Sconfitta Bene augurante

Moriero, formazione azzeccata...

Moriero, formazione azzeccata... 

Max Licari sull'immeritato stop di Benevento. Risultato negativo, ma spiragli di luce... Imperativo: sostenere al "Massimino"!

Una prestazione incoraggiante
Il miglior Catania “versione trasferta” della stagione ottiene il solito, "attapirante" risultato degli ultimi mesi, una sconfitta che lancia verso la B i sanniti di mister Auteri e rimanda allo scontro decisivo di domenica prossima la sorte dei rossazzurri in questo disgraziato campionato. Se l’undici di Moriero riuscirà a battere il Melfi al “Massimino”, probabilmente i play-out potranno essere evitati, considerata la contemporanea sfida Catanzaro-Monopoli. Altrimenti, sarà buio pesto. I risultati delle dirette concorrenti hanno ancora una volta, difatti, aiutato il Catania, avendo il Catanzaro pareggiato ad Andria e il Monopoli perso in casa con la Casertana. In tal modo, vincendo la partita casalinga con i lucani, o il Catania si ritroverebbe a + 3/+2 rispetto ai pugliesi (in caso di sconfitta o pareggio degli stessi in Calabria), con il vantaggio aggiuntivo degli scontri diretti favorevoli, oppure aggancerebbe, in un gruppo a tre, i silani e il Monopoli, qualora questi ultimi inopinatamente vincessero al “Ceravolo”. Questa ipotesi rimetterebbe in gioco il Catanzaro e, ovviamente, amplierebbe le possibilità di salvezza sia del Catania sia del Monopoli medesimo. È facile, dunque, comprendere, l’importanza capitale del match con il Melfi, capace comunque di impattare in casa con il forte Cosenza e team per niente “malleabile” al momento. La novità, però, è che gli etnei si presenteranno alla sfida dell’anno con qualche piccola certezza in più, giacché la prestazione complessiva del “Vigorito” incoraggia i tifosi a sperare in un mutamento, seppur tardivo, di rotta. Lo dico subito, il Catania non avrebbe meritato la sconfitta, giunta a 9’ dalla fine a seguito di un’azione estemporanea, conclusa con un grandissimo tiro dalla distanza, del neoentrato Campagnacci. Non che i rossazzurri abbiano fatto scintille, fallendo chissà quali clamorose occasioni in avanti. Una sola palla gol, quella fallita da Bergamelli al 17’ (bravo il portiere locale Gori), che fa il paio con il gol di Campagnacci, ma comunque una prestazione gagliarda, finalmente sufficiente sotto il profilo atletico e caratteriale, sebbene si sia evidenziato un calo nella ripresa. Si era chiesto a Moriero di presentare una squadra diversa da quella di Foggia, in grado di non farsi umiliare dal più quotato avversario, e ciò è avvenuto. Dal punto di vista psicologico, presentarsi alla decisiva sfida di domenica prossima forti di una prestazione dignitosa come quella sciorinata a Benevento, appare un indubbio passo avanti rispetto al recente passato.

Moriero fa la scelta giusta
Da più parti (compreso il sottoscritto) si era chiesto al tecnico rossazzurro di schierare un modulo e una formazione più compatta, più prudente, capace di mettere in difficoltà il collaudato impianto di gioco di Auteri, impostato su un elastico 3-5-2 molto munito sulle corsie laterali; Moriero ha risposto “presente”. Il 4-4-1-1 messo in campo ha avuto una logica. Un difensore in più (Pelagatti) e un “passeggiatore” in meno, Bombagi, con le coppie Pelagatti/Garufo e Nunzella/Calderini a chiudere le corsie laterali ai sanniti, due mediani in mezzo e una mezzapunta (Russotto) a supporto di Calil. Ha funzionato. Squadra corta, ben messa, pronta a chiudere e ripartire con una certa pericolosità, tanto che nel primo tempo le azioni più ficcanti si sono rivelate proprio quelle del Catania, con un Russotto finalmente in partita e un Calderini meno fumoso del solito. Peccato, e mi piange il cuore dirlo, non avere avuto a disposizione una punta centrale in grado di finalizzare le ripartenze, dato che Calil non ha letteralmente toccato palla come gli capita da un paio di mesi a questa parte. In ogni caso, la squadra di Auteri ha trovato grandi difficoltà ad aggirare gli etnei sulle fasce tramite le classiche percussioni di Lopez o i tagli di Ciciretti e Mazzeo (all’andata devastanti); e gli stessi Del Pinto e De Falco non hanno avuto la possibilità di sviluppare trame di gioco credibili, ben pressati da Di Cecco e Castiglia, supportati dai rientri di Russotto. Insomma, i migliori 45’ dell’intero campionato, proprio nel campo della capolista. Peccato, ripeto, per la grande difficoltà di concretizzare in zona rete, in specie nelle gare in trasferta, vero e proprio "male atavico” di questa squadra. Se giochi bene, ma non segni, rischi. E, come volevasi dimostrare, il Catania, che già al 65’ aveva messo in campo tutti e tre i sostituti (Plasmati, Falcone e Bombagi), pur in leggero calo atletico e con un baricentro abbassato che aveva concesso qualche palla interessante in più ai padroni di casa, ha preso gol nell’unica vera e propria grande occasione prodotta dai sanniti, un’autentica prodezza dai 20 metri di Campagnacci, entrato al posto del deludentissimo Marotta (che una squadra di Lega Pro debba trovarsi in testa alla classifica con un centravanti del genere, ci fa comprendere il livello della stessa…), complice un paio di errori in chiusura di Castiglia e Nunzella. Quando sei in un periodo felice, queste imprese ti riescono, pur giocando maluccio… ed è la stagione del Benevento. Così come accettiamo il fatto che al Catania, nel dubbio, debba andare proprio tutto male. Mai un pizzico di fortuna, nemmeno quando lo si merita, come nel caso attuale. Facciamocene una ragione. Prendiamoci il piccolo passo avanti in termini di carattere e corsa. Prendiamoci le buone prestazioni dei difensori e di Russotto (sebbene, rimarchiamolo, sempre un po’ troppo nervoso e giustamente sostituito perché in odore di “rosso”). Aggrappiamoci alla consapevolezza che, con questa voglia di lottare, probabilmente si riuscirà a fare con il Melfi una partita diametralmente opposta a quella sciorinata con la Lupa Castelli Romani. Una speranza in più nell’ambito di un campionato triste e deludente. La situazione è chiara, limpida. Accettiamola, elaboriamola interiormente nel modo più consono e agiamo di conseguenza…

Tutti allo stadio
… che poi significa una sola cosa: nella partita decisiva non si potrà lasciare la squadra sola, indipendentemente da tutto ciò che è accaduto finora e da ciò che potrà accadere. Sarebbe da pazzi. Bisognerà andare allo stadio a sostenere i ragazzi al fine di centrare la salvezza, in ogni modo possibile. Per la maglia, per l’amore che nutriamo verso i nostri colori. POI, si potranno fare tutte le considerazioni che abbondantemente sono state fatte e procedere a tutte le prese di posizione legittime (anche queste chiaramente già anticipate dalla tifoseria). Prima c’è, però, Catania-Melfi, “la partita”. Mantenere la categoria è crocevia fondamentale in direzione di tutti i “possibili futuri” del Catania, dobbiamo riuscire a comprenderlo e cercare di abbandonare per un attimo tutta la giusta rabbia, la giusta delusione conseguenti alle ultime tragiche stagioni vissute dalla società di Via Magenta. Quindi, tutti allo stadio a sostenere! Let’s go, Liotru, let’s go!!!