Settimo cielo...

Mazzarani, altro gol decisivo...

Mazzarani, altro gol decisivo... 

Max Licari sulla bella e sofferta vittoria sulla Casertana. Grande determinazione e un Mazzarani in più...

La grinta giusta, fin dal primo minuto...
Cosa si chiedeva a questa partita? Semplicemente, di riscattare prontamente l’immeritata sconfitta di Siracusa. Troppo erano bruciate a squadra e tifosi le pantomime aretusee... Missione compiuta. Gli uomini di Rigoli hanno approcciato nel modo giusto il match contro la rognosa Casertana, riuscendo a conquistare la settima vittoria consecutiva in casa; una vittoria importantissima in termini di classifica che consente di chiudere il girone d’andata con il morale nettamente migliorato. È piaciuto molto l’atteggiamento degli etnei, che hanno confermato il trend di crescita mostrato nelle ultime partite. Il rientrante capitan Biagianti e compagni, nell’ambito dell’ennesimo pomeriggio di pioggia torrenziale abbattutasi su Catania, hanno fin da subito fatto capire agli avversari che si sarebbe trattato di un pomeriggio duro e periglioso. Al di là del fatto che Mazzarani, alla quinta rete stagionale (capocannoniere insieme al baby Di Grazia), abbia deciso la gara a ripresa inoltrata (58’), si può tranquillamente affermare che i rossazzurri, dal primo minuto, abbiano cominciato da dove avevano concluso a Siracusa: nell’area avversaria. E con la stessa sorte: miracolo di Ginestra (protagonista, con la maglia dell’Albinoleffe, della storica gara del 28 maggio 2006 che consegnò al Catania l’ultima promozione in Serie A) su Russotto al 8’, con palla che incoccia sul palo; traversa dello stesso Russotto al 12’ in virtù di un gran destro dalla distanza. Quindici sono i legni colpiti dal Catania dall’inizio del campionato, con il buon Andrea a far la parte del leone: cinque. Meglio di così, comunque, non si sarebbe potuto cominciare. Del resto, il fantasista ex catanzarese ha dimostrato di essere in stato di grazia, producendosi in dribbling e giocate d’alta scuola che hanno mandato al manicomio i vari Rainone, Finizio o l’ex Ramos. Primo tempo sontuoso, niente da dire. Al netto di un pericoloso rasoterra a fil di palo di Corado al 30’, non si può disconoscere che la pressione del Catania sia stata costante, malgrado il campo assai allentato dalla pioggia. I vari Di Cecco, Djordjevic, Biagianti, Bucolo, Mazzarani hanno lottato su ogni pallone, spesso costruendo azioni assai pericolose, non concluse per un soffio. In specie, un paio di proiezioni dell’ex modenese, probabilmente l’acquisto più azzeccato del nuovo Catania targato Lo Monaco, avrebbero potuto avere un esito diverso.

Mazzarani decisivo
Anche nella ripresa, sebbene i campani abbiano accentuato un certo pressing, soprattutto con un grande Rajcevic a centrocampo, non si è mai ceduto campo, ribattendo colpo su colpo e trovando il già citato gol vittoria con Mazzarani, ancora una volta decisivo: incredibile il suo impatto in fatto di punti conquistati dal primo approccio alla sua avventura alle falde dell’Etna. Peccato che il Catania paghi il solito limite: la mancanza di uno stoccatore “principe” in grado di chiudere definitivamente le partite. Il centravanti d’occasione, il redivivo brasiliano Calil, pur nell’ambito di un’encomiabile prova di sacrificio fisico, non è riuscito, ancora una volta, a incidere in zona gol. Fa pensare, del resto, che sia stato preferito a Paolucci: significa che il gradimento delle prestazioni dell’ex juventino si attesta ai minimi storici. Inutile, tuttavia, rimuginarci su: fino alla sosta di gennaio, nulla si può fare in proposito. Significativo, invece, che, pur soffrendo in taluni frangenti la fisicità dell’undici di Toscano, trascinato dai muscolari De Marco, Giorno e Corado, l'estremo difensore rossazzurro Pisseri abbia dovuto compiere una sola parata difficile, su Carlini al 66’. Fa specie, in questa direzione, apprendere nel postgara dalle labbra del tecnico casertano che la sua squadra abbia prodotto “un paio di occasioni in più rispetto al Catania”. Evidentemente si sta diffondendo uno strano morbo nel girone C della lega Pro, un virus che si attacca ai bulbi oculari degli allenatori, foderandoli di gustose fette di prosciutto. Dopo le artistiche esternazioni dell’ex Sottil a Siracusa, registriamo anche queste. E andiamo avanti. Andiamo avanti con il conforto dei numeri e delle prestazioni in risalita.

