#Top11 - TERZINO DESTRO: Álvarez

 

2a puntata del progetto editoriale realizzato in onore del Catania '46 con Tutto il Catania minuto per minuto e Quelli del '46.

La presentazione del progetto

Le scorse puntate: Vavassori.

TERZINO DESTRO: Pablo Sebastián Álvarez Valeira
Non è stato semplice eleggere il miglior terzino destro, come non lo sarebbe in qualsiasi top 11. Si tratta infatti del ruolo in cui il calcio è stato storicamente meno generoso ed al quale, salvo rare eccezioni, sono stati spesso relegati difensori dalle scarse attitudini offensive, o fluidificanti non incisivi quanto i colleghi della fascia opposta. La scelta è ricaduta sul buon Pablo Álvarez, grintoso terzino che ha fatto della cattiveria agonistica il proprio tratto distintivo, particolarmente apprezzato sugli spalti. Giunto in Sicilia quale oggetto misterioso nel mercato di gennaio 2008 con l’ingrato compito di raccogliere a fine stagione l’eredità del Loco Vargas, trovò poco spazio con Zenga nei mesi successivi e fu rimandato in prestito in Argentina. Dopo essere scampato ad un sequestro nell’estate 2009, tornò a Catania, ma per trovare la propria dimensione dovette attendere l’approdo sulla panchina etnea di Siniša Mihajlović, che lo promosse titolare, a destra, ottenendo in cambio prestazioni combattive e spesso efficienti (da ricordare l’assist a Maxi Lopez nella serata della vittoria contro l’Inter del Triplete). Tornato in panchina durante la gestione Giampaolo, che gli preferiva Potenza, riconquistò la maglia grazie a Simeone in quello che viene ancora ricordato come “Il Catania degli Argentini”, con 10/11 di nazionalità albiceleste. La sua avventura a Catania fu costellata da continui alti e bassi: messo nuovamente da parte da Montella, si rilanciò in prestito al Real Saragozza, dove fu tra i protagonisti di una miracolosa rimonta salvezza. Rientrò ancora una volta in Sicilia, figurando da titolare nella stagione dei record con Maran alla guida, per poi crollare insieme a tanti altri protagonisti l’anno dopo e salutare il club al termine del proprio contratto.

Álvarez contrasta Del Piero in un match del maggio 2010 



-> La riserva: Claudio Ranieri. Seppur a singhiozzo, quella di Álvarez a Catania è un’esperienza che si è comunque protratta per un lustro. Ed è proprio questa longevità che gli ha fatto vincere il ballottaggio con sir Claudio Ranieri, che giunse alle falde dell’Etna nell’estate 1982, seguendo il proprio mentore Gianni Di Marzio, col quale aveva condiviso la proficua esperienza di Catanzaro. L’esperienza del difensore romano diede un contributo non indifferente all’eccellente performance del reparto arretrato, che fu per distacco il meno battuto del torneo. Il seguente anno, in Serie A, Ranieri si adattò spesso nel ruolo di libero per sopperire all’infortunio di Mastropasqua, naufragando ben presto insieme ai compagni nell’ambito di un’annata disastrosa. A fine stagione salutò, trasferendosi sulla sponda occidentale della regione (Palermo).

La figurina Panini di Claudio Ranieri ai tempi di Catania e Catanzaro 



-> Gli altri. La longevità è la qualità che ha fatto difetto a molti terzini destri che si sono alternati sulla fascia difensiva etnea. La maggior parte di essi si è trattenuta pochi anni o ha recitato una parte da protagonista per brevi periodi: Baccarini e Boniardi negli anni ’50, Michelotti a cavallo tra i ’50 e i ’60, Lampredi negli anni ’60. Discorso a parte per Buzzacchera (anni ’60 ‘ e ‘70) e Cristian Silvestri (anni “zero”), che invece diventarono dei veri e propri senatori ma allo stesso tempo, soprattutto il primo, si alternarono nei vari ruoli della difesa, non potendo essere inquadrati come terzini duri e puri.

Buzzacchera (fascia di capitano al braccio) schierato insieme ai compagni del Catania 1970/71