UFFICIALE: Novellino è il nuovo tecnico del Catania

Walter Novellino al

Walter Novellino al "Massimino" durante Catania-Modena del 2014/15 

A sorpresa l'esperto tecnico ha avuto la meglio sul favorito Gautieri. Non sono stati resi noti al momento i dettagli contrattuali

Attraverso il proprio sito ufficiale, "Il Calcio Catania comunica di aver affidato l’incarico di allenatore della prima squadra al signor Walter Novellino, nato a Montemarano (Avellino) il 4 giugno 1953. Il nuovo tecnico rossazzurro dirigerà oggi, alle 15.00, il primo allenamento settimanale. Walter Novellino ed il collaboratore tecnico Simone Tomassoli saranno presentati ufficialmente ai giornalisti ed agli operatori dell’informazione mercoledì 27 febbraio alle 12.00, in Sala Congressi, a Torre del Grifo Village". In occasione della conferenza stampa, verosimilmente, verranno resi noti i dettagli contrattuali. Secondo quanto affermato dal giornalista Alessandro Vagliasindi su Masport.it, il tecnico avrebbe firmato un accordo valido sino al termine di questa stagione, con opzione di rinnovo automatico in caso di promozione in B.

Walter Novellino è l'83° tecnico della storia del Catania. Anche lui, come Sottil e tanti altri, è un ex giocatore etneo che torna alle pendici del vulcano nelle vesti di allenatore. Novellino ha chiuso proprio a Catania la sua carriera da calciatore, in Serie B, nella stagione 1986/87, conclusa con la retrocessione in C1. Al riguardo, Alessandro Russo ha svelato alla nostra redazione un curioso aneddoto: il 17 maggio 1987, in occasione del match Messina-Catania, “Il Catania vince 1-0 al Celeste fino a pochi minuti dalla fine; Pace (l'allenatore, ndr) viene espulso e Novellino, che è all’ultimo anno da calciatore e in quel momento siede in panchina, prende le redini della situazione e, in pratica, comincia la sua carriera da allenatore. La partita finisce 1-1.”
Nella sua quasi trentennale esperienza in panchina, Novellino ha allenato Perugia, Gualdo, Ravenna, Venezia, Napoli, Piacenza, Sampdoria, Torino, Reggina, Livorno, Modena, Palermo e Avellino, per un totale di 813 partite, con uno score di 317 vittorie, 277 pareggi e 249 sconfitte. A cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio dei 2000, divenne famoso per la sua specializzazione in promozioni dalla B alla A, ottenute sulle panchine di Venezia, Napoli, Piacenza e Sampdoria. Un'altra promozione, dalla C2 alla C1, l'aveva ottenuta col Gualdo nella stagione 1993/94. L'ultima esperienza da tecnico risale al biennio 2016-2018, durante il quale ha diretto l'Avellino in cadetteria, conducendolo alla salvezza nella prima annata, per poi essere esonerato a campionato in corso in quella successiva.

In un'intervista pubblicata sul suo sito ufficiale, Novellino si descrive così:
Modulo tattico? "Il 4-4-2. Davanti una punta di peso e una più di qualità (Recoba-Maniero al Venezia, Flachi-Bazzani, Bonazzoli-Quagliarella alla Samp tanto per fare un esempio). In mezzo al campo un regista dai piedi buoni. Dietro difesa alta e in linea".
I più grandi valori nel fare la propria attività vengono individuati nella "lealtà innanzitutto. Lealtà verso il prossimo, verso la squadra. E credo sia un valore che mi è stato sempre riconosciuto. Poi la disciplina, e l’organizzazione. Ognuno deve conoscere il proprio compito, ognuno deve sapere quello che deve fare. Devono conoscere il proprio avversario diretto sul campo, tutti, sapere come affrontarlo."
Quanto tempo pensa al lavoro, quando non lavora? "Alla fine il pensiero cade sempre lì. Io non credo a chi dice che, finito di lavorare, stacca e non ci pensa più. Non credo che uno riesca a fare questo. Io finisco sempre per pensare a dove ho sbagliato, a dove posso migliorare; ripeto, non credo a chi, finito l’allenamento, va a casa e stop. Io, quando finisco, devo studiare, devo riflettere sullo stato d’animo di un giocatore, pensare all’ultimo allenamento, pensare a chi non gioca e a come aiutarlo…"
Viene spesso definito un “aziendalista”: "Faccio parte di una categoria di allenatori di un certo tipo, noi siamo aziendalisti: cerchiamo di fare gli interessi del nostro datore di lavoro, tutto qua. Ma se ho da dire al mio presidente ‘mi prenda questo’, lo faccio. Se però posso farlo risparmiare, perché non farlo? In fondo, il datore di lavoro mette tantissimi soldi, io cerco di ottimizzare i suoi investimenti".