SuperMatteo e poco piu'...

Mazzarani: seconda, decisiva, rete stagionale...

Mazzarani: seconda, decisiva, rete stagionale... 

Max Licari sulla sofferta vittoria con la Vibonese. Scelte errate, zero gioco, buono solo il risultato...

San Pisseri
Non ho sicuramente articolato ricerche approfondite; tuttavia, ho la netta impressione che il Catania stia appropriandosi di un record mondiale che difficilmente in futuro potrà essere battuto. Mi spiego. È voce corrente nel mondo del calcio che un buon portiere, a fine stagione, sia in grado di assicurare alla propria squadra quei 7-8 punti in più capaci di fare la differenza fra una vittoria e un secondo posto, fra una qualificazione e un mezzo fallimento, fra una salvezza e un’amara retrocessione. Ebbene, il Catania di Pino Rigoli potrebbe proporsi come la prima squadra al mondo a divenire debitrice al proprio estremo difensore più della metà dei punti conquistati. Non mi sembra di esagerare, difatti, se affermo che finora l’apporto di Matteo Pisseri si sia rivelato decisivo ai fini del risultato finale in quasi tutti i match disputati. Appare indubbiamente un fattore positivo l’aver trovato, dopo anni, un portiere di grande livello. Di contro, il dover troppo frequentemente ricorrere agli straordinari dello stesso non sembra un segnale ottimale in prospettiva futura. Anche contro la modesta Vibonese, uscita fra gli applausi dello sportivo pubblico del “Massimino”, i rossazzurri hanno avuto bisogno di un paio di miracoli dello straordinario "SuperMatteo", oltre che di una doppia benevola traversa, accadimenti entrambi verificatisi quando il punteggio si trovava ancora fermo sullo 0-0, per portare a casa una difficoltosa vittoria che li proietta a quota 18 in classifica. Intendiamoci, però: se il tecnico del Catania pensa che questa prestazione, questi balbettanti tre punti possano ringalluzzire i tifosi, possano rinverdirne la fiducia, possano allentare la pressione conseguente a giudizi non lusinghieri in merito al gioco fin qui espresso, ebbene, mi dispiace dirlo, è completamente fuori strada. È vero, pure il Catania, nella ripresa, ha colto una doppia traversa con il duo Di Cecco-Mazzarani e una parte alta della medesima con un tiro dalla distanza di Russotto. Altrettanto pacifico risulta, altresì, che quella etnea sia la società ad aver ottenuto il maggior numero di punti in casa nel girone C della Lega Pro (19), uno in più di Juve Stabia e Foggia. Ma, la sensazione che permane nelle menti e negli occhi degli addetti ai lavori e dei supporters è unica: così non si va da nessuna parte. Non può e non deve il fortunoso, nonché benedetto, gol di Mazzarani a un quarto d'ora dal termine dell'incontro obnubilare i giudizi relativi a una prestazione globalmente insufficiente (disarmante nel primo tempo, solo volenterosa nella ripresa) e per nulla incoraggiante. Il Catania non ha una fisionomia propria, va avanti "a spizzichi e bocconi" senza un’idea complessiva di gioco, affidandosi talora alle iniziative dei singoli. Ne è testimonianza lo “sperimentalismo” di Rigoli. Dopo i disastri di Francavilla Fontana, in cui le scelte iniziali e le opzioni in corsa ai più erano parse imperscrutabili, il tecnico di Raccuja si è ripresentato al “Massimino” con uno schieramento, vogliamo usare un eufemismo, “inedito”, che ha sorpreso tutti, avversari compresi. Ovviamente, in riferimento al trainer calabro Costantino, in positivo…

Senza capo né coda
Il primo tempo del Catania contro la Vibonese del patron catanese Caffo e del “macca Liotru” Giuffrida va considerato orrorifico. Un 4-3-3 senza un incontrista (assente Biagianti, Bucolo in panca), con Scoppa in regia, Mazzarani e Fornito mezzali; in attacco il rientrante Di Grazia, il centravanti Anastasi e il redivivo Russotto. Ribadendo, ovviamente, che le mie sono da considerarsi unicamente opinioni e non verità assolute, mi sembra di poter dire che si sia trattato di un piccolo disastro tattico confermato dall’assoluta insipienza del gioco (o, per meglio dire, non-gioco) sciorinato e dalle prestazioni dei singoli. Incomprensibile, per esempio, la riproposizione di Mazzarani in un ruolo non suo. Al di là del gol decisivo, il suo apporto (comunque legato a una condizione fisica non ottimale) è risultato ancora una volta limitato quasi a zero da una posizione in campo non confacente alle sue caratteristiche. Scoppa, che nuovamente ha mostrato limiti dinamici non abbinabili a un utilizzo continuo dello stesso in Lega Pro, a mio parere potrebbe avere un minimo di senso se “coperto” da due “cagnacci” come Bucolo (o Di Cecco) e Biagianti, non da due interni offensivi come Fornito e Mazzarani. E, infatti, ha fatto assai male, finendo per essere sostituito al 66’ dallo stesso mediano catanese, mossa che ha comunque assestato un minimo la squadra, fruttando poi la sofferta vittoria. Non solo. Capisco che il problema del centravanti rimanga quasi irrisolvibile, ma inserire un ragazzo che, bersagliato da problemi fisici, non ha che una cinquantina di minuti nelle gambe, non mi sembra la scelta iniziale più corretta. Magari, lo metti nel finale per sbloccare il risultato, per fare salire la squadra quando gli avversari sono più stanchi. Magari, dai una chance da attaccante centrale a Barisic, autore (a Melfi) dell’unica rete da centravanti “vero” in tutta la stagione fin qui disputata dal Catania; oppure riproponi Paolucci, che a Francavilla aveva fatto un tantino meglio di Calil… In definitiva, le scelte di Rigoli, seguite dalle relative prestazioni in campo degli interpreti, ancora una volta non hanno convinto. Nemmeno un po’.

