Un Catania Lecc...itante!!!

Russotto, prestazione sontuosa...

Russotto, prestazione sontuosa... 

Max Licari sulla splendida vittoria conseguita dai rossazzurri sui salentini. La strada è giusta, ma nessuna esaltazione...

La risposta giusta
Da tempo chiedevamo una risposta netta, inequivocabile. Una risposta del campo, non delle parole. Finalmente, è arrivata. Ed è giunta, "in primis", dalle guide di questo spogliatoio costruito da Lo Monaco, dai cosiddetti veterani cui si è affidato Lucarelli nella gara cruciale di questo inizio di campionato. Parliamoci chiaro: serviva come il pane vincere, per tante ragioni, dalla classifica al morale, dalla fiducia dell’ambiente alla costruzione dell’austostima. Occorreva, soprattutto, inviare un segnale forte a chi aveva già cominciato a mettere in dubbio la caratura di favorita della compagine rossazzurra, avanzando legittimi dubbi dopo i primi, non brillantissimi, due turni. Il tecnico livornese, dopo le polemiche susseguenti la sconfitta di Caserta, ha schierato una squadra logica e solida, sostanzialmente distruggendo tatticamente il collega Rizzo in tutte le zone del campo. Gli etnei, fin dal primo minuto, sono risultati più cattivi, più tonici, più convinti dei salentini, forse sorpresi dalla verve di una formazione che non più di una settimana fa era apparsa in chiaro affanno atletico. Il succo del match può essere riassunto da quanto accaduto a fine primo tempo: fallo da “giallo” di Esposito, mezza rissa "di prammatica" scoppiata in mezzo al campo, espulsione di Lucarelli; tensione, confusione, ma sempre con l’impressione che i giocatori di casa fossero mentalmente sul pezzo, avessero la voglia giusta di non farsi mettere sotto dai giallorossi, giunti a Catania forse troppo convinti di mezzi sicuramente ottimi, ma certamente non superiori a quelli degli avversari. Un finale di frazione tipico della categoria, in cui i catanesi sembrano essersi calati addirittura più dei pugliesi. Gli accorgimenti di Lucarelli, mirati a sostenere Lodi in mezzo e a fornire più dinamismo e qualità alle corsie laterali nell’ambito del suo classico 3-5-2, hanno fatto saltare il banco di un Lecce troppo timido in mezzo (disastrosi Arrigoni e Armellino) e poco attento nei due esterni bassi del 4-3-3, Ciancio e Di Matteo, letteralmente sommersi dalle discese di Esposito, Russotto, Marchese e Biagianti. I tre gol di differenza, frutto di marcature anche di pregevole livello, ci stanno tutti e, probabilmente, sarebbero potuti risultare di più, considerato che il Catania ha fallito non meno di altre tre nitide palle gol. Adesso, tuttavia, non si deve fare l’errore di considerare tutto risolto e il campionato una passeggiata verso la gloria. Si è vinto una partita importante, è vero; si è fatto un passo avanti fondamentale, ma ancora si è alla terza giornata e, specialmente, si dovrà dimostrare di essere guariti dalla sindrome da trasferta, a cominciare da quella di Francavilla Fontana. Nessuna esaltazione, dunque, ma lavoro duro lungo una strada che si sta cominciando a intravedere. Intanto, la classifica è stata perlomeno sistemata e si può guardare al futuro con fiducia.

