Trapani-Catania 2-2: la riscossa degli "imputati"

Seba Leto firma in un colpo solo il gol del pari e la prima doppietta col Catania.

Seba Leto firma in un colpo solo il gol del pari e la prima doppietta col Catania. 

Quattro dei più discussi rossazzurri si ergono a protagonisti della rimonta del Catania al "Provinciale".

Reazione caparbia allo svantaggio e all’emergenza
A quasi due mesi di distanza dall’ultimo risultato utile, il Catania torna imbattuto da un match in trasferta. E lo fa in una partita in cui, all’emergenza del reparto difensivo privato di terzini destri che costringe Sauro alla seconda gara consecutiva in tale posizione, si aggiunge l’emergenza nel settore offensivo determinata dalla squalifica del bomber Calaiò, uno degli elementi più insostituibili della compagine di Sannino. L’analisi non può che partire da quattro giocatori tra i più discussi dell’inizio di stagione etneo (per motivi diversi) che si ergono a protagonisti dell’incontro, contribuendo alla rimonta con una buona prestazione:
Leto: Aspetta uno dei match più attesi della stagione per sbloccarsi. E lo fa in grande stile, regalandosi la prima doppietta in maglia rossazzurra. Dopo un primo tempo parecchio negativo, sulla falsa riga dello standard mostrato da un anno a questa parte, nella ripresa viene valorizzato dall’ingresso di Çani, decisamente più adeguato al ruolo di punta centrale, dove l’argentino invece si era segnalato, come al solito, per la troppa lentezza e la scarsa protezione del pallone. Spostato sulla fascia sinistra riesce a trovare più spazi, e realizza due gol da attaccante vero: il primo di rabbia e arguzia, resistendo al ritorno di Lo Bue e scaraventando di sinistro alle spalle di Gomis; il secondo di rapina, facendosi trovare al posto giusto sull’ottimo assist di Çani. Non si può dire ancora che si tratti di un giocatore recuperato, perché a più riprese sembra patire grossi problemi di integrazione nello scacchiere di Sannino, ma se da qui in avanti riuscirà quantomeno a garantire zampate d’efficacia e concretezza come quelle attuali il Catania si ritroverebbe con un peso morto in meno.
Çani: Il suo ingresso, inaspettato o meno, cambia la partita. Sannino passa al 4-3-3 e in un colpo solo si ritrova con un centrocampo più robusto, pronto a sopperire all’intensità creata sulla trequarti dagli esterni offensivi di Boscaglia, sino ad allora spauracchi della retroguardia, e con un giocatore che garantisce protezione del pallone e sponde in fase offensiva. La ciliegina sulla torta è lo splendido assist per Leto, e peccato per quel gol malamente sbagliato nella prima frazione di gioco. Resta il fatto che un Çani così rappresenta un acquisto per un Catania che deve risolvere il vuoto che si crea quando Calaiò non è a disposizione.
Sauro: Dopo un match col Varese positivo per abnegazione ma che ha evidenziato la propria inadeguatezza al ruolo di terzino destro, l’argentino alla seconda prova nella stessa posizione si distingue per i segnali di crescita mostrati, in particolar modo nella ripresa quando il doppio svantaggio costringe il Catania a uscire la testa fuori dal guscio. Il n°15 si propone con continuità sulla fascia e più volte offre a Rosina l’opportunità di trovare un corridoio sulla destra. Apprezzabili anche i cross proposti. Col ritorno di Peruzzi, Gyomber o Rolin presumibilmente tornerà a fare il centrale ma se si esprime su questi livelli il grado di emergenza nel ruolo si riduce parecchio.
Almiron: A causa della sua lungodegenza è stato ironicamente definito come il portiere dell’infermeria. L’annunciato rientro in campo, peraltro in una posizione quasi inedita come quella di trequartista rappresentava molto più che un’incognita. Il n°4 risponde invece con una solida prestazione. Che di fatto comincia quando Sannino passa al 4-3-3 e abbassa la sua posizione, affidandogli le chiavi della regia davanti alla difesa. Almiron in quel ruolo disputa un match di sostanza e intelligenza, dimostrando che può ancora dare molto a questa squadra, se sta bene, e che può permettere a Sannino di cambiare più facilmente sistema di gioco qualora il 4-4-2 non sia più congeniale alla partita o all’avversario di giornata.

Cambio di modulo decisivo per spostare l’inerzia del match
Approfondendo la prestazione dei quattro “imputati” si sono affrontati i principali temi del match odierno:
Il 4-4-1-1 iniziale, e in particolare le posizioni di Leto e Almiron in questo schema, si sono rivelate mosse inefficaci, incapaci di fare il solletico alla difesa granata, e determinanti ai fini dell’arrembante inizio dei padroni di casa che forti di elementi di maggior corsa rispetto agli etnei sono riusciti a presidiare la trequarti e creare varie occasioni, come quella del raddoppio. Il gol dell’1-0 è frutto invece di un grave errore di posizione di Rinaudo che ha concesso il contropiede ad Abate, abile poi a sfruttare l’incertezza di Capuano e di un Frison tutt’altro che pronto in uscita.
Col cambio di modulo si è vista un’altra partita ed il Catania ha creato numerose occasioni, sia nella parte finale del primo tempo che durante l’intera ripresa. “Ai punti” gli etnei meritano il pari conseguito e avrebbero potuto raccogliere anche di più. Peccato che l’incertezza direzione dell’arbitro Pasqua abbia rovinato il finale di gara, in particolar modo col dubbio episodio dell’espulsione di Ciaramitaro che ha fornito ai padroni di casa l’alibi per rivendicare meriti diversi rispetto al risultato acquisito, “aiutino” di cui il Catania non aveva bisogno dal momento che l’inerzia del match era già stata ampiamente ribaltata.

Contro il Latina obbligatorio non perdere terreno
Archiviate le polemiche, si torna a casa comunque con un punto. Che vale abbastanza adesso, perché permette di stoppare la serie negativa fuori casa, e che potrebbe valere ancora di più in futuro se gli etnei continueranno a mostrare progressi e riusciranno a racimolare qualcosina in più lontano dalle mura amiche. Ma intanto per non perdere il treno della zona playoff è obbligatorio ritornare alla vittoria domenica prossima contro il Latina.