Reazione d'orgoglio

Ciccio, 48 gol in rossazzurro...

Ciccio, 48 gol in rossazzurro... 

Max Licari sul cruciale successo contro la Viterbese. Grande volontà, poche idee, ma vittoria meritata. Bene Mbende e Welbeck.

Contava solo rialzarsi…
Riscatto doveva essere e riscatto è stato. Non che i rossazzurri abbiano rubato l’occhio, mettiamolo subito in chiaro, ma quello che doveva essere “imbastito” per portare a casa il risultato è stato realizzato in campo. Con difficoltà, in specie nella prima frazione, con più di qualche alto e basso, ma con volontà, grinta e abnegazione. C’era da cancellare dagli occhi dei tifosi l’orrore di Potenza e, sotto il profilo della determinazione, più ancora che del gioco, lo si è fatto. E, in serie C, questo conta, giacché il “pane duro” è roba di ogni giorno per tutti, anche per coloro che fino a un giorno prima vengono osannati da critica e stampa. Ne è chiaro esempio la Ternana capolista, sonoramente “schiaffeggiata” al “Liberati” da un Monopoli proveniente da un inizio di campionato non certo scintillante. E proprio i pugliesi saranno i prossimi avversari degli etnei, tanto per gradire… Il gol su rigore di Lodi (contestato dai laziali il braccio in area di un difensore gialloblù intravisto dal signor Vigile) al 50’ assume, dunque, una rilevanza capitale, non solo in termini di classifica, consentendo al Catania di rimanere nelle posizioni di testa (9 punti in 4 gare non sono pochi), ma anche in fatto di autostima, necessaria per superare momenti difficili come la settimana successiva al disastro del “Viviani”. Fra l’altro, il regista napoletano, raggiunge Prenna al terzo posto fra i cannonieri “all times” in maglia rossazzurra a quota 48 reti. Al di là di tutto, Ciccio rimarrà per sempre nella storia di questo club. La compagine laziale, ben allenata dal fumantino Lopez (allontanato dal direttore di gara in occasione della concessione del penalty al Catania), ha messo in campo tutto ciò che ci si attendeva: compattezza, gamba e velocità nelle ripartenze, grazie alla coppia di esterni Antezza-Errico (molto promettente questo ragazzino) e al centravanti di scuola laziale Tounkara, comunque sceso in campo non al meglio della condizione. Tuttavia, il Catania ha sempre cercato di costruire un minimo di gioco da dietro, anche quando in notevole difficoltà per il pressing avversario (con un Bezziccheri deputato a schermare Lodi), fornendo l’impressione di credere nelle idee del proprio allenatore. E ciò appare beneaugurante, considerato quanto accaduto in passato con altri tecnici. Tutto sommato, alla fine i rossazzurri hanno ampiamente meritato la vittoria, avendo inanellato un numero di palle gol decisamente superiore rispetto ai gialloblù (quasi mai pericolosi), peraltro molto ben limitati dalla difesa, capace finalmente di ottenere un “clean sheet”. E proprio il dato relativo al reparto arretrato ci pare rilevante, dato che per la prima volta veniva impiegato da titolare Mbende, al suo esordio nello stadio di casa. Ebbene, pur non volendo sbilanciarci, ci è sembrato che con l’ex Cambuur l’assetto difensivo si sia mostrato più solido in fase di marcatura. Il ragazzo camerunese, dotato di un fisico straripante, si è dimostrato attento, diligente e dotato anche di un discreto piede. Di sicuro, ha dato l’impressione di integrarsi meglio con Silvestri rispetto a Saporetti ed Esposito. Presto per giudizi definitivi, anche perché Leeuwarden non è Catania, ma la “prima” è andata sufficientemente bene e ci fa emettere un sospiro di sollievo, considerato come il “buco” al centro della difesa fosse uno dei più evidenti nelle prime tre giornate. L’applauso finale dei non numerosissimi supporter presenti al “Massimino” (la sconfitta in terra lucana e il clima estivo hanno “consigliato” persino a una buona parte dei 5.600 abbonati la gita in spiaggia) rimane, così, il dato maggiormente significativo di questo quarto turno di campionato targato Elefante, perché il rapporto con i tifosi è l’unico “valore aggiunto” che possa consentire a un team non costruito per “ammazzare il campionato”, come espressamente ammesso dall’A.D. Lo Monaco in settimana (il quale ha accennato a una “rivoluzione mancata” per motivi di budget), di poter ambire a un posto al sole fra tante contendenti accreditate. Certo, ci sarà da superare immediatamente le turbolenze di spogliatoio che, puntualmente, si sono ripresentate, come testimoniato dal comunicato della società che sostanzialmente pone fuori rosa per motivi disciplinari tre giocatori esperti e importanti come capitan Biagianti, Bucolo e Marchese. Lunedì capiremo meglio, ma non è questo il modo giusto per tranquillizzare un ambiente in costante ebollizione come quello catanese. Inoltre, la gravità degli infortuni di Sarno (menisco, minimo un mese solo per il recupero) e Catania (rottura del quarto e quinto metatarso del piede sinistro, un paio di mesi), così come il rendimento finora non eccelso di alcune pedine ritenute “importanti”, già da ora impone un mercato di gennaio correttivo di un certo spessore per non rimanere indietro irrimediabilmente.



