Quando si sbaglia così tanto...

Russotto, ancora una volta il migliore dei suoi...

Russotto, ancora una volta il migliore dei suoi... 

Max Licari sull'immeritata sconfitta di Siracusa. Polemiche, sfortuna e tante occasioni fallite, ma...

Un pomeriggio da dimenticare
Già il primo assaggio lasciava presagire che per il Catania non si sarebbe profilato come un match da incorniciare. Durante la ricognizione del campo di gioco effettuata dai rossazzurri, si sarebbero introdotti all’interno del terreno di gioco, indisturbati, alcuni “tifosi” aretusei in vena di minacce. Il fatto, che parrebbe documentato da foto e video, è stato denunciato con forza dallo stesso A.D. etneo Pietro Lo Monaco. Ovviamente, qualora i fatti venissero confermati, ci si chiede come questo sia potuto accadere e come sia stato organizzato il servizio d’ordine. E dove fossero gli steward... Che il “De Simone”, nonché il relativo “manto erboso”, sia un impianto non adeguato al calcio professionistico non deve comunque suonare come un alibi, giacché determinati accadimenti esulerebbero da considerazioni strutturali. Tuttavia, in casi del genere, la cosa migliore è guardare al risultato del campo, che sorride al Siracusa. Nel calcio, chi la mette dentro ha sempre ragione; quindi, giustificati i festeggiamenti stile Bernabeu di tifosi e giocatori di casa al termine di una gara combattuta che ha consegnato agli uomini di Sottil una vittoria attesa da molto tempo. Farei però sommessamente notare al medesimo ottimo Andrea, in ogni caso nostro idolo indiscusso di campionati storici in Serie A, che "forse" alcune dichiarazioni postpartita potrebbero essere interpretate come un tantino "esagerate" dagli stessi suoi ex tifosi, coloro che lo hanno eletto a idolo, insomma… Cioè, dire che il Siracusa abbia “meritato” la vittoria e che il Catania abbia “poco impensierito” la sua squadra significa sostanzialmente affermare che il Sole gira intorno alla Terra. E no, perché uno spettatore “neutro” a cui si facesse analizzare il match, annoterebbe cinque palle gol nette con l’uomo davanti al portiere e una traversa da parte del Catania; due tiri in porta, uno nel primo tempo e uno nella ripresa (il gol di Scardina), a referto del Siracusa. Siracusa che ha giocato per tutta la gara rintanato nella propria metà campo (a tratti in 11 dietro la linea del pallone), attendendo a sporadiche ripartenze, quasi mai produttive peraltro, tanto che Pisseri è risultato praticamente inattivo durante tutta la partita. Una sorta di “delitto perfetto” che già l’Akragas aveva perpetrato al “Massimino” in questa stagione (non per niente, le analogie con quella partita paiono tante e corpose). Questo andrebbe, in definitiva, a riassumere l’analista neutrale, nulla di più, nulla di meno. Poi, se vogliamo fare i tifosi e vedere tutto con la lente deformante della passione, va bene lo stesso. Ma, con la ragione e la verità non ci sarebbe nessuna connessione. Tutto questo, “per la precisione”, come direbbe il leggendario Massimo Alfredo Giuseppe Maria di “Quelli che il calcio”.

Scelte opinabili...
Fatta la doverosa premessa, il campo ha comunque detto come il Catania un tantino di “sfortuna” sia andato a cercarsela. Innanzitutto, non facendo un turn over più robusto. Capisco che Rigoli, avendo trovato un assetto di gioco capace di centrare il successo nelle ultime tre gare, abbia voluto affidarsi al famoso motto “squadra vincente non si tocca”, ma il fatto di disputare tre partite in una settimana avrebbe dovuto consigliargli di cambiare più di un solo elemento. Invece, il tecnico rossazzurro ha messo dentro il solo rientrante Di Grazia per l’infortunato Barisic. Fra l’altro, affidandosi a una variante tattica, il “falso nueve” (come si dice adesso, in tempi “barcellonisti”. Ai miei tempi si chiamava “centravanti di manovra”), rappresentato da Mazzarani, affiancato da Russotto e dallo stesso ragazzo catanese. Un azzardo che non ha pagato e che, probabilmente, poteva non essere necessario contro un avversario tecnicamente non eccelso, le cui uniche armi avrebbero potuto essere solo la grinta, la corsa e la spinta del pubblico. Facile parlare con il senno di poi, però un paio di cambi in difesa e a centrocampo si sarebbero potuti e dovuti fare. Per esempio, il motivo per cui uno dei beniamini del pubblico catanese, Di Cecco, sia sparito dalla formazione titolare da tre partite sfugge ai più. Non lo dico, sia chiaro, perché Parisi è poi risultato il peggiore in campo. È una domanda più generale. Era stato trovato un terzino destro di rendimento, magari in attesa di gennaio, dato che né lo stesso Parisi, né Nava convincono del tutto: perché accantonarlo così di botto? Non era il caso di rispolverarlo in una gara del genere, così bisognosa di giocatori di personalità ed esperienza? Allo stesso modo, non si poteva inserire un elemento più fresco in mezzo, dato che Scoppa e Bucolo (insufficienti le loro prestazioni) avevano tirato la carretta nelle ultime gare?