Unica piccola “luce”: Russotto. Di Grazia sempre decisivo
Detto che nel primo tempo gli ospiti non hanno mai sofferto, cogliendo una doppia traversa clamorosa e risultando nettamente meglio messi in campo, soprattutto in mediana, con Giuffrida, Legras e il buon Favasuli a fare da “ponte” con il centravanti Saraniti (ex rossazzurro, come Rocco Sabato e lo stesso Giuffrida); mi pare di poter affermare che l’unica mossa produttiva di Rigoli sia stata la riproposizione di Russotto, il più attivo in attacco. Al netto, ovviamente, di evitabili atteggiamenti “non consoni” nei confronti di avversari e arbitro, i quali denunciano un palese nervosismo che il Catania non può assolutamente permettersi. Niente di trascendentale, insomma, ma un piccolo segnale di risveglio che, obiettivamente, deve essere annotato dal cronista. Inoltre, come avevo fatto notare una settimana fa a proposito dell’incomprensibile autolesionismo conseguente alla mossa di lasciare Di Grazia in panchina, la gara con la Vibonese ha dimostrato che il ragazzo, anche quando non gioca al massimo, rimane l’unico in grado di “accendersi”, anche sporadicamente, in modo da inventarsi la giocata vincente. Infatti, il gol dell’ex modenese al 75’ proviene da una delle sue improvvise accelerazioni palla al piede (ma pure la doppia traversa firmata Di Cecco-Mazzarani è legata a una sua grande apertura di gioco). In questa categoria, anche a sprazzi, non puoi privarti di chi ti fa la differenza dal punto di vista della qualità in velocità. È un “pezzo unico” in rosa: se sta bene, deve giocare. Punto. Da notare, infine, l’esordio stagionale di Piermarteri, da mezzala, al posto di Mazzarani. Non mi è dispiaciuto. Ha qualità, rapidità ed è un elemento di ruolo, a differenza del suddetto Mazzarani. Potrebbe veramente diventare uno dei primi “nuovi acquisti”, ovviamente preventivi rispetto al mercato di gennaio. Vorrei rivederlo in campo dal primo minuto per poterlo meglio giudicare. Tuttavia, ribadisco un concetto basilare: il Catania complessivamente ha giocato male, non ha mostrato un’organizzazione superiore all’avversario (direi, anzi, inferiore) e ha vinto grazie alla superiore qualità di qualche individualità. E, soprattutto, se, come al solito, al 63’, sullo 0-0, Matteo Pisseri non si fosse prodotto in un doppio, incredibile miracolo su Saraniti e Favasuli, probabilmente staremmo parlando di altro. Stiamo cominciando a ripeterlo troppe volte. Troppe.

Non facciamo il solito errore...
Avevamo detto, subito dopo il disastro di Francavilla, che l’unico errore da non commettere sarebbe stato quello di tornare a pensare, dopo una vittoria interna con la Vibonese, di avere "lo squadrone che tutto il mondo tremar fa” e un tecnico sulla strada della risoluzione dei problemi. Non lo faremo. Quella con li calabri va presa solo per quello che è, un trait d’union verso la prossima prova “reale”: la trasferta di Cosenza. Lì si vedrà se questa squadra è in grado di proporre qualche miglioramento in fatto di gioco e personalità anche con questa guida tecnica. Per adesso, purtroppo, rimango lontano dal ritenere che possa rivelarsi una strada “corretta”, così come avevo più volte “segnalato”, nello stesso periodo, durante la scorsa stagione, in merito dell’altrettanto umanamente degno di ogni attenzione Pancaro. La sosta di gennaio sarebbe fondamentale per reimpostare un certo tipo di lavoro e “perderla”, come accaduto l’anno scorso, significherebbe precludersi la possibilità di un futuro migliore. In ogni caso, spero, da Cosenza in poi, di poter cominciare a pensare di sbagliare. L’ho fatto tante volte, non avrei nessun problema ad ammettere l’errore. Ma le opinioni, se si ama, è necessario esprimerle “prima”, non “dopo”. “Dopo” è sempre troppo facile e non procura mai alcun bene all’oggetto del tuo amore… Let’s go, Liotru, let’s go!!!