licari sulla netta vittoria dei rossazzurri sull'Entella. Conferma che fa sperare, ma "prova del 9" trasferta di Avellino.

Nessuna esaltazione
Il pericolo più grande, in questo momento, sarebbe passare da un eccesso all'altro, "more solito" alle falde dell'Etna. Una settimana fa "armata Brancaleone" destinata irrimediabilmente alla Lega Pro, "squadra più scarsa della B", oggi "fenomeni da A sicura". No, non è questa la strada. Se il Catania ha veramente imboccato il viale maestro lo si vedrà ad Avellino, in trasferta contro una delle formazioni attualmente nelle posizioni di testa del campionato. Dal rendimento fuori dalle mura amiche si valuta la reale forza di una squadra e, finora, dalle trasferte si è quasi sempre tornati con le pive nel sacco, tranne che dalla beffarda Crotone. Tuttavia, non si può negare che le due vittorie interne consecutive contro Vicenza ed Entella abbiano fornito nuovo impulso alla classifica e agli entusiasmi della società di Via Magenta, nonché "rianimato" un ambiente sull'orlo della depressione più nera. Adesso, pur rimanendo la vetta (Bologna e il sorprendente Carpi) a 9 punti, si riesce a intravedere la luce in fondo al tunnel e a guardare al futuro con un tantino di fiducia in più. Anche la differenza reti, dopo la "manita" ai simpatici liguri di mister Prina, comincia a farsi meno pesante: 18-18, già "qualcosa" rispetto al negativissimo 13-17 del pre-Entella. Però, attenzione, senza alimentare soverchie illusioni, perché per certificare la definitiva "guarigione", si dovrà dimostrare continuità di rendimento e di risultati; non bastano un paio di vittorie contro avversari chiaramente inferiori sotto il profilo tecnico e tattico. Qualcuno potrà obiettare che, comunque, fin qui TUTTE le formazioni incontrate dal Catania sono apparse inferiori, a cominciare dalle tre neopromosse che hanno sconfitto i rossazzurri. Ebbene, se posso essere d'accordo sul fatto che l'Entella non si è mostrata di gran lunga inferiore a Perugia, Pro Vercelli o Frosinone, non si può di contro dimenticare una cosa fondamentale: le condizioni in cui sono stati affrontati umbri, piemontesi e ciociari. Sarebbe, infatti, disonesto intellettualmente non sottolineare come con Vicenza ed Entella siano andati in campo, piuttosto che ragazzini alle prime armi, terzini adattati a centrali, esterni inventati mediani et similia, giocatori come Ciro Capuano, la cui esperienza in B sta indubbiamente facendo assai comodo a Sannino, e Fabian Rinaudo, che da solo fa in pratica 3/4 di squadra e la cui assenza risulta decisiva, non avendo sostituti all'altezza in termini di personalità e forza fisica. Non solo, si è potuto contare sulla crescita impetuosa di un ragazzo che non era stato messo in conto, Gonzalo Escalante, un mediano dai piedi buoni, alla prima rete in rossazzurro, che sta stupendo un po' tutti anche a livello di personalità. Certo, se si fosse stati un "tantino" più prudenti nei (pre)giudizi, magari non lo si sarebbe additato come una "oscura" operazione di mercato portata avanti dalla Massoneria deviata internazionale incarnata dalla Spectre cosentiniana, che avrebbe "lavorato" su un "bidone" per mera speculazione finanziaria legata a fantomatici fondi di bottiglia (di whisky, nel migliore dei casi). Ma tant'è. Il campo, solo il campo è deputato a "parlare", in positivo o in negativo. Ora, non è che si debba fare di Escalante il Paladino della Resurrezione, l'erede di Prosinecki o chissà cosa, perché trattasi di un ragazzo di 20 anni che ha disputato un paio di buone partite in B e che tutto ha da dimostrare, ma il "beneficio del dubbio" glielo si sarebbe potuto accordare anche nei giorni più bui da depressione cosmica della tifoseria etnea. "Tirem innanz", avrebbe detto qualcuno che faceva della saggezza il proprio imperativo categorico. E "saggezza" significa equilibrio, significa non deprimersi e non esaltarsi. Significa lavorare e dimostrare da una parte, criticare costruttivamente e sostenere dall'altra. Per esempio, ci sarebbe da chiedersi "costruttivamente" (ma anche no...) perché diavolo ci si sia accorti del ragazzo della Pampa dopo 7 partite, dopo aver fatto esordire anche il cugino del cognato del giardiniere in ruoli "estemporanei"...

