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Felicità rossazzurra...

Felicità rossazzurra... 

Max Licari sulla seconda vitotria consecutiva dei "Marcolin Boys" sul Perugia. Segnali confortanti, ma la "prova del 9"...

Riprova autorevole
La riprova casalinga è andata come tutti auspicavano. Il nuovo Catania targato Marcolin conferma quanto di buono fatto vedere al suo “esordio” contro la Pro Vercelli (Lanciano non fa testo, essendo “quel” Catania ancora infarcito di “ex”), autorevolmente regolando con un classico 2-0 una formazione di certo più quadrata rispetto ai piemontesi, quel Perugia di Camplone che all’andata sembrava un misto tra Figli del Vento di lewisiana memoria e Figli degli Altipiani keniani. Anche se… la storia dice che contro “quel” Catania pure la rappresentativa delle Case di Riposo per Anziani della Trinacria Orientale avrebbe mostrato più “gamba”! Ma ormai è, appunto, storia. Necessario svoltare e i nuovi arrivati lo stanno facendo in modo evidente. I rossazzurri hanno vinto e convinto, mostrando gioco e, soprattutto, grinta e determinazione indispensabili per poter primeggiare in questa categoria. Al di là del calo negli ultimi 25’, probabilmente fisiologico considerato che si tratta di una squadra assemblata non più di una settimana fa, si è visto molto di buono nelle trame articolate dai “Marcolin Boys”, soprattutto dalla trequarti in su, con i devastanti Rosina, Calaiò e Maniero ben supportati dagli inserimenti di Sciaudone, “locomotiva” Mazzotta e, questa volta, anche da quelli di Belmonte, giocatore ancora in giustificato ritardo di condizione per il semplice fatto che a Udine non giocava mai. Esempio di questo “nuovo corso” è il raddoppio dell’Arciere: discesa sul fondo del terzino destro ex friulano, palla dietro e irresistibile stoccata da due passi a fulminare Provedel. Azioni del genere, “gioco sulle fasce” intendo, con inserimenti “taglienti” e sfondamento delle “ali” avversarie, non si vedevano in suolo trinacride dalla Battaglia di Imera nel 480 a.C. in cui gli splendidi Sicelioti riuscirono a sgominare i Cartaginesi di Amilcare. Una “novità” che non può non aver fatto strabuzzare gli occhi al numeroso pubblico presente al “Massimino”, anche questo segno di un inizio di “riavvicinamento” che non può essere rimesso in discussione da prestazioni “vecchio stile”. Sarebbe un peccato mortale mortificare la rinnovata speranza testimoniata dagli applausi uditi a fine partita, applausi rivolti con convinzione da parte dei sostenitori etnei ai ragazzi del “nuovo corso”, applausi destinati a gente che corre e lotta in campo, valori “fondanti” per il tifoso del Liotru. Lo dico in relazione al fatto che anche durante l’era Sannino i rossazzurri riuscirono a portare a casa due risultati pieni di fila in casa, senza trovare poi la necessaria continuità in trasferta; vanificando, in definitiva, tutti i benefici in fatto di autostima faticosamente ritrovati a costo di immensi sacrifici, essendo la squadra infarcita di gente infortunata, fuori condizione o, peggio, non adatta alla categoria. La situazione odierna, purtroppo, sotto il profilo meramente numerico, non è molto dissimile per il Catania: di passi falsi non se ne possono più commettere, nemmeno mezzo. Se, difatti, andiamo a dare uno sguardo alla classifica, ci accorgiamo di cosa sia la Serie B. Dopo due vittorie consecutive, il Catania ha sì accorciato la distanza rispetto alla zona Play-off, ma si ritrova… a tre punti dall’ultimo posto! Le ultime in graduatoria, in questo girone di ritorno, hanno cominciato a correre nuovamente; il Latina batte il Livorno, il Cittadella non molla, il Varese va a vincere a Lanciano, il Brescia quasi fallito reagisce come il Bari dell’anno scorso, lo stesso Bari ne rifila 4 al Frosinone, il Vicenza di Marino sembra il Real Madrid. E via dicendo. Insomma, come di consueto a inizio anno è cominciato un nuovo campionato, del tutto diverso dal girone d’andata, con valori alterati dal mercato e dalla condizione atletica di squadre impostate magari per un’esplosione “ritardata” rispetto a chi ha preferito l’avvio sprint. I valori, in B, sono abbastanza vicini e tutti possono battere tutti, basta constatare come il “predestinato” Bologna pareggi in casa con il Pescara. E questo deve incoraggiare ancor più il Catania che, obiettivamente, è la squadra maggiormente stravolta (sembrerebbe in positivo…) dal mercato di riparazione. Anzi, a memoria un mercato così sontuoso a gennaio, alle falde dell’Etna, non si era mai visto. Certo, la considerazione che tale “rivoluzione”, se fatta a gennaio scorso, avrebbe consentito probabilmente al Catania di rimanere in A; se fatta in estate, avrebbe visto ora, in Serie B, i rossazzurri forse in testa con 10 punti di vantaggio rispetto agli avversari, rimane valida. Ma con i rimpianti non si va da nessuna parte. Bisogna guardare al futuro. E, ancora, non si è fatto niente. Si rimane nei bassifondi della classifica e bisognerà correre e correre per recuperare posizioni più consone al blasone e al valore attuale della rosa.