...atteggiamento giusto
Come si potrà notare, sto parlando solo di uomini e di scelte, non di approccio o di atteggiamento. Su quello, non penso si possa rimproverare nulla a Rigoli o ai giocatori. Non si è fatto un passo indietro rispetto a Cosenza. Gli etnei hanno giocato per vincere, hanno prodotto sei palle gol nitide in trasferta (non ci sono tante squadre in grado di farlo) e, se c’era una squadra meritevole di portare a casa i tre punti (e non con un solo gol di scarto), quella era proprio il Catania. Il problema vero è che questa squadra, fuori dalle mura amiche, paga l’assenza di un uomo gol. Non mi parrebbe di esagerare se dicessi che il Catania, con un centravanti prolifico, adesso si ritroverebbe non più che a quattro o cinque punti dal primo posto, con tutta la penalizzazione di sette punti sul groppone. Incredibili gli errori di Di Grazia, purtroppo ancora lontano dagli standard di un mese fa, Mazzarani (due volte da solo davanti a Santurro, oltre che, in una terza occasione, protagonista di una traversa clamorosa), Bucolo, Russotto, Paolucci. Quando si sbaglia tanto, poi si viene puniti, come regolarmente accaduto in virtù della realizzazione di Scardina, su cross proveniente dalla fascia sinistra rossazzurra, unico vero neo del pomeriggio al “Del Simone”. Ecco, oltre alla scelta del “falso nueve”, non aver cambiato precocemente Parisi, in palese difficoltà sulla propria corsia di competenza, risulta essere la pecca più grave della complessiva interpretazione del match da parte di Rigoli che, comunque, il centravanti (Paolucci) per Di Grazia lo aveva inserito al 62’, con una certa sollecitudine. Poi, non è di certo colpa di Rigoli se non dispone di un bomber in grado di chiudere le partite (sarebbe bastato che lo stesso ex juventino, poco prima del gol vittoria aretuseo, mettesse dentro con cattiveria il sontuoso assist di Russotto, ancora una volta migliore dei suoi); o se Bergamelli, di solito impeccabile, incorre in un errore sesquipedale, facendosi buggerare da Scardina nell’unica vera occasione orchestrata dai modesti padroni di casa a venticinque minuti dalla fine della partita; oppure se Fornito, il più attivo della mediana, si infortuna e sei costretto a inserire il molle Piscitella. Diciamo, dunque, che queste si prospettano come partite “segnate” e facciamocene una ragione, malgrado la classifica dei rossazzurri continui a mantenersi da playoff (decimi), a conclusione della diciottesima giornata. Gli Dei del Calcio, questa volta, stavano dalla parte del Siracusa, cui tutto è andato bene. Può capitare. L’importante è esserne consapevoli. Cosa che non sembra sia accaduta dalle parti del parti di Viale Teracati…

Pronto riscatto
Questa immeritata sconfitta non deve avvilire i rossazzurri, che comunque hanno l’obbligo di fare tesoro degli errori commessi. Già sabato prossimo ci sarà la possibilità di riscattarsi al “Massimino” contro un avversario di valore come la Casertana. Mi auguro che Rigoli tragga spunto dal match di Siracusa per riproporre gente come Di Cecco e Biagianti dal primo minuto, così come un centravanti accanto a Mazzarani. Mancherà Drausio, squalificato, ma Bastrini e De Santis sono disponibili. Vincere sarà l’unica opzione per far dimenticare ai tifosi questo pomeriggio poco edificante. Let’s go, Liotru, let’s go!!!