La vittoria dei “senatori”
Avevo scritto una settimana fa come il Catania difficilmente potesse fare a meno della “gamba” di Esposito. La gara disputata contro il Lecce conferma questa impressione. Lucarelli ha compreso che a destra serve maggiore dinamismo e a sinistra maggiore qualità, se si vuole procedere con il 3-5-2. Gli innesti del giovane numero 21 e dell’esperto Marchese, uno magari non velocissimo, ma con senso della posizione (la fascia sinistra è sempre stato il suo regno) e con piede di altra categoria, hanno realmente cambiato le carte in tavola di questo modulo naufragato a Caserta, fornendo la giusta quadratura alla mediana. E proprio lì in mezzo Lucarelli ha messo nelle condizioni Lodi, alla fine migliore in campo insieme a Russotto, di esprimere le proprie qualità con tranquillità, grazie alla copertura di due mediani robusti come capitan Biagianti e Caccetta, gente di esperienza e robustezza in grado di proteggere le geometrie dell’ex udinese. L'umiltà di essersi reso conto come l'esperimento Di Grazia non funzionasse, rendendo troppo leggero il pacchetto di centrocampo, rende merito a Lucarelli. Non a caso, infatti, il capitano in maglia numero 27 si è proposto come il vincitore morale di questa importantissima sfida. Quasi “negletto” in questo inizio di torneo, Marco ha dimostrato, quando chiamato in causa, di avere attributi e, soprattutto, ancora voglia di mettersi in gioco e correre per la maglia. Non tanto per il gol, pur essenziale, siglato al 20', ma per l’abnegazione e la corsa profusa per tutti i 73’ in cui è stato protagonista in campo. Il Catania, grazie ai suoi inserimenti in combutta con Marchese sulla corsia mancina e alle corrispettive percussioni di Russotto ed Esposito dall’altra parte, è riuscito a trovare la chiave più giusta per aprire la non impermeabile difesa giallorossa. I fatti dicono che il primo gol proviene da un cross dalla sinistra di Marchese, poi trasformatosi in mischia davanti alla porta, risolta dal tocco del capitano; il secondo, al 78', da una sontuosa imbucata di Lodi per lo stesso Marchese, il cui cross al volo si trasforma in un pallonetto da sogno che inganna l’incerto Perucchini; il terzo, al 80', da una ripartenza breve Curiale-Fornito-Russotto, trasformata in rete dal numero 7 rossazzurro. Significa che la partita è stata preparata in un modo, secondo le caratteristiche dell’avversario, ed eseguita di conseguenza. Bravo Lucarelli, capace di infondere coraggio e mentalità offensiva alla squadra. Bravi i giocatori a tradurre in campo il lavoro settimanale. E non tralasciamo il fatto che il Catania, ancora, giochi in pratica senza l’apporto effettivo di un centravanti al pieno dell’efficienza… Curiale ha disputato tutta la partita, si è impegnato molto, ma è ancora lontano dalla miglior condizione, mentre Ripa e Zé Turbo non sono stati nemmeno impiegati. Quando staranno tutti bene, sarà tutt’altra musica. Buon per il catania che Russotto, nettamente il più in forma in questo inizio di stagione, stia girando bene. Migliore in campo, quasi sempre imprendibile, gol importante: prestazione da 8 che, se impreziosita da qualche scelta finale “azzeccata” in più, sarebbe potuta risultare anche da 9. Sembrerebbe che quest’anno l’ex catanzarese abbia tutte le intenzioni di riscattarsi… Anche i classici cinque cambi di Lucarelli hanno funzionato, soprattutto se paragonati alla grande confusione profusa da Rizzo, le cui sostituzioni nella ripresa non hanno fatto altro che indebolire ulteriormente la mediana e la difesa, atteso che il tanto decantato attacco Torromino-Caturano, con Aya, Bogdan e Tedeschi, non ha letteralmente toccato palla (il solo capitan Lepore è sembrato avere idea di cosa fare in campo). Bene Blondett e Fornito a livello di approccio, meglio delle prime uscite Semenzato, non giudicabili Di Grazia e Bucolo solo per i pochi minuti disputati. Insomma, gran serata, ma… ssssshhh, silenzio e lavoro duro!

A Francavilla più difficile che contro il Lecce
Contro la Virtus il Lecce ha pareggiato. Cominciamo da qui. Pertanto, che nessuno pensi a una passeggiata di salute, tanto più che in trasferta il Catania ha sempre deluso. Però, questa volta non si potrà fallire, non si potrà gettare al vento il pieno di fiducia generato da questa corroborante vittoria. Non si dovrà sbagliare, a cominciare dall’approccio mentale al match. Ci dovrà essere la stessa cattiveria mostrata contro Lepore e soci, indipendentemente dal nome non roboante degli avversari. Si giocherà a Brindisi e non a Francavilla Fontana, dove la scorsa stagione si perse in modo incredibile, e questo potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio, ma solo se accompagnato dalla giusta dose di grinta “da Serie C”. I presupposti, dopo quanto visto al cospetto dei salentini, ci sono. Fiducia!!! Let’s go, Liotru, let’s go!!!