Risorto con Russotto

Finalmente una gioia...

Finalmente una gioia... 

Max Licari sulla corroborante vittoria nel derby col Messina. Tre punti fondamentali per la classifica...

Urlo liberatorio
Questa volta contava solo il risultato. I tre punti erano fondamentali per continuare a sperare nella salvezza. Quindi, andare a disquisire sul gioco o sull’estetica appare assolutamente fuori luogo. Si è vinto e, al momento, si sarebbe fuori dalla zona play-out in virtù degli scontri diretti favorevoli con il Monopoli. Si è vinto in qualche modo, senza brillare, soffrendo maledettamente, mostrando i soliti limiti, soprattutto atletici, ma si è vinto dopo quella che, calcisticamente, può considerarsi "una vita"; un fattore, questo, psicologicamente vitale in un frangente delicato come quello attuale. Capisco la gioia di Moriero al fischio finale e comprendo benissimo l’urlo di liberazione dei circa 7.000 tifosi presenti allo stadio, gente sospinta da un folle amore per i colori rossazzurri, quasi al limite del masochismo. Si è trattato di un derby corretto, ma bruttino, sia sotto il profilo del gioco, sia sotto quello agonistico. Alla fine, ha vinto la squadra che aveva maggiori motivazioni, ma gli sconfitti escono dal campo con l’onore delle armi, dopo aver lottato fino al 94’. I giallorossi di mister Di Napoli si erano presentati al “Massimino” senza alcun problema di classifica, tuttavia hanno giocato con serietà, senza regalare niente a nessuno, tanto che il gol della vittoria catanese è giunto a pochi minuti dalla fine, dopo che gli ospiti erano riusciti a pareggiare il rigore trasformato nel primo tempo da Calil con una bella inzuccata del bravo Gustavo al 63’.

Zero compiacimento
Sia chiaro, nessun compiacimento per la vittoria, nulla è stato ancora fatto e, prima che questa squadra si possa far minimamente perdonare mesi di figuracce, dovrà mostrare continuità di risultati in queste ultime 6 gare, a cominciare dalla prossima, difficilissima trasferta di Foggia. Ma, almeno, non si è fallita la prova da “ultima spiaggia”. E già questa non è cosa da buttare, con i “chiari di luna” correnti. Dopo tutto quello che era successo in settimana a seguito dell’incredibile sconfitta di Agrigento, il silenzio stampa e le polemiche annesse; dopo le varie e talora arzigogolate ipotesi di trattative per la cessione della società (non supportate da alcun atto concreto, finora); dopo la decisione dei gruppi organizzati della Nord di disertare lo stadio, ecco, questa era l’unica risposta che avrebbe potuto, in qualche modo, calmare le acque, regalando una settimana d’ossigeno a un gruppo sotto enorme pressione. La speranza è che questi giorni veramente servano a Moriero e soci a migliorare ulteriormente l’amalgama e, in special modo, la condizione atletica, anche contro i peloritani, apparsa alquanto deficitaria. Netto il calo nella ripresa, doveroso rimarcarlo. Ancora una volta, l’ennesima, gli avversari sono apparsi più tonici e in palla rispetto agli etnei, facendo addirittura temere il peggio nei minuti susseguenti il pareggio. Di contro, questa volta si è registrata (alla buon’ora!) una reazione emotiva e caratteriale più corposa, non disgiunta da quel pizzico di fortuna in più che nelle partite precedenti aveva abbandonato il Liotru, consentendo che la giocata Castiglia-Russotto andasse a buon fine.

4-3-3
Moriero ha deciso di schierare una squadra più equilibrata, impostata sul 4-3-3, ben conoscendo le capacità contropiedistiche del Messina, squadra abile a difendersi e a ripartire velocemente con i tre attaccanti, in specie Gustavo e Tavares. Quindi, Castiglia e Musacci in campo con Di Cecco, tridente Russotto-Calil-Falcone. Bisogna dire che, tutto sommato, la scelta non si è rivelata errata, visto che gli ospiti quasi mai hanno impegnato Liverani e che i tre centrocampisti hanno ben francobollato Baccolo, Giorgione e soci. Peccato che la squadra, a parte l’azione del netto rigore su Calil, non riesca proprio a creare gioco sulla trequarti, quasi mai risultando felici le scelte relative alle imbucate da parte dei mediani e i tagli degli esterni. Nella ripresa, stesso copione del primo tempo, con il Catania ancora una volta capace di prendere gol alla prima occasione creata dagli avversari, per giunta dal più basso degli attaccanti giallorossi, Gustavo. Nell’occasione, perde la marcatura Garufo, apparso il più in difficoltà tra gli etnei. Ciò che questa volta è piaciuto, rispetto al passato, è stata la voglia di vincere fino alla fine, anche grazie agli ingressi di Calderini e Lupoli e il passaggio a un modulo a quattro punte, con l’ex Arsenal a fare da centravanti e il brasiliano sostanzialmente a recitare il ruolo di trequartista centrale. Il gol di Russotto, giunto in contropiede su imbeccata di Castiglia (finalmente decisivo), premia la volontà degli uomini di Moriero. Per adesso, accontentiamoci di questo e dei tre punti, perché obiettivamente la prestazione risulta ancora abbastanza farraginosa. Bisogna prendere spunto dalle cose che sono andate meglio nel pomeriggio del “Massimino” per cercare di migliorarle in settimana (si giocherà fra due lunedì, il tempo c’è…) e presentarsi a Foggia in condizioni migliori. Specialmente sotto il profilo atletico, come detto. Una cosa, comunque, appare certa: nessuna illusione, se si giocherà così a Foggia non si farà risultato positivo. O si compiono passi avanti decisivi o le chance di contrastare i "satanelli" permarranno basse. Esaltarsi per una pur corroborante vittoria con un Messina tosto, ma sostanzialmente appagato, sarebbe suicida. Prendiamo atto del fatto che, in ogni caso, questa squadra ha fatto 4 reti nelle ultime due gare, senza dimenticare che ne ha subite altrettante, a testimonianza che quest’anno la coperta, ahinoi, continua a rimanere sempre un po’ corta.

Un derby da brividi
La settimana scorsa, presentando il derby, dicemmo che il tempo delle parole al vento, dei buoni propositi sempre traditi e delle “svolte” mai attuate era finito. Questa nostra presa di posizione, pare, abbia prodotto un primo risultato... Continuiamo su questa strada: nessun proclama, muti e lavorare. Si va a Foggia da sfavoriti, fra l’altro mancherà lo squalificato Calil, e si potrà non perdere solo con l’umiltà di chi conosce i propri limiti. Possiamo solo rimarcare come noi sosterremo sempre, comunque e dovunque. La maglia. Let’s go, Liotru, let’s go!!!