'Stanco' di vedervi

Uno degli striscioni di contestazione esposti in Curva Nord durante la gara...

Uno degli striscioni di contestazione esposti in Curva Nord durante la gara... 

Max Licari sulla vergognosa esibizione dei rossazzurri con il Cittadella. Adesso si rischia: a Carpi per evitare il ridicolo...

Vergogna allo stato puro
È proprio vero, al peggio non vi è mai fine… E il peggio, questo Catania sembra volerlo riservare costantemente “il sabato successivo”. Si pensava che questa accolita di spiaggianti mentalmente già a Forte dei Marmi volesse, sfruttando un ultimo sussulto di dignità, risparmiare l’ultimo affronto alla maglia e alla tifoseria: chiudere “coerentemente” con l’andazzo di un intero campionato; cioè, in maniera tragicomica. E, invece, no. Non lo si è voluto evitare. Ci sbagliavamo, come spessissimo è accaduto in questi ultimi due anni. Della dignità se n’è fatto tranquillamente a meno e ci si è prodotti nell’ultima messinscena, nell’ultima comparsata da consumati istrioni di piazza, incentrata sul “leit motiv” stagionale: la vergogna. Contro il Cittadella si è toccato il fondo della più che decennale gestione Pulvirenti. Prestazione oltre i limiti dell’oscenità, condita da una sconfitta meritata che costringerà i supporter dell’Elefante a un finale penoso, avvilente e frustrante, basato su conticini da osteria fuori porta. Il già attapirato tifoso catanese, per di più limitato da un apparato di piacere triturato finemente, dovrà augurarsi che il già promosso Carpi, privo di stimoli, venerdì prossimo non giochi la partita della vita, consentendo ai rossazzurri di incamerare il misero punticino che gioverebbe a una ingloriosissima salvezza; oppure, affronto ancor più umiliante, sperare tremebondo che Latina e Crotone non cedano in casa a Modena ed Entella, in modo da raggiungere il medesimo obiettivo, pur eventualmente perdendo in terra emiliana. Una cosa è certa, se il Catania sarà “questo” e il Carpi quello “standard”, il sodalizio etneo non avrà alcuna possibilità di non uscire sconfitto dal confronto. A questo ci siamo ridotti, a causa di errori sesquipedali, strategie suicide e una gestione complessiva ai limiti del fantascientifico! Società prima responsabile, senza alcun dubbio. Ma contro il Cittadella, sul banco degli imputati vanno "in primis" giocatori e allenatore. Esibizione indegna, senza nerbo, senza voglia, squadra subissata da un avversario volenteroso e cosciente dei propri limiti, capace di metterci l’anima fino all’ultimo respiro. Una compagine che pareggia al 85’, e con quel punto raggiungerebbe la salvezza matematica, non può prendere gol al 89’. Se lo prende, significa che non ha cuore, non ha testa, non ha palle. E questo “mollare” incondizionatamente senza aver raggiunto la matematica certezza della permanenza, i tifosi non possono accettarlo nel modo più assoluto! Vedere in campo gente come Ceccarelli, Rinaudo, Sciaudone, Castro (gara da 3 la sua), Rosina, Calaiò passeggiare in campo contro Paolucci, Minesso, Stanco o Gerardi non è umanamente sopportabile. Altro che “ripartire da questa base”! Se il valore “umano” è quello messo in mostra in queste ultime partite giocate senza l’ausilio degli attributi, ci sarebbe da mandare tutti a casa, indipendentemente dal nome, che fra l’altro in B conta poco o niente, visto che in A ci sono andate Carpi e Frosinone (una neopromossa…). Marcolin e soci questa volta l’hanno fatta grossa. Mi chiedo, inoltre, a cosa sia servita una settimana di ritiro (punitivo?) a Torre del Grifo. Considerato il risultato in fatto di impegno, direi zero. Sembra quasi una barzelletta, quasi un annaspare in cerca di una soluzione che non esiste, perché la verità, in questo caso, appare assodata: questa squadra, una volta prodotto lo sforzo che ha condotto alle cinque vittorie consecutive, sentitasi approdata in porto e appagata, ha mollato di brutto, sbracando sotto tutti i punti di vista. Un atteggiamento inaccettabile e autolesionista proprio in quanto non rispondente alla realtà dei fatti. Qualcuno avrebbe dovuto comunicare a tecnico e giocatori che l’obiettivo non era ancora stato raggiunto, perché probabilmente non sono bravi in matematica… Tuttavia, è proprio la latitanza di questo “qualcuno” che costituisce il peggiore handicap del Catania. Giusto in ragione di tale palese deficienza, la pazienza dei tifosi, già assimilabile a quella di un Giobbe, è finita. Sacrosanti i fischi, sacrosante le recriminazioni, adamantini gli sfottò. A tutto c’è un limite.

Fallimento totale, reset totale…
A inizio stagione questa squadra era stata consegnata “chiavi in mano” a Pablo Cosentino, in qualità di plenipotenziario. Ebbene, sulla base di risultati orrendi e incontrovertibilmente negativi, l’A.D. del Catania ha fallito e, come accade di solito, dovrebbe dimettersi o essere “dimesso”. Se ciò non accadesse a fine stagione, la gente non capirebbe per niente e si ripartirebbe con il piede sbagliato. Fermo restando che il primo responsabile, in una società calcistica, è il presidente, cioè colui che sceglie i propri collaboratori e li mette ai posti di comando, e nel Catania Nino Pulvirenti detiene questa carica, riuscirebbe incomprensibile scandagliare le ragioni di un eventuale riconferma del pacchetto dirigenziale, alla luce dei risultati ottenuti. E non parlo solamente di quelli, tragici, relativi al campo; ma, soprattutto, di quelli riferibili ai rapporti con l’ambiente. Azzerati. Polverizzati in tempo record. In un clima d’abbandono stile deserto dei Tartari, tifosi trascurati, negletti e ancor più inferociti; stampa locale, mai stata complessivamente ostile, incredibilmente “tagliata fuori” proprio quando la società ne avrebbe avuto bisogno più urgente. Il Barone Von Masoch non avrebbe saputo fare di meglio… Siamo a un punto di non ritorno. Non intervenire con tagli netti sarebbe un autocondannarsi alla deriva totale. E un po’ tutti ci chiederemmo cosa stia succedendo a Nino Pulvirenti…

Ultimo atto, evitare il ridicolo…
Non diciamo niente. Non parliamo di scelte, di giocatori, di Marcolin, di Cosentino, di arbitri, di avversari più o meno forti o stimolati. Ci faremmo solo del male. Diciamo solo che ci augureremmo che questa squadra non voglia sprofondare interamente nella vergogna e riesca a realizzare la non irresistibile impresa di portare a casa un punto salvezza da Carpi. Poi, nessun ringraziamento, testa bassa e tutti a casa a meditare. Nella speranza che qualcuno, alla fine, paghi il conto… Let’s go, Liotru, let’s go!!!