Molta volontà, poche idee
Il 4-3-3 di mister Camplone, viste le assenze, si sviluppa secondo le aspettative della vigilia, eccetto per l’impiego di Llama, preferito a Dall’Oglio nel ruolo di mezzala. L’idea iniziale di spostare Di Molfetta a destra per far posto a Mazzarani sull’esterno mancino si rivela, però, subito improduttiva, considerato che l’ex piacentino non riesce ad entrare in partita. Il centrocampo rossazzurro viene subito ingabbiato dal 3-5-2 di mister Lopez (che perde comunque quasi subito l’esperto De Falco, sostituito dal giovane Milillo), con un Lodi poco ispirato e un Llama assai volenteroso e predisposto al sacrificio, ma improduttivo in rifinitura o al tiro. Poche le opportunità per rendersi pericolosi, con gli ospiti, squadra modesta ma ben preparata, talora potenzialmente pericolosi in ripartenza grazie a Tounkara. Meglio dopo la mezz’ora, quando Mazzarani, spostato a destra, riesce in combutta con Calapai a trovare qualche occasione in più per andare al cross, a cercare di trovare un Di Piazza mobile e propositivo. Non per nulla, giunge al 40’ la miglior giocata, un gran tiro a giro del centravanti ex leccese stampatosi sulla traversa dell’ormai battuto Vitali. Nella ripresa, Lopez sostituisce subito Tounkara, peraltro ben controllato da Mbende, e il Catania prende in mano le operazioni con più convinzione, complice l’inevitabile calo atletico dei laziali. A giganteggiare in mediana, consentendo a Lodi (sostituito a 10' dal termine dal rientrante Rizzo) maggior libertà d'azione, Turi Welbeck, ancora una volta il migliore in campo al "Massimino". Meritatissimi i ripetuti applausi alle sue interdizioni durante tutto il secondo tempo. Parliamoci chiaro, al momento è fra i pochi a fornire garanzie atletiche complete... Ovviamente, Il rigore trasformato da Lodi al 50’ aiuta i rossazzurri, così come la sostituzione dello stanco Mazzarani con un più pimpante Dall’Oglio e il conseguente impiego di Llama da esterno d’attacco. Il Catania diventa più pericoloso in ripartenza, sebbene manchi sempre quel pizzico di lucidità in più per rifinire meglio le azioni (buone le opportunità per Di Piazza, Di Molfetta e Dall’Oglio, per esempio), mentre in difesa si soffre poco e niente, in virtù della sterilità offensiva degli ospiti. Da segnalare, infine, l’esordio del baby Distefano, da esterno d’attacco a destra al posto di Llama e i fischi al subentrato Curiale. Opinione personale di chi scrive: in campo, chi indossa la gloriosa casacca rossazzurra non dovrebbe mai essere fischiato in maniera “preventiva”, anche perché così si aggrava la sua situazione psicologica, precludendosi le eventuali possibilità di recupero.

Monopoli, trasferta simile a quella di Potenza
A monopoli il Catania ha sempre sofferto. Ma non è questo il problema. Il problema è che si tratta di un campo, una squadra e un ambiente simili a quello di Potenza e un approccio molle come quello sciorinato in terra lucana sarebbe fatale. Lo sappiamo tutti, speriamo se ne rendano conto giocatori e allenatore, in modo da evitare il reiterarsi di certi errori. Per esempio, presentare al “Veneziani” contemporaneamente in campo quasi tutti i giocatori dal passo lento sarebbe proprio non essersi resi conto di quanto accaduto al “Viviani”. E sarebbe gravissimo… Let’s go, Liotru, let’s go!