Il 4-3-1-2 funziona, ma…
Funziona, sì, ma bisogna testarlo alla prova definitiva: la trasferta di Modena. Il Catania è una squadra che, quando ha la palla, in questa categoria può far male a chiunque. I due laterali bassi spingono molto, Rinaudo (al netto di qualche errore di troppo in appoggio) è tornato il frangiflutti davanti ai due centrali difensivi che tutti ricordavamo, Coppola fa legna come da copione e Sciaudone, non disdegnando il sacrificio, consente con i suoi inserimenti alternative importanti al costruttore di gioco Rosina, vero e proprio regista della squadra, insostituibile “ago della bilancia” del meccanismo articolato dal trainer ex modenese. Proprio all’ex Zenit è demandato il ruolo più delicato e dispendioso: raccordo tra centrocampo e attacco, “collante” della squadra, “luce” dell’Est e anche dell’Ovest. E bene fa il tecnico a consentirgli ove possibile di rifiatare a un quarto d’ora dalla fine, inserendo l’ancora acerbo Chrapek (questo ragazzo deve “convincersi di poter convincere”). È già la seconda volta di fila che Marcolin propone questa mossa, ma a risultato in pratica acquisito. Bisognerà vedere se lo potrà fare in circostanze meno felici, dato che la squadra con il giovane polacco cambia visibilmente in fatto di qualità. Proprio per questo appare necessario che il mercato, entro lunedì sera, porti un’alternativa in questo ruolo, oltre che ai due attaccanti, visto che Çani sembrerebbe in partenza (non convocato con il Perugia). I due in avanti, comunque, sono micidiali. Con 14 reti a testa, sono gli attuali capocannonieri del campionato. Sono andati a rete nuovamente in coppia, ma non sottolineerei soltanto questo. Corrono si sacrificano, giocano per la squadra. Ho notato che Maniero, sui rilanci lunghi, 8 volte su 10 conquista palla e consente ai compagni di salire. Calaiò non gli è da meno, sebbene vada maggiormente in profondità. Quando hai la possibilità, se in difficoltà, di appoggiarti sul “lungo”, sapendo di poter mettere la palla in cassaforte, in questa categoria hai sicuramente un vantaggio. Di contro, ancora vi è qualcosa da registrare in difesa. Il Perugia ha giocatori buoni e, quindi, bisogna anche tener conto del valore degli avversari, ma tre o quattro volte gli umbri si sono ritrovati a poter battere comodamente a rete (con traversa annessa). Belmonte e Mazzotta spingono parecchio e, talora, i centrali, comunque positivi, vengono presi d’infilata dalle verticalizzazioni avversarie. Su questo dovrà ulteriormente lavorare Marcolin. Ma, ovviamente, non si può pensare che tutto fili liscio dopo una settimana… Certo, se in porta hai il “Gatto di Liegi”…