Un 4-4-2 più logico
Contro i rimaneggiati liguri (privi di elementi importanti per lo scacchiere di Prina, è giusto ammetterlo), Sannino ha costruito un 4-4-2 più logico, con Jankovic e Martinho sugli esterni e Rosina in appoggio a Calaiò. evitando all'ex Zenit Sanpietroburgo un poco gradito "esilio" sulla corsia esterna destra di centrocampo. Ecco, malgrado il diciannovenne serbo dimostri ancora di non essere al 100% e di patire, come ovvio, l'inesperienza nella categoria, mi è sembrato che il Catania girasse in modo più fluido e coerente, con Rinaudo ed Escalante a far legna e far ripartire l'azione in mediana e Rosina più vicino a Calaiò, alla ricerca di maggior qualità negli ultimi 20 metri. Ovviamente, non si può non riconoscere la mediocrità di un avversario per giunta privo di alcune pedine fondamentali. Detto ciò, e appurato che, come detto, "fito" sia 3/4 squadra e non abbia sostituti, come dimostra la prestazione e il gol e mezzo siglato, non si può non sottolineare la prova "da squadra" fornita dall'undici etneo e la ritrovata verve, oltre che dei citati Escalante e Rinaudo, di giocatori "bersagliati" come Sauro, che si è tolto anche lo sfizio di segnare la sua prima rete in rossazzurro, e Monzon, alla seconda buona prova consecutiva, che non può non alimentare speranze per il futuro, considerata la valenza fisica e tecnica del mancino argentino. Mi è garbata pure l'attenzione e la determinazione sui calci piazzati (vedasi i due gol sopra accennati) e la capacità di cambiar pelle dal 4-4-2 al 4-3-3, all'atto dell'inserimento di Marcelinho, poi autore della quinta rete nel recupero, al posto dell'acciaccato Rosina (si spera possa essere recuperabile per Avellino). Non mi è piaciuta, di contro, l'eccessiva permeabilità della difesa che, quasi a ogni azione pericolosa dei liguri (per fortuna, poche), è andata in difficoltà seria (quasi gol di Sansovini sull'1-0, rete del 2-1 di Lanini e un altro paio di situazioni). Lì, c'è molto da lavorare, sebbene non bisogni dimenticare l'assenza dei due centrali titolari, Spolli e Gyomber. Insomma, una prestazione in crescendo che non deve alimentare aspettative esorbitanti. Piedi per terra, umiltà e, soprattutto, continuità nel lavoro che certosinamente sta svolgendo Sannino in queste settimane. Solo così si potrà definitivamente venir fuori dal tunnel.

Avellino, vero crocevia
Se il Catania è venuto veramente fuori dalla difficile situazione in cui, principalmente per colpe proprie, si è cacciato, lo si vedrà al "Partenio", che giudico il vero spartiacque della stagione. Il Catania dovrà dimostrare di saper tirare fuori la prestazione e il risultato soprattutto dalle trasferte e dai campi difficili contro supposte pari grado. Ora, è pacifico che, sulla carta, a parte un paio di realtà altrettanto importanti, tutte le avversarie partano sfavorite rispetto al Catania, ma finora fuori dalle mura amiche il campo ha detto l'esatto contrario. Contro gli irpini, dotati di una buona struttura di squadra, di storia e di un pubblico caloroso e numeroso, Calaiò e soci dovranno far vedere di aver realmente cambiato marcia, giacché un nuovo passo falso farebbe ripiombare squadra e ambiente nel pessimismo più dirompente. Attendiamo il cimento con un pizzico d'ottimismo in più, ma senza nessuna euforia o esaltazione. Serve ben altro. Serve quella continuità di risultati che finora è da considerarsi pura utopia. Se il vento è mutato, lo si vedrà subito in terra campana... Let's go, Liotru, let's go!!!