Senza fretta, verso l'unica meta

Martinho, un gol decisivo...

Martinho, un gol decisivo... 

Catania-Südtirol - Max Licari su pregi e difetti di una prestazione condizionata dalla naturale mancanza di "gamba".

Un inizio incoraggiante
Trinciare giudizi alla prima gara ufficiale giocata contro un buon team di Lega Pro, con le gambe pesanti e una preparazione da rifinire, per giunta dovendo rinunciare a elementi fondamentali come Peruzzi, Spolli, Rolin, Castro, Leto o il nuovo acquisto Sauro, sarebbe da folli. Tuttavia, la prima uscita stagionale di Coppa Italia può fornire a un occhio attento alcuni spunti di riflessione interessanti. Spunti che, naturalmente, non possono riferirsi al gioco, alla tattica, alla strategia complessiva di conduzione di una gara, ma ad alcuni abbozzi di movimenti e, soprattutto, alla cifra di talune prestazioni individuali:

1. Modulo "sicuro" Il modulo prescelto è risultato quello "classico", il 4-3-3 di fabbrica. Un segnale importante: malgrado le numerose assenze, Pellegrino ha schierato lo schema di base, a costo di immettere nell'undici titolare un ragazzo della Primavera e un veterano che in carriera ha recitato prevalentemente da onesto laterale mancino difensivo. Dunque, il tecnico ha consapevolmente articolato una difesa almeno per metà lontana dallo schieramento ipoteticamente titolare, pur di mantenere una fisionomia precisa. Mi piace. Mi piace. A differenza dello scorso anno, quando Maran e de Canio fecero a gara nell'improvvisare moduli a 3, a 5, a 27, a 42, quest'anno si parte con le idee chiare, senza tentennamenti. Ciò non significa, ovviamente, non avere la duttilità di saper cambiare schieramento in corso d'opera o durante la stessa partita, ma essere consci di possedere nel proprio DNA un imprinting forte e indiscutibile, indipendentemente dalle caratteristiche dell'avversario.

2. Difesa da rivedere Il giovane De Matteis a destra e il buon Ciro Capuano al centro non li vedremo tantissime volte contemporaneamente in campo, e la mancanza di intesa si è notata, in specie nel primo tempo quando Il reparto arretrato ha ballato sulle ripartenze di Campo, Cia e Fischnaller. Ma, tutto sommato, anche grazie a un Terracciano super (prodigioso in almeno tre interventi), la squadra ha retto botta, per poi prendere il sopravvento nella ripresa in virtù di un'indubbia superiorità tecnica. Ci sarà da rivedere il tutto con ben altro materiale a favore e contro. Domenica prossima a Cagliari, per esempio, sarà necessario, qualora si abbiano velleità di guadagnare uno "sfruculiante" derby di Coppa Italia con il Palermo di Iachini (pur impegnato in un non comodo match di terzo turno con il Modena), vedere in campo almeno uno tra Peruzzi e Spolli, che con Gyomber e Monzon dovrebbero formare la difesa titolare, Gaston Sauro permettendo. L'ex Basilea potrebbe giocare anche da terzino destro, costituendo l'alternativa a Peruzzi, seppur non dimenticando che il mercato appare tutt'altro che concluso. Non sarebbe inaspettata, pertanto, una cessione "eccellente" in questo reparto, anche in considerazione del fatto che, a naso, non si scende dalla Champions o dall'Europa League nella seconda divisione di un campionato nemmeno "top" nel nostro continente (Spagna, Germania e Inghilterra ci sono nettamente superiori in questo momento) con la prospettiva di fare la riserva... Lo slovacco ha inizialmente "ballato, mostrando scarsa intesa con Capuano e sentendosi poco supportato a destra da De Matteis, comunque poi cresciuto nel corso della partita. Monzon ha fatto vedere che una preparazione "seria" come quella svolta con Ventrone non può che agevolarne le indubbie qualità tecniche. Alcuni movimenti in sovrapposizione a Martinho mi sono garbati non poco. Ma è troppo presto per cantar vittoria. Un passo avanti è che Pellegrino abbia chiuso il capitolo esperimenti: è un terzino, quello fa e farà. Se lo farà bene, giocherà; altrimenti andrà in panca. Come dovrebbe sempre essere. Capitolo Terracciano: semplicemente superbo. Addirittura miracoloso in un paio di interventi. Le incertezze circa il futuro di Frison vanno ovviamente fugate in un senso o nell'altro, ma questo ragazzo, se gioca così, è comunque una garanzia, sia che faccia il "primo", sia che interpreti il ruolo di "secondo".