Formazione adeguata all’avversario
Le scelte di Rigoli (Di Cecco e Bastrini in difesa, stante la squalifica di Drausio; Biagianti in mezzo al posto dell’infortunato Fornito; Calil in attacco, considerate la defezione di Anastasi e le non brillanti condizioni di Barisic), nell’ambito di una logica riproposizione della formazione che bene ha fatto nell’ultimo periodo, possono essere considerate di buon senso. Sicuramente, potrebbe far discutere la riproposizione di Calil, ma se riconsideriamo il rendimento di Paolucci e il non eccezionale esito dell’esperimento Mazzarani “falso nueve”, non è che si possa dargli torto. Tutto sommato, ha una logica, nell’ottica di un tentativo di recupero del brasiliano, cui è stata concessa una chance ulteriore, magari anche solo per “farsi vedere” in vista di una sua più che probabile cessione a gennaio. Il rendimento mentale e fisico di tutti i titolari ha, in ogni caso, giustificato tali opzioni, soprattutto nel sofferto finale di gara. Hanno lottato tutti, con Bucolo e Di Cecco sugli scudi, esaltati dal campo melmoso, adatto alle loro caratteristiche di guerrieri. Molto convincente il terzino destro, autore del lancio vincente per Mazzarani, che acuisce i rimpianti di tifosi e addetti ai lavori per il suo mancato impiego al “De Simone”. Senza voler in alcun modo dare la croce addosso al giovane e volenteroso Parisi, la sua esperienza, la sua forza fisica, la sua maggiore propensione difensiva, la sua migliore tecnica di base, rappresentano motivo di preferenza in questo ruolo. Ho l’impressione che giocatori come lui, Bergamelli, Biagianti, Mazzarani, debbano necessariamente costituire l’imprescindibile ossatura titolare della squadra. Squadra che, forse, nel finale ha sofferto un po’ più del dovuto, come testimoniano i cambi di Rigoli (Barisic, Nava e Paolucci), probabilmente giustificati dal fatto che Tedesco stesse giocandosi il tutto per tutto con quattro punte; però, in definitiva, non mi sembra che gli ospiti abbiano poi creato eccessivi pericoli a Pisseri. Una vittoria, quindi, pienamente meritata da parte di un team tecnicamente più attrezzato. Punto.

Il bilancio del girone d’andata
I numeri crudi dicono: 9 vittorie, 7 pareggi, 3 sconfitte. Cifre che possono essere interpretate in un’ottica bipolare. Da un lato, in modo confortante: 34 punti totali (27 reali), cinque meno del capolista Matera, miglior difesa (12 reti subite), miglior bottino di punti in casa (25, uno in più della Juve Stabia, tre rispetto al Matera); dall’altro, in maniera meno positiva: un attacco (24 gol siglati) lontano dai numeri delle prime (44 Matera, 33 Lecce e Juve Stabia, 30 Foggia) e, soprattutto, un rendimento esterno deficitario rispetto alle aspettative (9 punti complessivi, 12 in meno del Lecce, 8 del Matera, 7 del Foggia, addirittura 5 in meno del Monopoli strapazzato al “Massimino”). La differenza con le battistrada sta tutta qui. In trasferta non si segna. Il Lecce, per esempio, vanta la coppia-gol Caturano (12)-Torromino (8); il Matera, Negro (12)-Armellino (7). Il Catania, Di Grazia (5)-Mazzarani (5), il gap appare evidente. Risulta chiaro che, se il Catania non migliorerà sotto questo profilo, speranze di gloria futuro non potranno sussisterne. E, per migliorare, il mercato di gennaio sarà fondamentale. Ci vogliono almeno due attaccanti, soprattutto un centravanti vero, un goleador.

Big match
La somma dei punti conquistati, 37+34, fa di Juve Stabia-Catania, primo turno del girone di ritorno, in programma giovedì prossimo, un autentico big match fra due formazioni in piena salute. Banalizzando, il prolifico attacco dei padroni di casa si scontrerà con l‘ermetica difesa degli etnei. L’auspicio è che il trend in risalita sotto il profilo dell’atteggiamento e del gioco, riscontrato anche in trasferta, possa finalmente condurre a una prestazione pienamente convincente. L’amarezza di Siracusa ancora brucia e bisogna riscattarsi con una grande prova e un bel risultato, in modo da poter chiudere nel modo migliore l’anno il 29 in casa contro l’Andria, ancorandosi fortemente a prospettive rosee in vista del comunque necessario mercato invernale. Fiducia! Let’s go, Liotru, let’s go!!!