Fattore Gillet
Sul portierone belga apro un capitolo a parte. Giunto a Catania da un paio d’ore, va in campo e sfodera parate da urlo. Al di là di alcuni ottimi interventi, tuttavia di routine per lui, rimango impressionato dal “mega-miracolone” sul non rimpianto ex Lanzafame; un guizzo spaventoso che non ti aspetti da un “vecchietto”. Ma conosciamo tutti il valore dell’estremo belga. Un autentico lusso per la categoria, nel vero senso della parola, al di là della facile ironia sul significato di questo vocabolo dopo le non fortunate esternazioni dirigenziali in merito ad altri “lussi”, poi rivelatisi autentiche “palle al piede”. Ebbene, su Gillet proverei a sbilanciarmi: dai tempi almeno di Bizzarri il Catania non può contare in organico su un estremo difensore di questo valore. La “differenza” c’è e si vede: si provi, per esempio, a pensare come sarebbe cambiata una partita, pur largamente dominata come quella con il Perugia, se si fosse preso gol a inizio ripresa... O in che modo sarebbero cambiate partite come Catania-Brescia e Catania-Carpi se… Ma lasciamo perdere! È fondamentale avere in porta un elemento che ti dia sicurezza e che non ti metta in difficoltà prendendo gol al primo tiro non irresistibile scoccato dagli avversari. Poi, se ti fa anche i miracoli come accaduto con i grifoni, meglio ancora… E il fatto che in panca vi sia un ragazzo come Terracciano che, complessivamente, fin qui ha fatto bene, potrebbe far dormire sonni più tranquilli.

Nota stonata
Unica nota stonata di un pomeriggio di gioia, nobilitato dalla concomitanza dei festeggiamenti agatini: i fischi rivolti a Spolli. A mio parere, non li merita, giacché ha costituito un vero baluardo del Catania migliore della storia e negli ultimi tempi, pur con un rendimento assolutamente mediocre e giustamente criticabile in negativo, è sceso in campo limitato da evidenti problemi fisici. In più, non si è mai lasciato andare a gesti o dichiarazioni “fuori luogo”, semmai sottolineando a più riprese il proprio attaccamento al Catania e a Catania. Magari entro lunedì andrà via, oppure no, ma non penso meriti tale trattamento.

"Prova del 9"
Ha ragione Marcolin: se “questo” Catania ha definitivamente svoltato, lo si vedrà a Modena, prima “vera” trasferta dell’Era Marcolin (Lanciano, ripeto, non fa testo). I rossazzurri hanno racimolato fin qui due miseri punticini lontano dalle mura amiche e, se vogliono proseguire l’allontanamento dalla zona calda della classifica, devono necessariamente cominciare a macinare gioco e punti anche a domicilio. Il cimento costituito dai “canarini” di Novellino è quello che ci vuole per “capire”. Il Modena è squadra rognosa, dalla difesa impenetrabile e, complessivamente, compagine di difficile interpretazione tattica. In pratica, gli emiliani non fanno giocare l’avversario, per poi tentare la zampata vincente grazie al “diablo” Granoche che ha siglato sostanzialmente la metà dei gol dell’intera squadra. Bisognerà stare attentissimi, dimostrare maturità e convinzione. E, soprattutto, personalità, dote essenziale che finora è mancata clamorosamente in trasferta. Un dato confortante è che, pare, non vi siano infortunati e, soprattutto, squalificati. Se, contro il Perugia, a parte il portiere, si è potuta finalmente schierare la stessa formazione della partita precedente, vi sono ottime speranze che ciò possa accadere anche al “Braglia”. Non accadeva da tempo immemore. E ci aspettiamo tutti che per l'Emilia il Catania parta con qualche giocatore in più (difensore e attaccante, in primis) e qualche altro in meno (ancora “vivono” in rosa elementi non più funzionali al progetto). Buon viatico, ma nessuna illusione. Solo “olio di gomito” e umiltà. Let’s go, Liotru, let’s go!!!