3. Centrocampo condizionato dalla mancanza di "gamba" Fa piacere rivedere il trentaquattrenne Almiron in campo dal primo minuto. Chiaramente, anche in B, il Catania necessiterà di un giocatore dal passo completamente diverso. Normale che Sergio sia in queste condizioni di forma, la speranza è poterlo nel prossimo futuro "rigustare" in un "formato" accettabile. Basterebbe... Ovviamente, una mediana che comprenda contestualmente un Rinaudo ancora non al 100%, è logico che vada in difficoltà dinamica, sebbene il giovane polacco Chrapek, autore dell'assist decisivo a Martinho, abbia confermato le proprie qualità tecniche. Il deficit di corsa e brillantezza contro un avversario agile, veloce e spensierato era ampiamente messo in conto, basti vedere che fine abbiano fatto Bologna e Livorno, tanto per fare il nome di due delle principali candidate, insieme al Catania, alla promozione in Serie A. Bisognerà rivedere il tutto più in là, quando sarà definito il destino di Lodi, quando Calello, oggi subentrato ad Almiron e protagonista di un clamoroso errore sotto porta, si intenderà meglio con i compagni, quando forse arriverà un "sostituto" di Basha. Per adesso, senza avventurarsi in giudizi assurdi, si può solo intravedere come Pellegrino abbia la possibilità di giocare sia con il 4-3-3 (Lodi o non Lodi), sia con il 4-2-3-1: Rinaudo, Almiron e Calello sono in grado di fare i mediani davanti alla difesa, mentre Chrapek può benissimo giocare anche nei tre dietro la punta centrale, avendo qualità e capacità non indifferenti e sicuramente migliorabili con il tempo e le partite.

4. Attacco potenzialmente devastante sugli esterni Pellegrino lo ha detto chiaro nel post-partita: Calaiò necessita di un'alternativa. E arriverà al più presto, garantito, stando alle insistenti voci raccolte negli spogliatoi del "Massimino". L'Arciere palermitano ancora appare lontano dalla migliore condizione, ma fa intravedere qualità che in B non possono non fare la differenza. Si vede che cerca l'intesa con i compagni, in specie con il fido Rosina, senza ancora riuscire a trovarla, complice la gamba ancora molle. Da notare come, quando prende palla, cerchi sempre la giocata, sia in appoggio, sia in conclusione. Quando starà bene, contro difese similari a quella non eccelsa del Südtirol, farà quello che deve fare: i gol necessari alla promozione, unica meta da raggiungere per i rossazzurri. Da raggiungere. però, senza frettolose esplosioni orgasmiche. Con calma e serenità. La tranquillità dei forti. Tuttavia, mi preme segnalare la risultanza più evidente di questa prima uscita ufficiale della stagione 2014/15: il potenziale letale posseduto dal Catania sugli esterni offensivi. Martinho si è mostrato come il più in palla e il migliore dei suoi. Le percussioni senza palla e con la palla sulla corsia sinistra hanno ribaltato la difesa avversaria e, in qualche caso, come detto, ha permesso di intravedere una certa sincronia di movimenti con Monzon. Rosina, dalla parte opposta, pur accendendosi a intermittenza, ha svariato dalla fascia al centro della trequarti con la disinvoltura della sua ultima positiva esperienza di Siena. Ha creato diversi pericoli, pur essendo ancora lontano dalla migliore condizione. Lascia ben sperare, in quanto dovrà costituire la "luce" di questo Catania e il principale "rifornitore" di assist per Calaiò. Inoltre, il brasiliano Marcelinho, subentrato nella ripresa, ha evidenziato qualità importanti dal punto di vista tecnico e di velocità. Più di una semplice alternativa. Se a ciò aggiungiamo titolari come Castro e Leto (sebbene, anche in questo caso, potrebbe non essere peregrina l'idea di una "rinuncia" molto ben pagata prima della fine di agosto), ci accorgiamo come, sulla carta, il Catania abbia un attacco assai "importante" se commisurato agli standard della categoria, in specie nei ruoli di appoggio alla punta centrale che, come è facile intuire, diviene il vero "ago della bilancia" per quanto concerne il futuro tattico del team dell'Elefante. Proprio per questo Pellegrino ha voluto parlare chiaro fin da subito. Quest'anno, non si può e non si deve sbagliare. Nessun trionfalismo, nessuna spocchia, nessun giudizio affrettato, solo consapevolezza di dover lottare e correre su ogni pallone. La scorsa stagione ancora è "fresca" nei nostri ricordi e gli errori, pur umanamente comprensibili, non dovranno essere ripetuti. Da parte di tutti: dirigenti, tecnici, giocatori, addetti ai lavori, giornalisti. Tutti. Olio di gomito e pedalare... Let's go, Liotru, let's go!!!